tag:blogger.com,1999:blog-91472649706971420632024-03-13T05:56:24.020-07:00socialismoil socialismo è il futuro dell'umanità. Il liberismo è una catastrofe per la dignità delle persone e dei popoli.pietrohttp://www.blogger.com/profile/10775337361602743182noreply@blogger.comBlogger192125tag:blogger.com,1999:blog-9147264970697142063.post-76314744151772362032016-02-27T09:16:00.003-08:002016-02-27T09:16:42.427-08:00Una ottima legge <br />
Il Senato ha approvato con una maggioranza
di centro-destra la legge sulle Unioni Civili.La maggioranza si è
modificata e vi è entrata il compare di Matteo Renzi Denis Verdini una
volta fedelissimo di Silvio Berlusconi. E' davvero paradossale che una
maggioranza di destra abbia fatto una delle leggi migliori che il Paese
abbia mai avuto in tema di diritti civili paragonabile allle leggi
sull'aborto e sul divorzio. Da oggi le coppie omosessuali avranno tutti <span class="text_exposed_show">i
diritti degli eteresessuali acquisiti con il matrimonio. Una parte
dell'umanità italiana uscirà dal sottosuolo e dalla clandestinità
giuridica per accedere alla luce del sole del godimento di diritti come
quelli che appunto il matrimonio garantisce. <br /> Mancano dalla legge
due cose: l'obbligo di fedeltà e le adozioni.Per queste la
responsabilità è stata della lobby gay che avrebbe voluto farci entrare
per forza i bambini ottenuti con l'utero in affitto all'estero. Vendola
proprio in questi giorni è all'estero con il suo compagno per acquistare
un bambino in USA o in Canadà non ho capito bene. <br /> La legge ora
deve passare le forche caudine della Camera. Dubito molto che la lobby
clerico-fascista assugliata dal Vaticana starà quiete e non tenterà di
fare saltare la legge. La legge può saltare, <br /> A questo punto il Movimento Cinque Stelle potrebbe rientrare in gioco e contrib uire al varo definitiva della legge. <br />
Sostenere che la legge è meno delle sue consorelle occidentali è cosa
sbagliata ed inaccettabile, semmai è migliore perchè non prevede
l'abominio criminale dell'uso di schiave fattrici per conto di chi si
può comprare un bambino. Il diritto all'adozione deve essere di tutti e
quindi anche dei gay con esclusione dell'utero in affitto.</span>pietrohttp://www.blogger.com/profile/10775337361602743182noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9147264970697142063.post-27312843363632436802016-02-22T03:08:00.001-08:002016-02-22T03:08:19.597-08:00Gli ottanta anni di Occhetto <br />
Ho sentito alla Radio che Achille Occhetto oggi compie ottanta anni. <br />
il 12 novembre 1989 nella storica riunione alla Sezione PCI della
Bolognina decise di disconoscere il partito nel quale era cresciuto e di
crearne uno nuovo chiamato PDS partito democratico della sinistra padre
dell'attuale PD di Renzi che comunque viene dal ramo democristiano
originato dall'Ulivo di Prodi e di Veltroni. <br /> Con la morte del PCI
è morta la democrazia italiana. E' morto il Sindacato perchè la CGIL
antagonista del capitale era diventata incompatibile con le mire
governative del gruppo dirigente sbarcato dal PCI e traghettato dalla
zattera di Occhetto nel campo del sistema capitalistico. La cosa
peggiore di tutta la operazione è stata il fatto che la nomenclatura si è
sentita svincolata dagli obblighi morali che l'essere comunista
comportava verso la classe operaia. <br /> Sarebbe sbagliato attribuire
soltanto ad Occhetto ed alla svolta della Bolognina l'uccisione del
PCI. Questa covava fin dai tempi di Berlinguer che iun effetti è assai
più di Occhetto il padre del nuovo corso apertosi in Italia. <br />
C'è anche da dire che la scelta di abiurare il comunismo non fu solo
italiana. I partiti comunisti europei cessarono praticamente di esistere
tutti e diedero vita a formazioni politiche simili al PDS italiano.<br />
A quasi trenta anni di distanza della Bolognina possiamo vedere i
terribili danni causati all'Italia dalla scomparsa del PCI. E' venuto a
mancare un pilastro fondamentale del presidio delle libertà e delle
prerogative costituzionali, la CGIL ha portato avanti un processo di
svilimento dei diritti dei lavoratori a cominciare dalla rinunzia alla
scala mobile ed all'accettazione della cosidetta concertazione per
giungere alla Job Act ed alla riforma Fornero dei nostri giorni. <br />
La cosa peggiore della Bolognina e delle altre che ci furono in Europa è
stata il riconoscimento della giustezza di ciò che aveva portato alla
dstruzione della URSS. La criminalizzazione dell'esperienza dello Stato
comunista ha pesato come un macigno nella storia del mondo. Da allora ad
oggi l'imperialismo Occidentale si è scatenato ed ha fatto diecine di
milioni di vittima ed ora si accinge a distruggere il pianeta usando le
bombe di Hiroshina e Nagasaki mille volte più potenti e distruttive. <br />
Si sapeva che non era tutto oro quello che luceva nella demolizione
del comunismo. Si sapeva che dopo Gorbacev Eltsin avrebbe distrutto e
svenduto l'URSS a cominciare dei cinque milioni di chilometri quadrati
di territorio ceduti dall'URSS a favore di Stati creati ad hoc come la
Georgia e la Bielorussia.<br /> La cultura anticomunista è diventata
prevalente e viene alimentata continuamente ed ossessivamente dai
massmedia occidentali. La politica nata dalla svolta della Bolognina
disgusta le nuova generazioni. La politica come ideale non c'è più ed il
livello culturale delle masse che era stato elevato dal PCI è tornato
ad essere quello dell'Italia di Mussolini.<br /> Ora in Italia ed in
tutto l'Occidente le persone sono sole con se stesse. Se scivolano
magari per la perdita del lavoro finiscono inghiottite dalle sabbie
mobili di una società indifferente angosciata e priva di difese. Con la
fine del comunismo è finita anche la società-famiglia. Il deserto della
Thatcher ha inghiottito tutti.pietrohttp://www.blogger.com/profile/10775337361602743182noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9147264970697142063.post-80005145698502686972014-05-02T12:49:00.002-07:002014-05-02T12:49:51.482-07:001 maggio 2014 a Mosca <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-_gbBTXDlwEE/U2P21A7zPJI/AAAAAAAAEZA/BFLu0Rw64es/s1600/primo+maggio+a+mosca+2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-_gbBTXDlwEE/U2P21A7zPJI/AAAAAAAAEZA/BFLu0Rw64es/s1600/primo+maggio+a+mosca+2.jpg" height="215" width="320" /></a></div>
<br />pietrohttp://www.blogger.com/profile/10775337361602743182noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9147264970697142063.post-65061953167275761302014-04-05T11:33:00.003-07:002014-04-05T11:33:29.921-07:00la tomba di Nada moglie di Stalin <div class="mbs _5pbx userContent" data-ft="{"tn":"K"}">
<div class="text_exposed_root text_exposed" id="id_53404c086ae813a08657179">
Nel
giugno del 1937 l'ambasciatore a Mosca degli USA Giuseppe Davies visitò
in forma privata la tomba della moglie di Stalin. Ne fa un sobrio
commosso resoconto nel suo libro-diario "missione a Mosca"<br />
La
tomba della moglie di Stalin Da Missione a Mosca di J.E. Davies pag.176
Mosca, 25 giugno 1937 DIARIO - Marjorie ed io siamo andati al
Novadjevici (Monastero delle nuove vergini). Entro le mura del monastero
vi e un cimitero nel quale è sepolta in terreno consacrato la moglie<span class="text_exposed_show">
di Stalin., La tomba è costituita da un fusto di marmo bianco grezzo al
centro di una distesa d'erba verde, intorno alla quale è un orlo di
marmo nero. In quel rozzo fusto di marmo bianco è tagliata una magnifica
testa di donna; una bella faccia coi capelli tirati semplicemente dietro
gli orecchi e legati sulla nuca. Il petto e il corpo si perdono nel
grezzo e semplice sasso del fusto. E un bellissimo lavoro di scultura
dovuto a una celebre scultrice, Mukhina. Fece le magnifiche figure d'uomo e
di donna che son collocate sul padiglione sovietico all'esposizione di
Parigi. Qui è sepolto anche il figlio di Gorki: sulla tomba vi è un altro
bel ritratto che riproduce l'intera figura, emergente per metà dal
blocco di marmo: è riprodotto un giovane in calzoni corti, senza giacca e
con una camicia dal collo aperto. E’ una figura veramente viva. Anche
questa è opera della celebre scultrice Mukhina Mosca, 26 giugno 1937</span></div>
</div>
<div>
<div data-ft="{"tn":"H"}">
<div class="mtm">
<div class="_5cq3" data-ft="{"tn":"E"}">
<a class="_4-eo" href="https://www.facebook.com/photo.php?fbid=637643082978522&set=a.104225506320285.6516.100001985084693&type=1" rel="theater" style="width: 200px;"><div class="uiScaledImageContainer _4-ep" id="u_ps_jsonp_13_0_4" style="height: 288px; width: 200px;">
<img alt="Nel giugno del 1937 l'ambasciatore a Mosca degli USA Giuseppe Davies visitò in forma privata la tomba della moglie di Stalin. Ne fa un sobrio commosso resoconto nel suo libro-diario "missione a Mosca"
La tomba della moglie di Stalin Da Missione a Mosca di J.E. Davies pag.176 Mosca, 25 giugno 1937 DIARIO - Marjorie ed io siamo andati al Novadjevici (Monastero delle nuove vergini). Entro le mura del monastero vi e un cimitero nel quale è sepolta in terreno consacrato la moglie di Stalin., La tomba è costituita da un fusto di marmo bianco grezzo al centro di una distesa d'erba verde, intorno alla quale è un orlo di marmo nero. In quel rozzo fusto di marmo bianco è tagliata una magnifica testa di donna; una bella faccia coi capelli tirati semplicemente dietro gli orecchi e legati sulla nuca. Il petto e il corpo si perdono nel grezzo e semplice sasso del fusto. E un bellissimo lavoro di scultura dovuto a una celebre scultrice, Mukhina. Fece le magnifiche figure d'uomo e di donna che son collocate sul padiglione sovietico all'esposizione di Parigi. Qui è sepolto anche il figlio di Gorki: sulla tomba vi è un altro bel ritratto che riproduce l'intera figura, emergente per metà dal blocco di marmo: è riprodotto un giovane in calzoni corti, senza giacca e con una camicia dal collo aperto. E’ una figura veramente viva. Anche questa è opera della celebre scultrice Mukhina Mosca, 26 giugno 1937" class="scaledImageFitWidth img" height="288" src="https://scontent-a-lhr.xx.fbcdn.net/hphotos-frc3/t1.0-9/1609809_637643082978522_3348007414359270969_n.jpg" width="200" /></div>
</a></div>
</div>
</div>
</div>
pietrohttp://www.blogger.com/profile/10775337361602743182noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9147264970697142063.post-21816478702503354382014-04-03T07:12:00.001-07:002014-04-03T07:12:47.458-07:00Cesare Calvelli <h5 class="uiStreamMessage userContentWrapper" data-ft="{"type":1,"tn":"K"}">
<span class="messageBody" data-ft="{"type":3,"tn":"K"}"><span class="userContent">Cesare Calvelli <br /> <br />
Ottaviano Del Turco ha dato la tristissima notizia della morte di
Cesare Calvelli compagno socialista della CGIL degli anni in cui nella
CGIL c'era una straordinaria corrente socialista di cui io ho avuto la
fortuna di fare parte, una corrente costituita da persone che non
dimenticherò mai perchè furono per sempre la mia vera famiglia politica e
la fucina degli ideali,. Cesare Calvelli era un fanciullone che
riusciva a fare con animo leggerissimo ed autoi<span class="text_exposed_show">ronia il suo lavoro. <br />
La CGIL alla quale appartenevamo era quella dei grandi ideali
inculcati da Di Vittorio e Fernando Santi. Il suo gruppo dirigente
capeggiato da Luciano Lama era davvero un grande patrimonio umano e
politico per l'Italia. Sono fiero di averne fatto parte e di avere
incontrato una grande e nobile anima come quella dello amico e del
compagno che oggi ci ha lasciato,. <br /> Oggi piango le mie lacrime per
Cesare. Le cose purtroppo non sono state quelle che noi speravamo e per
le quali abbiamo lottato</span></span></span></h5>
pietrohttp://www.blogger.com/profile/10775337361602743182noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9147264970697142063.post-43959382397055664262014-03-08T08:12:00.002-08:002014-03-08T08:12:22.722-08:00
<br />
<div id="testata">
<div class="container">
<div class="row">
<div id="ilmanifesto">
<div id="logo">
<h1>
<a alt="il manifesto" href="http://ilmanifesto.it/">
<img alt="il manifesto - quotidiano comunista" class="img-responsive" src="data:image/svg+xml;base64,<svg xmlns="http://www.w3.org/2000/svg" xmlns:xlink="http://www.w3.org/1999/xlink" version="1.1" id="Layer_1" x="0px" y="0px" width="936.33px" height="155.71px" viewBox="0 0 936.33 155.71" enable-background="new 0 0 936.33 155.71" xml:space="preserve">
  <path fill="#3D3D3D" d="M532.39 0.36c8.35 0 17.11 4.44 17.11 19.18 0 11.57-6.53 19.17-17.11 19.17 -10 0-16.73-7.13-16.73-19.17C515.66 6.75 524.02 0.36 532.39 0.36"/>
  <path fill="#3D3D3D" d="M506.63 145.98c9.7 0 9.9-5.39 9.9-13.61V73.02c0-7.79-2.63-10.37-9.9-10.37v-6.21l41.4-8.18v84.1c0 8.22 0.2 13.61 7.87 13.61v7.01h-49.27L506.63 145.98"/>
  <path fill="#3D3D3D" d="M25.77 0.26c8.35 0 17.11 4.44 17.11 19.18 0 11.57-6.53 19.17-17.11 19.17 -10 0-16.74-7.13-16.74-19.17C9.03 6.65 17.39 0.26 25.77 0.26"/>
  <path fill="#3D3D3D" d="M139.62 145.88c8.48-0.43 10.3-1.51 10.3-19.22V81.78c0-17.72-1.83-18.79-10.3-19.22v-6.21l40.58-8.18v19.02c8.69-10.81 17.17-17.72 31.1-17.72 12.32 0 20.17 4.1 25.03 16.62 8.69-9.28 16.55-16.62 29.48-16.62 16.54 0 25.84 9.94 25.84 27.64v49.56c0 17.71 1.63 18.79 9.7 19.22v7.01h-49.88v-7.01c6.26 0.21 8.67-0.21 8.67-15.55v-42c0-14.05 0.8-23.97-9.68-23.97 -6.47 0-13.93 9.07-13.93 12.95v53.02c-0.2 15.33 1.81 15.76 8.07 15.55v7.01h-48.25v-7.01c6.27 0.21 8.67-0.21 8.67-15.55v-42c0-14.05 0.8-23.97-9.67-23.97 -6.47 0-13.93 9.07-13.93 12.95v53.02c0 15.33 1.8 15.76 8.06 15.55v7.01H139.6v-7.02"/>
  <path fill="#3D3D3D" d="M354.1 99.38c-0.18 1.05-1.87 1.22-3.88 2.02 -8.83 3.63-16.32 10.62-16.32 22.14 0 6.03 1.61 15.55 8.87 15.55 6.07 0 11.51-3.03 11.33-12.3L354.1 99.38M385.59 134.13c0 3.67 0 8.63 4.86 8.63 1.61 0 2.81-0.43 4.01-1.28l2.41-1.7v4.51l-2.41 2.15c-6.25 5.39-14.12 9.28-21.58 9.28 -8.9 0-15.16-4.53-18.19-13.38 -8.08 7.35-18.56 13.38-29.48 13.38 -13.91 0-22.79-7.35-22.79-22.02 0-22.94 29.97-34.25 48.74-40.33 0.38-0.11 2.95-0.98 2.95-5.5V73.65c0-12.95-2.54-17.92-11.21-17.92 -9.75 0-8.99 9.56-8.99 23.74 0 8.87-7.07 14.48-15.14 14.48 -8.49 0-13.53-7.11-13.53-15.56 0-21.79 23.81-28.92 40.58-28.92 22.43 0 39.77 5.39 39.77 32.6V134.13z"/>
  <path fill="#3D3D3D" d="M397.8 145.88c8.07-0.43 9.68-1.51 9.68-19.22V82.4c0-17.72-1.61-18.79-9.68-19.25v-6.8l40.58-8.18v17.92h0.4c3.63-5.82 11.91-16.62 28.07-16.62 17.15 0 26.64 10.13 26.64 28.28v48.92c0 17.71 1.61 18.79 9.27 19.22v7.01h-48.42v-7.01c6.04-0.43 7.67-1.51 7.67-19.22V85.95c0-13.59-0.4-21.58-9.29-21.58 -6.47 0-13.74 6.89-13.74 13.17v49.13c0 17.71 1.63 18.79 7.67 19.22v7.01H397.8V145.88"/>
  <path fill="#3D3D3D" d="M0 145.88c9.7 0 9.9-5.39 9.9-13.61V72.93c0-7.79-2.63-10.37-9.9-10.37v-6.21l41.4-8.18v84.1c0 8.22 0.2 13.61 7.87 13.61v7.01H0V145.88"/>
  <path fill="#3D3D3D" d="M53.76 145.88c9.69 0 9.87-5.39 9.87-13.61V25.02c0-7.77-2.61-10.38-9.87-10.38V8.45l41.4-8.18v132.01c0 8.22 0.18 13.61 7.85 13.61v7.01H53.76V145.88"/>
  <path fill="#3D3D3D" d="M560.96 145.88c9.69 0 11.5-1.95 11.5-19.22V64.37h-11.5v-9.95h11.5V34.56c0-22.9 15.97-34.56 36.16-34.56 13.12 0 28.63 6.71 28.63 23.11 0 7.99-5.21 13.4-12.48 13.4 -7.1 0-11.33-5.2-11.33-12.76 0-4.31 1.4-7.15 5.53-9.54 5.04-2.88 1.04-7.61-6.34-7.93 -22.92-1.08-8.67 16.54-8.67 38.87v9.27h16.95v9.95h-16.95v62.29c0 16.62 5.44 19.22 16.95 19.22v7.01h-59.95V145.88"/>
  <path fill="#3D3D3D" d="M673.57 92.23c0-22.04 0.8-36.5-11.71-36.5 -14.73 0-14.33 25.26-14.73 36.5H673.57M647.33 99.79c-0.4 18.34 7.04 38.23 26.64 38.23 14.94 0 22.01-11.88 24.41-15.77l4.46 2.79c-0.81 2.82-2.63 6.7-4.46 9.28 -9.27 14.26-21.18 21.4-37.55 21.4 -30.67 0-45.21-24.4-45.21-54.42 0-29.15 17.37-51.83 46.24-51.83 15.74 0 31.48 9.71 36.94 25.92 3.23 9.28 3.81 16.41 3.41 24.4H647.33z"/>
  <path fill="#3D3D3D" d="M709.71 118.36h4.05c2.41 13.38 12.71 31.1 27.05 31.1 7.65 0 15.13-3.89 15.13-12.97 0-5.61-2.83-9.06-5.86-11.46 -4.03-3.24-8.08-5.38-15.94-9.49l-8.69-5.17c-9.9-6.28-16.75-16-16.75-28.74 0-19.65 12.71-32.17 30.88-32.17 7.89 0 12.31 1.07 15.56 2.36 3.22 1.1 5.04 2.38 7.05 2.38 2.85 0 4.63-2.38 4.63-4.74h4.24v32.6h-3.41c-2.21-12.51-11.31-26.33-24.23-26.33 -6.24 0-13.11 3.87-13.11 11.88 0 10.35 11.3 14.02 22.81 20.08 11.3 6.03 22.63 14.23 22.63 33.89 0 21.17-14.36 34.12-33.74 34.12 -10.5 0-19.17-4.96-22.81-4.96 -2.63 0-4.63 2.6-5.26 4.96h-4.23L709.71 118.36"/>
  <path fill="#3D3D3D" d="M819.71 132.82c-0.4 6.91 0.41 9.08 4.44 9.08 5.26 0 8.89-8.21 9.5-9.31l4.23 2.6c-6.47 14.48-14.16 20.51-29.27 20.51 -7.9 0-20.4-3.25-20.4-21.58V64.37h-10.9V55.8c17.52-3.45 30.95-20.48 34.87-40.9h7.53v39.52h16.77v9.95h-16.77L819.71 132.82"/>
  <path fill="#3D3D3D" d="M902.8 88.13c-0.4-14.05-1.2-32.39-15.33-32.39 -14.34 0-14.76 18.34-15.16 32.39v28.92c0.4 14.05 0.82 32.41 15.16 32.41 14.13 0 14.93-18.36 15.33-32.41V88.13M887.47 49.47c28.25 0 48.87 22.23 48.87 53.11 0 30.91-20.62 53.14-48.87 53.14 -28.08 0-48.65-22.23-48.65-53.14C838.82 71.7 859.39 49.47 887.47 49.47z"/>
  <path fill="#3D3D3D" d="M172.89 35.8c1.66 0 2.87-0.45 3.92-1.8V40h5.28V21.55h-4.83v2.1c-0.91-1.65-2.27-2.4-4.38-2.4 -3.78 0-5.89 3.45-5.89 7.05C167 33.24 169.87 35.8 172.89 35.8zM174.7 25.3c1.66 0 2.27 1.65 2.27 3.15 0 1.35-0.75 3.15-2.27 3.15 -1.97 0-2.42-1.65-2.42-3.3C172.29 26.8 173.05 25.3 174.7 25.3z"/>
  <path fill="#3D3D3D" d="M189.5 35.8c2.27 0 3.47-0.45 4.83-2.4v1.95h4.83V21.7h-5.28v6.6c0 2.1-0.45 3.3-1.97 3.3 -1.36 0-1.97-0.6-1.97-2.55v-7.34h-5.28v8.4C184.67 34 186.63 35.8 189.5 35.8z"/>
  <path fill="#3D3D3D" d="M208.98 35.64c4.38 0 7.7-2.25 7.7-7.34 0-4.2-3.02-7.04-7.7-7.04 -4.53 0-7.55 2.7-7.7 7.34C201.29 33.24 204.6 35.64 208.98 35.64zM208.98 24.85c1.36-0.15 2.27 1.5 2.27 3.45 0 2.7-0.75 3.75-2.27 3.75 -1.36 0-2.27-1.2-2.27-3.75C206.72 26.8 207.32 24.85 208.98 24.85z"/>
  <path fill="#3D3D3D" d="M219.85 30.54c0 4.65 0.91 5.25 7.85 4.8V31.44h-0.91c-1.51 0-1.66-0.45-1.66-1.65v-4.95h2.56v-3.15h-2.56v-4.2h-5.28v4.2h-1.97v3.15h1.97V30.54L219.85 30.54z"/>
  <rect x="230.57" y="16" fill="#3D3D3D" width="5.28" height="3.9"/>
  <rect x="230.57" y="21.7" fill="#3D3D3D" width="5.28" height="13.64"/>
  <path fill="#3D3D3D" d="M244.62 35.8c1.66 0 2.87-0.6 4.08-2.25v1.8 0.15h4.83V16.6h-5.28v6.45c-1.06-1.35-2.27-1.8-3.92-1.8 -3.33 0-5.74 3-5.74 7.5C238.58 32.65 240.54 35.8 244.62 35.8zM245.98 25.45c1.81 0 2.27 1.65 2.27 3.15 0 1.65-0.61 3.15-2.42 3.3 -1.81 0-2.11-1.65-2.11-3.15C243.72 27.25 244.17 25.45 245.98 25.45z"/>
  <rect x="256.25" y="21.7" fill="#3D3D3D" width="5.28" height="13.64"/>
  <rect x="256.25" y="16" fill="#3D3D3D" width="5.28" height="3.9"/>
  <path fill="#3D3D3D" d="M263.8 31.44c0 2.85 2.27 4.2 4.83 4.2 1.97 0 3.47-0.3 4.99-1.8l0.3 1.5h5.58v-0.3c-0.75-0.6-0.75-1.05-0.75-1.8v-6.45c0-3.3-0.45-5.69-6.8-5.69 -5.44 0-7.39 1.8-7.39 4.65h5.13c0-1.2 1.06-1.35 1.81-1.35 0.61 0 1.81 0 1.81 1.05C273.32 28 263.8 25.15 263.8 31.44zM273.46 29.19c0.16 1.95-0.61 3.45-2.42 3.45 -1.06 0-1.66-0.45-1.66-1.2C269.38 29.64 271.65 30.09 273.46 29.19z"/>
  <path fill="#3D3D3D" d="M286.9 28.44c0-1.8 0.45-2.85 2.11-2.85 1.51 0 1.81 1.2 1.81 2.55v7.2h5.28v-8.24c0-3.75-1.66-5.85-5.13-5.85 -1.97 0-3.33 0.9-4.53 2.55v-2.1h-4.83V35.49h5.28V28.44L286.9 28.44z"/>
  <path fill="#3D3D3D" d="M305.93 35.64c4.38 0 7.7-2.25 7.7-7.34 0-4.2-3.02-7.04-7.7-7.04 -4.53 0-7.55 2.7-7.7 7.34C298.23 33.24 301.54 35.64 305.93 35.64zM305.93 24.85c1.36-0.15 2.27 1.5 2.27 3.45 0 2.7-0.75 3.75-2.27 3.75 -1.36 0-2.27-1.2-2.27-3.75C303.67 26.8 304.26 24.85 305.93 24.85z"/>
  <path fill="#3D3D3D" d="M331.6 35.64c1.97 0 3.63-0.45 4.99-1.35 1.36-0.9 2.27-2.25 2.56-4.35h-5.44c-0.15 1.2-0.75 2.1-2.11 2.1 -1.51 0-2.27-1.35-2.27-3.45 0-1.65 0.3-3.75 2.27-3.75 0.61 0 1.06 0.3 1.36 0.6 0.3 0.3 0.61 0.75 0.61 1.35v0.15H339c-0.45-4.2-3.78-5.69-7.4-5.69 -4.53 0-7.7 2.7-7.7 7.34C323.9 33.1 327.22 35.64 331.6 35.64z"/>
  <path fill="#3D3D3D" d="M348.66 35.64c4.38 0 7.7-2.25 7.7-7.34 0-4.2-3.02-7.04-7.7-7.04 -4.53 0-7.55 2.7-7.7 7.34C340.96 33.24 344.28 35.64 348.66 35.64zM348.66 24.85c1.36-0.15 2.27 1.5 2.27 3.45 0 2.7-0.75 3.75-2.27 3.75 -1.36 0-2.27-1.2-2.27-3.75C346.39 26.8 347 24.85 348.66 24.85z"/>
  <path fill="#3D3D3D" d="M363.91 35.19v-6.75c0-1.65 0.3-3 1.81-3 1.36 0 1.81 0.9 1.81 2.85v7.05h5.28v-6.75c0-1.65 0.3-3 1.81-3 1.36 0 1.81 0.9 1.81 2.85v7.05h5.28v-8.1c0-3.75-1.2-6-5.13-6 -1.97 0-3.47 0.9-4.67 2.55 -0.61-1.5-1.97-2.55-4.38-2.55 -1.97 0-3.62 1.35-4.23 2.4v-2.1h-4.67v13.5h5.27V35.19z"/>
  <path fill="#3D3D3D" d="M388.98 35.8c2.27 0 3.47-0.45 4.83-2.4v1.95h4.83V21.7h-5.28v6.6c0 2.1-0.45 3.3-1.97 3.3 -1.36 0-1.97-0.6-1.97-2.55v-7.34h-5.28v8.4C384.15 34 386.11 35.8 388.98 35.8z"/>
  <path fill="#3D3D3D" d="M406.5 28.44c0-1.8 0.45-2.85 2.11-2.85 1.51 0 1.81 1.2 1.81 2.55v7.2h5.28v-8.24c0-3.75-1.66-5.85-5.14-5.85 -1.97 0-3.33 0.9-4.53 2.55v-2.1h-4.83V35.49h5.28L406.5 28.44 406.5 28.44z"/>
  <rect x="418.72" y="21.7" fill="#3D3D3D" width="5.28" height="13.64"/>
  <rect x="418.72" y="16" fill="#3D3D3D" width="5.28" height="3.9"/>
  <path fill="#3D3D3D" d="M433.52 32.79c-0.61 0-1.06-0.15-1.36-0.45 -0.45-0.3-0.61-0.6-0.61-1.2h-5.14c0.3 3.75 3.78 4.64 6.8 4.64 4.99 0 7.25-1.95 7.25-4.8 0-5.1-8.45-3.75-8.45-5.69 0-0.6 0.61-0.9 1.51-0.9 0.45 0 0.75 0 1.06 0.3 0.16 0.3 0.45 0.6 0.45 1.05h4.83c-0.3-3.6-3.78-4.35-6.64-4.35 -2.72 0-6.34 1.05-6.34 4.5 0 5.25 8.3 3.45 8.3 5.7C435.19 32.49 434.28 32.79 433.52 32.79z"/>
  <path fill="#3D3D3D" d="M443.65 30.54c0 4.65 0.91 5.25 7.85 4.8V31.44h-0.91c-1.51 0-1.66-0.45-1.66-1.65v-4.95h2.56v-3.15h-2.56v-4.2h-5.28v4.2h-1.97v3.15h1.97V30.54L443.65 30.54z"/>
  <path fill="#3D3D3D" d="M453.31 31.44c0 2.85 2.27 4.2 4.83 4.2 1.97 0 3.47-0.3 4.99-1.8l0.3 1.5H469v-0.3c-0.75-0.6-0.75-1.05-0.75-1.8v-6.45c0-3.3-0.45-5.69-6.8-5.69 -5.44 0-7.4 1.8-7.4 4.65h5.14c0-1.2 1.06-1.35 1.81-1.35 0.61 0 1.81 0 1.81 1.05C462.82 28 453.31 25.15 453.31 31.44zM462.98 29.19c0.16 1.95-0.45 3.45-2.42 3.45 -1.06 0-1.66-0.45-1.66-1.2C458.9 29.64 461.16 30.09 462.98 29.19z"/>
</svg>" title="il manifesto - quotidiano comunista" />
</a>
</h1>
<div class="date-info visible-xs visible-sm">
<div id="mdate">
<em>Edizione del 8 marzo 2014</em></div>
<div id="latest_update">
<span>•</span> aggiornata oggi alle 11:53</div>
</div>
</div>
</div>
<input class="sb-search-input" id="s" name="s" placeholder="Ricerca" type="search" value="" />
<span class="sb-icon-search"></span>
</div>
</div>
</div>
<header class="banner navbar navbar-default navbar-static-top affix" data-offset-top="141" data-spy="affix" role="banner"><div class="container">
<nav class="navbar-collapse" role="navigation"><div class="megaMenuContainer megaMenu-nojs megaResponsive megaResponsiveToggle wpmega-nojs megaMenuOnHover megaFullWidth megaMenuHorizontal wpmega-noconflict megaMinimizeResiduals megaResetStyles" id="megaMenu">
<ul class="megaMenu" id="megaUber">
<li class="menu-item menu-item-type-custom menu-item-object-custom menu-item-has-children mega-with-sub ss-nav-menu-item-8 ss-nav-menu-item-depth-0 ss-nav-menu-mega ss-nav-menu-mega-fullWidth mega-colgroup mega-colgroup-3 ss-nav-menu-mega-alignCenter" id="menu-item-62788"><div class="wpmega-nonlink uberClearfix">
<div class="sb-search" id="sb-search">
</div>
</div>
<a href="http://ilmanifesto.it/i-segreti-di-tina-modotti/#"><span class="wpmega-link-title"></span></a>
</li>
</ul>
</div>
</nav>
</div>
</header>
<div class="wrap" role="document">
<div class="content">
<div class="main" role="main">
<div class="post-66596 post type-post status-publish format-standard hentry category-alias" id="article" itemscope="" itemtype="http://schema.org/NewsArticle">
<div class="container">
<br /> <h1 class="entry-title" itemprop="name">
I segreti di Tina Modotti</h1>
<div class="" id="entry-meta">
<div class="meta-content">
<div class="byline author vcard">
<span>—Giancarlo Bocchi</span>, <time class="published" datetime="2014-03-08T01:15:13+01:00">8.3.2014</time>
</div>
</div>
</div>
<div id="occhiello" itemprop="description">
<span>Biografie eccentriche. </span>L'ultima
parte della sua vita è la più misteriosa. Alcuni documenti inediti
sulla fotografa e agitatrice politica che attraversò Hollywood, il
Messico, Mosca</div>
</div>
<div class="container image">
<div class="row">
<figure class="centre" id="fig1"><img class="lazy-loaded img-thumbnail" src="http://ilmanifesto.it/wordpress/wp-content/uploads/2014/03/07/tina_modotti_with_her_arms_raised_-_edward_weston.jpg" /><span class="icons"></span><figcaption class="container">↳ Tina Modotti fotografata da Edward Weston</figcaption></figure></div>
</div>
<div class="container">
<div class="entry-content row" itemprop="articleBody">
<div class="reading-tools">
<div class="share-tool sharer-0" style="display: block;">
<label class="entypo-export"><span>condividi</span></label><div class="social top center">
<ul>
<li class="entypo-twitter" data-network="twitter"><br /></li>
<li class="entypo-facebook" data-network="facebook"><br /></li>
<li class="entypo-gplus" data-network="gplus"><br /></li>
</ul>
</div>
</div>
</div>
Delle molte vite di Tina Modotti, operaia nelle filande,
attrice a Hollywood, musa di artisti e fotografi come Diego Rivera
ed Edward Weston, fotografa di fama internazionale, scrittrice di
pamphlet, agitatrice politica, si sa molto. Ma c’è un’ultima vita,
per molti aspetti ancora sconosciuta e gravida di segreti, che
è tuttora avvolta nelle nebbie della Storia.<br />
Ebbe inizio nell’ottobre del 1930 in Unione Sovietica, quando la
Modotti dopo l’espulsione per motivi politici dal Messico giunse
a Mosca dopo un breve e infelice soggiorno a Berlino. Anche se Tina
mascherava i suoi sentimenti citando spesso una frase di Nietzche —
«Ciò che non mi uccide mi dà forza» — nell’animo era turbata
e smarrita. L’anno prima il suo compagno, il rivoluzionario
cubano Antonio Mella, era morto tra le sue braccia in una strada di
Mexico City vittima di un agguato politico dai contorni rimasti
oscuri. Giunta a Mosca, l’affascinante fotografa dai capelli corvini
e dagli occhi di carbone, elegante, con le calze di seta e profumata
con costose essenze francesi, scoprì che il suo amico
e accompagnatore nel viaggio sul piroscafo Edam dal Messico in
Europa, l’agente stalinista Vittorio Vidali, uomo dai mille volti,
il 2 ottobre si era sposato usando il nome di copertura di Jorge
Contreras con Paulina Hafkina, una giovanissima russa, che
aspettava un figlio da lui.<br />
A Mosca Tina era alla ricerca di una nuova vita e di nuovi
interessi. Era conosciuta come un’artista della fotografia, ma non
era d’accordo se «le parole arte e artistico vengono applicate al mio
lavoro… Mi considero una fotografa e niente di più». Invece di
fotografare la complessa realtà della prima nazione del comunismo,
Tina iniziò a lavorare per il Mopr (Soccorso rosso
internazionale). In un documento autografo del 23 novembre 1930
dichiarò che Jorge Contreras (alias Vittorio Vidali) gli aveva
consegnato i documenti dei Dipartimenti latino-americano,
italiano, portoghese e spagnolo in ordine e aggiornati. Insieme
all’ambizioso e spietato, Tina scrisse anche diverse lettere e risolse
alcuni problemi delle sezioni canadesi, statunitensi, irlandesi
del Soccorso rosso.<br />
A Mosca Tina però non riuscì a fotografare. Perché non fu più
capace di ritrovare nelle immagini quella originale sintesi tra
forma e ideologia per quale era famosa? La luce slavata e tetra di
Mosca, le difficoltà nel trovare i materiali fotografici per la
sua Granflex e nell’ottenere i permessi per gli scatti non sono motivi
sufficienti a giustificare una crisi artistica così profonda.
«Vivo una vita completamente nuova, tanto che mi sento diversa»
scrisse a Edward Weston, il grande fotografo americano suo
confidente che l’aveva avviata alla fotografia.<br />
Fino a qualche mese prima Tina aveva pensato che le immagini
potessero produrre un cambiamento del mondo. Da quando era partita
dal Messico con Vidali questo convincimento era stato rimpiazzato
dall’idea dell’azione diretta, dell’agire come una vera
rivoluzionaria. L’Ufficio speciale della Ogpu (la polizia segreta
sovietica antesignana dell’Nkvd) il 12 marzo 1931 ricevette una
richiesta da Elena Stassova, presidente di Soccorso Rosso, dove si
chiedeva di autorizzare Tina a prendere visione e occuparsi di
documenti segreti. La Quinta sezione speciale dell’Ogpu rispose il 24
aprile 1931, autorizzando la Modotti a svolgere quel lavoro segreto.<br />
Da tempo le sezioni segrete di Soccorso rosso e del Comintern (la
sezione supersegreta denominata Oss) agivano all’estero in stretta
collaborazione e in supporto con i Servizi segreti sovietici,
l’Ogpu (che diventerà poi Nkvd) e il Gru dell’Armata Rossa. Anche se
Tina era riuscita a vendere l’ingombrante Granflex e a sostituirla
con una modernissima (e introvabile in Urss) Leica mod. 1932 con
esposimetro incorporato; anche se poteva diventare la fotografa
ufficiale di qualche importante istituzione dello Stato sovietico,
rifiutò ripetutamente le offerte di scattare foto.<br />
In quei mesi aveva anche chiarito il rapporto con Vidali. In
passato non si era preoccupata di avere avventure multiple, ma
giunta a Mosca pensava solo ai suoi doveri e alla sua integrità di
rivoluzionaria. Per questo scrisse in una autobiografia per
presentarsi al Comintern: «Il nome di mio marito è Vittorio Vidali
(Jorge Contrera). È di origine italiana. È membro del Partito
Comunista ed è da anni rivoluzionario professionista». La sua
autobiografia è un documento interessante. Tralasciando il fatto
che Vidali avesse sposato qualche tempo prima una giovane russa, nel
documento compaio significative omissioni sul passato lavoro di
attrice nel cinema di Hollywood o sulla sua storia d’amore con il
rivoluzionario Antonio Mella, amico di Andreu Nin, e in odore di
trotskismo. Ma questa inconsueta autobiografia dattiloscritta
offre anche un interessante spaccato psicologico di Tina. «Quando
avevo nove anni mio padre emigrò negli Stati Uniti in cerca di lavoro.
Per lunghi intervalli di molti mesi non ricevemmo da lui nessuna
notizia né spedì soldi a casa per mancanza di lavoro. Ciò significa
che dovevamo vivere praticamente di carità. All’età di 13 anni
cominciai a lavorare e da quel momento in poi mi sono sempre
guadagnata da vivere lavorando».<br />
Nell’autobiografia del 1932 Tina si sentiva ancora una fotografa.
«Considero la fotografia la mia professione perché è quella in
cui ho lavorato più tempo e conosco tutte le fasi di questo lavoro».
C’è però una nota conclusiva che fa pensare ad altre aspirazioni:
«Conosco le seguenti lingue: italiano, spagnolo, inglese, nelle
quali so scrivere e leggere. Inoltre conosco il tedesco e il
francese, ma non correttamente e senza saperle scrivere».<br />
Vittorio Vidali pensava da tempo che Tina fosse la persona ideale
per il «lavoro segreto». Con il suo viso dolce e pulito, la sua
eleganza naturale, la sua bella presenza poteva superare ogni
confine. E per un agente segreto la fotografia era sempre più un
lusso. «Questa rivoluzionaria italiana, artista straordinaria
con la sua macchina fotografica, andò in Urss per fotografare la
gente e i monumenti. Ma venne rapita dal ritmo incontenibile del
socialismo in pieno fer<cw-5>mento e gettò la macchina
fotografica nel fiume di Mosca, promettendo di consacrare la
propria vita al più umile lavoro del Partito comunista» scrisse nel
1974 Pablo Neruda, amico della Modotti. In realtà Tina, prima di entrare
definitivamente nella nuova vita delle ombre, degli specchi, dei
misteri e dei segreti non gettò «la macchina fotografica nel fiume
di Mosca».</cw-5><br />
Il 13 giugno 1932 nella stanza che occupava nello squallido
e polveroso Hotel Soyuznaya, dopo aver sistemato obiettivo ed
esposizione della sua Leica, la porse ad Angelo Masutti un ragazzo
sedicenne che aiutava Vidali a Soccorso Rosso dicendogli:
«Prendila… e fammi una foto». Il giovane scattò con la Leica una prima
foto in controluce e un’altra con Tina semigirata verso la
finestra. E poi una terza di Tina con Vidali dall’aria stranamente
protettiva. Angelo Masutti fece per restituirle la macchina
fotografica, ma Tina lo fermò dicendogli: «Tienila». Era ormai
convinta che «Il partito avesse sempre </div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
ragione». E come
disse il regista Sergej Eisenstein, «aveva sacrificato l’arte per
la politica».
Tina iniziò a svolgere missioni segrete in Spagna, Francia,
Germania, portando soldi, documenti, ordini, direttive.
L’affascinante ed elegante signora «bela y hermosa» arrivata dal
Messico qualche anno prima piena di forza, era diventata una donna
silenziosa, triste, spesso depressa. Allo scoppio della Guerra civile
spagnola i fotografi Robert Capa, David Seymour e Gerda Taro la
incitarono a tornare a fotografare. Ma Tina preferì il lavoro con
le autoambulanze e negli ospedali con il nome di battaglia di «Vera
Martini» e successivamente con lo pseudonimo di «Maria» tornò al
lavoro segreto sempre più triste e spenta.<br />
Non si sa se partecipò ai complotti, alle trappole che
portarono alle uccisioni degli oppositori di Stalin, degli
anarchici e dei comunisti antistalinisti di Andreu Nin del Poum,
delle quali fu accusato più volte «il marito» Vittorio Vidali. Al
momento della sconfitta delle forze repubblicane di Spagna era una
donna esausta, sofferente, sconfitta. Era invecchiata
precocemente. Tornò in Messico e visse ancora qualche anno sempre
più stanca, sempre più triste, dilaniata dagli incubi del passato.
Morì all’alba del 6 gennaio. Sola, su un taxi nelle vie di Mexico city,
dopo una lite con Vidali. Era stata definitivamente fagocitata
dalle persone per le quali aveva abbandonato la sua arte.<br />
<div class="read-offline">
<label>Leggi l´articolo anche in:</label><div class="readoffline-shortcode">
<a class="pdf" href="http://ilmanifesto.it/read-offline/66596/i-segreti-di-tina-modotti.pdf" title=" i-segreti-di-tina-modotti.pdf"> Pdf</a><a class="epub" href="http://ilmanifesto.it/read-offline/66596/i-segreti-di-tina-modotti.epub" title=" i-segreti-di-tina-modotti.epub"> ePub</a><a class="mobi" href="http://ilmanifesto.it/read-offline/66596/i-segreti-di-tina-modotti.mobi" title=" i-segreti-di-tina-modotti.mobi"> mobi</a></div>
</div>
<div class="container disqus">
<div class="entry-content row" itemprop="comment">
<div id="commenting">
<span id="link-to-comments"></span>
</div>
</div>
</div>
<footer class="container category-listing">
<div class="row">
<div id="same-category">
<span class="h2 category">Articoli Correlati</span> <div>
<h3>
<a href="http://ilmanifesto.it/granjon-e-il-suo-bestiario-umano/" rel="bookmark" title="Permanent Link to Granjon e il suo bestiario umano">
Granjon e il suo bestiario umano </a>
</h3>
<div class="excerpt hidden-xs">
Regista d’animazione
e illustratore francese, Pierre-Luc Granjon è artista che si
esprime con diverse tecniche e modalità espressive quali disegno,
grafica, scultura, scenografia, decoupage. Dal suo primo corto
Petite escapade del…</div>
</div>
<div>
<h3>
<a href="http://ilmanifesto.it/lo-specchio-scuro-e-la-stella/" rel="bookmark" title="Permanent Link to Lo specchio scuro e la stella">
Lo specchio scuro e la stella </a>
</h3>
<div class="excerpt hidden-xs">
uro e la stella
Raffaele K. Salinari Nella chiesa di S. Luigi dei Francesi, a Roma,
c’è una tomba che reca questo epitaffio: «Rappresentò in modo
meraviglioso i raggi…</div>
</div>
<div>
<h3>
<a href="http://ilmanifesto.it/lo-stato-della-follia/" rel="bookmark" title="Permanent Link to Lo stato della follia">
Lo stato della follia </a>
</h3>
<div class="excerpt hidden-xs">
Il documentario “Lo
Stato della follia” di Francesco Cordio, selezionato per la
cinquina dei David di Donatello, è un viaggio necessario
e sofferto nella realtà degli OPG, gli Ospedali Psichiatrici…</div>
</div>
<div>
<h3>
<a href="http://ilmanifesto.it/donne-sud-mafia-scrigno-prezioso/" rel="bookmark" title="Permanent Link to Donne sud mafia, scrigno prezioso">
Donne sud mafia, scrigno prezioso </a>
</h3>
<div class="excerpt hidden-xs">
Quelli di Donne, sud,
mafia li ho sentiti come segnali affidati al mare, pietruzze
lanciate nell’acqua a disegnare traiettorie di riflessione,
movimenti, correnti, turbinii. Così, date anche le mie…</div>
</div>
<div>
<h3>
<a href="http://ilmanifesto.it/il-diario-londinese-di-lorenza-mazzetti/" rel="bookmark" title="Permanent Link to Il Diario londinese di Lorenza Mazzetti">
Il Diario londinese di Lorenza Mazzetti </a>
</h3>
<div class="excerpt hidden-xs">
Un elfo, un folletto,
una magia: questa è Lorenza Mazzetti, ancora oggi come ai tempi del
Free Cinema inglese. Se ci si accosta alla sua storia se ne resta
frastornati,…</div>
</div>
<div>
<h3>
<a href="http://ilmanifesto.it/un-pellegrino-sulle-alpi/" rel="bookmark" title="Permanent Link to Un pellegrino sulle Alpi">
Un pellegrino sulle Alpi </a>
</h3>
<div class="excerpt hidden-xs">
Vignola, provincia di
Modena, venerdì di Pasqua 2011. Devis Bellucci, 33 anni, professione
Assegnista di ricerca, vale a dire ricercatore precario, presso la
facoltà di Fisica dell’università di Modena…</div>
</div>
</div>
</div>
</footer>
<footer>
<div class="breadcrumb-container hidden-xs" role="breadcrumb">
<div class="container">
<div class="row">
<ol class="breadcrumb" id="breadcrumbs" itemprop="breadcrumb">
<li><span>IL MANIFESTO</span></li>
<li><a href="http://ilmanifesto.it/sezioni/alias/">Alias</a></li>
<li class="current"><a href="http://ilmanifesto.it/i-segreti-di-tina-modotti/">I segreti di Tina Modotti</a></li>
</ol>
</div>
</div>
</div>
<div class="content-info" role="contentinfo">
<div class="container">
<div class="row">
<div class="footer-item user">
<section class="widget nav_menu-5 widget_nav_menu">
<div class="widget-inner">
<h4>
Link Utente</h4>
<div class="menu-user-menu-container">
<ul class="menu" id="menu-user-menu">
<li class="menu-item menu-item-type-custom menu-item-object-custom menu-item-48786" id="menu-item-48786">
<a href="http://ilmanifesto.it/profilo">Il mio Profilo</a>
</li>
<li class="menu-item menu-item-type-custom menu-item-object-custom menu-item-48787" id="menu-item-48787">
<a href="http://ilmanifesto.it/logout">Logout</a>
</li>
</ul>
</div>
</div>
</section>
<section class="widget nav_menu-9 widget_nav_menu"><div class="widget-inner">
<h4>
Abbonamenti</h4>
<div class="menu-abbonamenti-container">
<ul class="menu" id="menu-abbonamenti">
<li class="menu-item menu-item-type-post_type menu-item-object-page menu-item-49678" id="menu-item-49678"><a href="http://ilmanifesto.it/domande-frequenti/">Domande frequenti</a></li>
<li class="menu-item menu-item-type-post_type menu-item-object-page menu-item-49661" id="menu-item-49661"><a href="http://ilmanifesto.it/tariffe-abbonamento-2013-2014/">Tariffe 2013–2014</a></li>
<li class="menu-item menu-item-type-post_type menu-item-object-page menu-item-49659" id="menu-item-49659"><a href="http://ilmanifesto.it/convenzioni/">Convenzioni</a></li>
<li class="menu-item menu-item-type-post_type menu-item-object-page menu-item-49662" id="menu-item-49662"><a href="http://ilmanifesto.it/termini-e-condizioni/">Termini e Condizioni</a></li>
<li class="menu-item menu-item-type-post_type menu-item-object-page menu-item-49660" id="menu-item-49660"><a href="http://ilmanifesto.it/privacy/">Privacy</a></li>
</ul>
</div>
</div>
</section> </div>
<div class="footer-item social">
<section class="widget nav_menu-4 widget_nav_menu"><div class="widget-inner">
<h4>
Il Manifesto</h4>
<div class="menu-top-left-container">
<ul class="menu" id="menu-top-left-1">
<li class="menu-item menu-item-type-post_type menu-item-object-page menu-item-49654"><a href="http://ilmanifesto.it/changelog/">Beta 0.9.2</a></li>
<li class="menu-item menu-item-type-post_type menu-item-object-page menu-item-48311"><a href="http://ilmanifesto.it/gerenza/">Gerenza</a></li>
<li class="menu-item menu-item-type-post_type menu-item-object-page menu-item-49655"><a href="http://ilmanifesto.it/sostienici/">Sostienici</a></li>
</ul>
</div>
</div>
</section><section class="widget nav_menu-7 widget_nav_menu"><div class="widget-inner">
<h4>
Social Network</h4>
<div class="menu-social-menu-container">
<ul class="menu" id="menu-social-menu">
<li class="menu-item menu-item-type-custom menu-item-object-custom menu-item-48782" id="menu-item-48782"><a href="http://facebook.com/ilmanifesto">Facebook</a></li>
<li class="menu-item menu-item-type-custom menu-item-object-custom menu-item-48783" id="menu-item-48783"><a href="http://twitter.com/ilmanifesto">Twitter</a></li>
<li class="menu-item menu-item-type-custom menu-item-object-custom menu-item-48784" id="menu-item-48784"><a href="https://plus.google.com/+IlmanifestoMobi/posts">Google Plus</a></li>
<li class="menu-item menu-item-type-custom menu-item-object-custom menu-item-48785" id="menu-item-48785"><a href="http://youtube.com/ilmanifestoweb">Youtube</a></li>
</ul>
</div>
</div>
</section> </div>
<div class="footer-item news hidden-xs">
<section class="widget nav_menu-6 widget_nav_menu"><div class="widget-inner">
<h4>
Notizie</h4>
<div class="menu-menu-sezioni-container">
<ul class="menu" id="menu-menu-sezioni">
<li class="menu-item menu-item-type-taxonomy menu-item-object-category menu-item-48775" id="menu-item-48775"><a href="http://ilmanifesto.it/sezioni/politica/">Politica</a></li>
<li class="menu-item menu-item-type-taxonomy menu-item-object-category menu-item-48781" id="menu-item-48781"><a href="http://ilmanifesto.it/sezioni/lavoro/">Lavoro</a></li>
<li class="menu-item menu-item-type-taxonomy menu-item-object-category menu-item-48778" id="menu-item-48778"><a href="http://ilmanifesto.it/sezioni/cultura/">Cultura</a></li>
<li class="menu-item menu-item-type-taxonomy menu-item-object-category menu-item-48777" id="menu-item-48777"><a href="http://ilmanifesto.it/sezioni/italia/">Italia</a></li>
<li class="menu-item menu-item-type-taxonomy menu-item-object-category menu-item-48779" id="menu-item-48779"><a href="http://ilmanifesto.it/sezioni/europa/">Europa</a></li>
<li class="menu-item menu-item-type-taxonomy menu-item-object-category menu-item-48776" id="menu-item-48776"><a href="http://ilmanifesto.it/sezioni/internazionale/">Internazionale</a></li>
<li class="menu-item menu-item-type-taxonomy menu-item-object-category menu-item-48780" id="menu-item-48780"><a href="http://ilmanifesto.it/sezioni/economia/">Economia</a></li>
</ul>
</div>
</div>
</section> </div>
<div class="footer-item last">
<section class="widget nav_menu-8 widget_nav_menu"><div class="widget-inner">
<h4>
Collettivo</h4>
<div class="menu-menu-collettivo-container">
<ul class="menu" id="menu-menu-collettivo">
<li class="menu-item menu-item-type-custom menu-item-object-custom menu-item-60186" id="menu-item-60186"><a href="http://ilmanifesto.it/la-nostra-storia/">La storia del manifesto</a></li>
<li class="menu-item menu-item-type-custom menu-item-object-custom menu-item-60086" id="menu-item-60086"><a href="http://ilmanifesto.it/lo-statuto-del-manifesto/">Statuto del manifesto</a></li>
<li class="menu-item menu-item-type-custom menu-item-object-custom menu-item-60087" id="menu-item-60087"><a href="http://ilmanifesto.it/il-regolamento-del-manifesto/">Regolamento del manifesto</a></li>
<li class="menu-item menu-item-type-custom menu-item-object-custom menu-item-48773" id="menu-item-48773"><a href="http://www.ilmanifesto.it/fondatori">Fondatori</a></li>
<li class="menu-item menu-item-type-post_type menu-item-object-page menu-item-60559" id="menu-item-60559"><a href="http://ilmanifesto.it/pubblicita-sul-manifesto/">Pubblicità sul manifesto</a></li>
</ul>
</div>
</div>
</section> </div>
</div>
</div>
</div>
<div class="" id="copyright">
<div class="container">
©<span itemprop="copyrightYear"> 2014</span><span itemprop="copyrightHolder">
il nuovo manifesto società coop. editrice
</span><br />
</div>
</div>
</footer>
pietrohttp://www.blogger.com/profile/10775337361602743182noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9147264970697142063.post-84083429260170046932014-01-22T10:16:00.001-08:002014-01-22T10:16:58.773-08:00centenario nascita PCI <h5 class="uiStreamMessage userContentWrapper" data-ft="{"type":1,"tn":"K"}">
<span class="messageBody" data-ft="{"type":3,"tn":"K"}"><div>
<span class="userContent">Centenario della nascita del PCI<br /> <br />
Il PCI è nato in anni di tragedia. La tragedia ha segnato per molti
molti anni la sua storia, la sua temperie culturale e sociale. Nasce per
scissione dal PSI nel quale la sinistra non poteva più stare per
l'eccesso di realismo e di collaborazionismo con il governo dei
riformisti che ne avevano il controllo. Anche la Confederazione del
Lavoro era della partita e Rigola, il segretario generale della
Confederazione del Lavoro aveva fatto un accordo con il governo con il
quale sconfessava l'esperienza dei Consigli di Fabbrica. Gli operai
subivano nelle fabbriche il contraccolpo del fallimento della linea
rivoluzionaria che ebbe anche momenti di autogestione della produzione
alla Fiat. Nel Paese dilagavano le squadracce fasciste che distruggevano
e devastavano le Camere del Lavoro, le Cooperative, le Case del Popolo.
Non sarebbero passati due anni ed avremmo avuto la marcia su Roma e la
presa di potere di Mussolini per volontà della monarchia e di quelli che
oggi si chiamerebbero poteri forti. Nel mondo crescevano le tensioni
sociali e politiche conseguenti alla fine della prima guerra mondiale ed
alle sue terribili distruzioni di risorse umane e civili. In Germania
l'esperienza spartachista di Rosa Luxemburg era stata sconfitta dal
governo socialdemocratico. Rosa fu imprigionata dal Ministro
socialdemocratico degli interni ed uccisa a colpi di calci di fucile in
testa testa. Il suo corpo fu straziato per le vie di Berlino.. Il
movimento comunista a cui aveva dato vita decimato. I capi gli
attivisti uccisi o imprigionati per molti anni di galera. La Russia
rivoluzionaria dell'ottobre 1917 era diventata URSS ma era ancora invasa
da oltre un milione di soldati di tutti i paesi capitalistici compresa
l'Italia. Solo dopo anni di durissima guerra il Partito Bolscevico
riuscì a recuperare l'integrità della Patria. Il contesto giustificava
pienamente la nascita del PCI come partito della classe operaia
alternativo alla classe borghese ed al suo potere di classe. Non c'era
nessuna speranza di condizionare dall'interno il PSI come oggi non c'è
nessuna speranza nel PD di condizionare dall'interno Renzi e la sua
maggioranza.La deriva a destra del PSI di allora sebbene contrasta con
una corrente massimalistica era nelle cose. ...<br /> Il destino del
gruppo dirigente comunista eletto a Livorno fu molto duro. A cominciare
da Gramsci avrebbero subito le sentenze del tribunale speciale, il
carcere.Molti sarebbero stati costretti all'esilio altri il confino.Anni
ed anni di prigione sarebbero stati scontati da persone come Terracini,
Amendola e tantissimi altri. <br /> Il PCI mantenne viva la fiaccola
della libertà durante tutto il periodo fascista. Avrebbe continuato la
sua attività, avrebbe collaborato con la terza internazionale, non
avrebbe mai piegato la testa davanti la dittatura,. In Italia durante il
ventennio visse una vita sotterranea e ci furono anni di consenso
popolare al fascismo che facevano sembrare ancora più duro o
addirittura inutile il sacrificio della galera o del confino. <br />
Fino al ventesimo congresso del 1956 il PCI è stato un partito capace di
esprimere una giusta politica comunista a livello internazionale ed
interno. Dopo il ventesimo congresso il tarlo del dubbio relativo al
comunismo realizzato da Lenin e sopratutto da Stalin è diventato
revisionismo. Il revisionismo ha avuto la sua massima espressione
politico-ideologica in Enrico Berlinguer che con la teoria del
compromesso storico e dell'esaurimento della spinta propulsiva del
socialismo avrebbe dirottato un grande partito di due milioni di
iscritti e dieci milioni di elettori, il più grande partito
dell'Occidente, sulla strada senza ritorno non della socialdemocrazia ma
della negazione di se stesso e della stessa radice comunista della sua
storia. <br /> Da Berlinguer siamo giunti a Renzi. Un grande partito che
aveva dalla sua parte la classe operaia più colta del mondo che aveva
detenuto per anni una grande egemonia sulla cultura italiana che era
l'essenza stessa della democrazia praticata in migliaia e migliaia di
sezioni che erano fucina di civiltà democratica vera ora è ridotto al
sostegno di governi antioperai. E' diventato assai peggiore dei
riformisti socialisti dai quali si staccò nel 1921, ha tolto ai
lavoratori tutti i diritti conquistati negli anni della grande riscossa
sindacale ed operaia, è assolutamente incapace di sostenere non solo i
diritti sociali ma anche quelli civili. Insomma il PD di oggi è una mera
agglomerazione elettorale vagamente democratica e disponibile pur di
stare al governo di inghiottire senza battere ciglio qualsiasi rospo.
Credo che andrò avanti con Renzi verso la negazione totale della sua
identità che oramai non c'è piu'<br /> Il tempo che stiamo vivendo non
ha le connotazioni tragiche degli anni venti ma è inquietante per lo
squilibrio che si è creato nel mondo a vantaggio dell'imperialismo USA
che fomenta guerra ed aggressioni e tragedie. Non sappiamo che cosa
succederà ma è certo che il potere dei banchieri di WallStreet è
diventato enorme e che interi popoli vengono dato un pasto ai Roschshild
ed ai Rochefeller. L'Italia non è mai stata tanto sottomessa allo
straniero. Come si avessimo perduto una guerra. Abbiamo perso sovranità
monetaria, militare ed etica. Ma il PD non è impegnato a recuperare
l'autonomia e la sovranità dell'Italia. Ha perduto se stesso nella
retorica europeista ed atlantista,. Non è più niente e certamente viene
disprezzato da coloro che ieri temevano il PCI italiano...<br /> <a href="http://www.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fit.wikipedia.org%2Fwiki%2FBiennio_rosso&h=MAQGTOuubAQFkGiC3ks84zMH5Fr-18pgLyZ0s9U9WCHNgCg&s=1" rel="nofollow nofollow" target="_blank">http://it.wikipedia.org/wiki/Biennio_rosso</a></span></div>
</span></h5>
<div class="clearfix">
<div class="uiCommentContainer">
<div class="fbTimelineUFI">
<form action="/ajax/ufi/modify.php" class="live_602784653131032_316526391751760 commentable_item autoexpand_mode" data-live="{"seq":0}" id="u_0_2" method="post" rel="async">
<div class="fbTimelineFeedbackHeader">
<div class="fbTimelineFeedbackActions clearfix">
<span></span><span class="UIActionLinks UIActionLinks_bottom" data-ft="{"tn":"=","type":20}"><span><a class="UFILikeLink" data-ft="{"tn":">"}" data-reactid=".r[0]" href="https://www.facebook.com/pietro.ancona.3/posts/602784653131032#" role="button" title=""Mi piace"">Mi piace</a></span> · <label class="uiLinkButton comment_link" title="Lascia un commento"></label> · <a class="share_action_link" data-ft="{"tn":"J","type":25}" href="https://www.facebook.com/ajax/sharer/?s=22&appid=25554907596&p%5B0%5D=100001985084693&p%5B1%5D=602784653131032&profile_id=100001985084693&share_source_type=unknown" rel="dialog" role="button" title="Manda ai tuoi amici o pubblica sul tuo diario.">Condividi</a> · <span><a class="UFISubscribeLink" data-reactid=".r[1]" href="https://www.facebook.com/pietro.ancona.3/posts/602784653131032#" role="button" title="Sospendi la ricezione di notifiche quando qualcuno commenta.">Interrompi notifiche</a></span> · <span class="boostActionLink602784653131032"><a href="https://www.facebook.com/pietro.ancona.3/posts/602784653131032#" rel="dialog" role="button" title="Fai sapere ai tuoi amici che questo post è importante">Promuovi</a></span></span></div>
</div>
<div>
<div class="uiUfi UFIContainer" id="u_0_4">
<ul class="UFIList" data-ft="{"tn":"]"}" data-reactid=".r[2]">
<li class="UFIRow UFIAddComment UFIAddCommentWithPhotoAttacher UFIFirstComponent UFILastComponent" data-ft="{"tn":"["}" data-reactid=".r[2].[1][4]"><div class="clearfix UFIMentionsInputWrap" data-reactid=".r[2].[1][4].[0]">
<div class="lfloat" data-reactid=".r[2].[1][4].[0].{left}">
<div class="img _8o _8r UFIReplyActorPhotoWrapper UFIImageBlockImage" data-reactid=".r[2].[1][4].[0].{left}.[0]">
<img alt="Pietro Ancona" class="img UFIActorImage _54ru" data-reactid=".r[2].[1][4].[0].{left}.[0].[0]" src="https://fbcdn-profile-a.akamaihd.net/hprofile-ak-ash3/t5/s32x32/369391_100001985084693_1269074992_q.jpg" /></div>
</div>
<div class="" data-reactid=".r[2].[1][4].[0].{right}">
<div class="UFIImageBlockContent _42ef _8u" data-reactid=".r[2].[1][4].[0].{right}.[0]">
<div class="UFICommentContainer" data-reactid=".r[2].[1][4].[0].{right}.[0].[0]">
<div class="UFIInputContainer" data-reactid=".r[2].[1][4].[0].{right}.[0].[0].[0]">
<div class="uiMentionsInput textBoxContainer ReactLegacyMentionsInput" data-reactid=".r[2].[1][4].[0].{right}.[0].[0].[0].[0]">
<div class="uiTypeahead mentionsTypeahead" data-reactid=".r[2].[1][4].[0].{right}.[0].[0].[0].[0].[1]">
<div class="wrap" data-reactid=".r[2].[1][4].[0].{right}.[0].[0].[0].[0].[1].[0]">
<div class="innerWrap" data-reactid=".r[2].[1][4].[0].{right}.[0].[0].[0].[0].[1].[0].[1]">
<textarea class="textInput mentionsTextarea uiTextareaAutogrow uiTextareaNoResize UFIAddCommentInput DOMControl_placeholder" data-reactid=".r[2].[1][4].[0].{right}.[0].[0].[0].[0].[1].[0].[1].[0]" name="add_comment_text" placeholder="Scrivi un commento..." title="Scrivi un commento..." value="Scrivi un commento...">Scrivi un commento...</textarea></div>
</div>
</div>
</div>
<div class="UFICommentAttachmentButtons clearfix" data-reactid=".r[2].[1][4].[0].{right}.[0].[0].[0].[1]">
<div class="UFIPhotoAttachLinkWrapper _m" data-hover="tooltip" data-reactid=".r[2].[1][4].[0].{right}.[0].[0].[0].[1].[0]" data-tooltip-alignh="center">
<input accept="image/*" class="_n" data-reactid=".r[2].[1][4].[0].{right}.[0].[0].[0].[1].[0].[1]" name="file[]" title="Scegli un file da caricare" type="file" /></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</li>
</ul>
</div>
</div>
</form>
</div>
</div>
</div>
pietrohttp://www.blogger.com/profile/10775337361602743182noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9147264970697142063.post-29100920965539877332014-01-21T10:58:00.001-08:002014-01-21T10:58:04.144-08:0021 gennaio: nasce il Partito Comunista Italiano
<br />
<a href="http://www.sitocomunista.it/homepage.htm"><img border="0" height="29" src="http://www.sitocomunista.it/Immagini/graf/tessera2004.gif" width="44" /></a>
<br />
<br />
<br />
<table align="center" border="2" cellpadding="1" cellspacing="1" style="width: 800px;">
<tbody>
<tr>
<td bgcolor="#000000" width="700"><table border="1" style="width: 700px;">
<tbody>
<tr bgcolor="#990000">
<td width="70"><img height="80" src="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/pci_graf/simbolo_1.gif" width="80" /></td>
<td class="atesto"><span class="tabaut">Alberto Burgos
</span>
<div class="tabtit">
<strong>Breve storia del PCI</strong></div>
</td>
</tr>
</tbody></table>
<div class="atesto">
Nel <strong>1921</strong> si tenne a Livorno il XVII Congresso
del Partito Socialista: la frazione comunista guidata da Amadeo
<strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/gruppidirigenti/gruppidirigenti_album/pages/bordiga_jpg.htm">Bordiga</a></strong> e Antonio <strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/marxismo/Gramsci/gramsci.htm">Gramsci</a></strong>,
che non riteneva più possibile continuare a rimanere nel
vecchio partito, abbandonò i lavori e il 21 gennaio si
riunì nel congresso fondativo del <strong class="titolobiancosurosso">Partito Comunista
d'Italia</strong> - sezione dell'Internazionale Comunista.<br />
Su
come si realizzò la scissione, gli stessi Gramsci e <a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/pci/documenti/togliatti/togliatti.htm">Togliatti</a> espressero più tardi un giudizio parzialmente autocritico,
e in effetti nel breve periodo essa contribuì ad indebolire
ulteriormente la capacità di resistenza del proletariato
che, pur continuando in gran parte a far riferimento al PSI, rimase
disorientato dalla durissima lotta intestina apertasi a sinistra.<br />
Il
primo <a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/pci/documenti/segretari_iscritti.html">Segretario</a> del partito fu Amadeo Bordiga, ma la sua direzione,
settaria ed <a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/marxismo/Gramsci/massimalismo.htm">estremista</a>,
fu messa sotto accusa al III congresso del PCd'I (Lione, 1926)
ed egli fu estromesso dal gruppo dirigente: prevalse, cioè,
la linea elaborata da Gramsci e Palmiro Togliatti nelle <em><strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/marxismo/gramsci/tesi_lione/tesidilione_index.html">Tesi
di Lione</a></strong></em>, dove si ponevano le premesse per la
costruzione di un partito di massa e veniva svolta un'acuta analisi
del fascismo, cogliendone le tendenze all'imperialismo e alla
guerra. Questo ragionamento venne poi ripreso da Togliatti qualche
anno più tardi in quella che resta sicuramente la riflessione
più lucida sul regime, <strong><em>Le lezioni sul fascismo</em></strong>:
qui troviamo una delle più limpide definizioni del fascismo,
"<em>regime reazionario di massa</em>".</div>
<div class="atesto">
Con
le <strong>leggi speciali</strong>, "fascistissime", del 1926 tutti i partiti e
i sindacati furono dichiarati illegali e anche il PCd'I fu parzialmente
decapitato, coi suoi dirigenti imprigionati o inviati al confino:
lo stesso Gramsci restò in carcere dieci anni e morì
subito dopo essere stato liberato, nel 1937; molti quadri, però,
riuscirono ad espatriare, concentrandosi soprattutto a Parigi
e a Mosca e il PCd'I si organizzò nella <strong>clandestinità</strong>:
nonostante la repressione fascista riuscì a sopravvivere,
e fu anzi l'unica forza politica antifascista che per tutto il
ventennio continuò tenacemente ad operare. Questo fu dovuto
essenzialmente a due fattori: il grande spirito di sacrificio
e la ferrea organizzazione del partito leninista, ovvero la capacità,
che il PCd'I conservò anche nei momenti più difficili,
di mantenere profondi legami con il popolo.<br />
Di rilievo alcuni momenti di forte tensione all'interno del gruppo
dirigente: nel 1938, dopo la firma del patto di non aggressione
fra URSS e Germania, alcuni esponenti di primo piano come Umberto<strong>
<a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/gruppidirigenti/gruppidirigenti_album/pages/terracini_jpg.htm">Terracini</a></strong>
e Camilla <strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/gruppidirigenti/gruppidirigenti_album/pages/ravera_jpg.htm">Ravera</a></strong>
giudicarono inaccettabile questo accordo e furono espulsi dal
partito (salvo venir riammessi appena finita la guerra). Prima
ancora Gramsci aveva esplicitamente <a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/pci/documenti/togliatti/togliatti_gramsci.html">dissentito</a>
sul modo in cui veniva gestito il PCUS dopo la morte di Lenin
e per questa ragione, pur mantenendo formalmente la carica di
Segretario, fu di fatto emarginato: evidentemente la grande acutezza
di Gramsci, oltre al fatto che si trovava in carcere, gli aveva
consentito di cogliere nel <strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/marxismo/Lenin/testamento.htm"><em>Testamento</em></a></strong> di Lenin ciò che altri non seppero o non vollero vedere.</div>
<div class="atesto">
Assai
numerosi furono i militanti comunisti che accorsero nelle <strong>Brigate
Internazionali</strong>, formatesi in appoggio della Repubblica
durante la <strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/movimentooperaio/spagna/spagna.htm">guerra
civile spagnola</a></strong>, e molti dirigenti del PCd'I ebbero
un ruolo di primissimo piano (oltre a Togliatti, Luigi <strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/pci/documenti/longo.html">Longo</a></strong>,
Vittorio <strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/pci/documenti/vidali.html">Vidali</a></strong> - il leggendario Carlos, comandante il 5° Regimiento - Giuliano <strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/gruppidirigenti/gruppidirigenti_album/pages/pajetta_giuliano_jpg.htm">Pajetta</a></strong>
e tanti altri).<br />
Decisivo fu il contributo dei comunisti durante la <strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/italia/storia/resistenza.htm">Resistenza</a></strong>:
le Brigate Garibaldi furono le principali
formazioni combattenti (a cui si affiancarono i raggruppamenti
organizzati da Giustizia e Libertà, dal PSI e dalla DC,
e quelli senza uno specifico orientamento politico) e dei circa
45.000 partigiani morti oltre 30.000 erano comunisti.</div>
<div align="center" class="atesto">
<strong>I
partiti antifascisti</strong>: <strong><br />
Democrazia
cristiana</strong>: fu costituita nel 1942 da dirigenti del disciolto
<strong><a class="linkesterno" href="http://www.cronologia.it/storia/biografie/degasp2.htm">Partito
Popolare</a></strong> Italiano, la formazione cattolica fondata
nel 1919 da don Luigi <strong>Sturzo</strong>; nel 1994 si è
sciolta, e i suoi dirigenti hanno dato vita a varie formazioni,
legate alla coalizione di centrosinistra (in particolare il PPI,
poi Margherita, e l'UDEUR) o a quella di centrodestra (CCD, CDU, riunitesi
nell'UDC). <br />
<strong><a class="linkesterno" href="http://www.romacivica.net/anpiroma/antifascismo/antifascismo15a.html">Partito
d’Azione</a></strong>: fu fondato da Mazzini nel 1853 con
un programma repubblicano, laico e riformista: ad esso si ispirarono
i gruppi dell’area liberale e socialista (soprattutto il
movimento <strong>Giustizia e libertà</strong>) che nel
1942 si costituirono in Partito; nell’immediato dopoguerra
questa forza si sciolse: l’ala più moderata, guidata
da Ugo <strong>La Malfa</strong>, confluì nel rinato <strong>Partito
Repubblicano</strong> Italiano, mentre gli esponenti della sinistra
entrarono nel PCI o nel PSI. <br />
<strong>Partito Democratico del Lavoro</strong>: formazione minore
di tipo liberal-socialista che ebbe brevissima vita. <br />
<strong>Partito Liberale Italiano</strong>: fondato nel 1942 ispirandosi
al liberalismo post-risorgimentale, nel 1956 vide la scissione
della sua ala sinistra che formò il <strong><a class="linkesterno" href="http://www.romacivica.net/anpiroma/larepubblica/repubblicapr.htm">Partito
Radicale</a></strong>; guidato per molti anni da Giovanni Malagodi,
si è sciolto nel 1994. Va precisato che il PLI fu un partito
decisamente conservatore, assai distante dal liberalismo progressista
di <strong>Gobetti</strong> (1901-1926) e della sua <a class="linkesterno" href="http://www.erasmo.it/liberale/"><em>Rivoluzione
Liberale</em></a>.<br />
<strong>Partito Socialista Italiano</strong>: fondato nel 1892
come Partito dei Lavoratori Italiani, l’anno successivo
prese il nome di PSI; ne fece parte anche Mussolini (che addirittura
fu direttore de <em>l'Avanti!</em>) fino allo scoppio della prima
guerra mondiale; i suoi capi storici furono Filippo <strong>Turati</strong>
durante il fascismo e Pietro <strong>Nenni</strong> nel dopoguerra,
e subì la scissione dell’ala destra nel 1947 (da
cui nacque il <strong>Partito</strong> <strong>Socialdemocratico</strong>
di <strong>Saragat</strong>) e di quella sinistra nel 1964 (<strong>PSIUP</strong>);
guidato dal 1976 al 1993 da Bettino <strong>Craxi</strong>, dimessosi
in seguito a Tangentopoli, si è sciolto, disperdendosi
in varie formazioni, nel 1994. Una ricchissima bibliografia sul
socialismo in: <a class="linkesterno" href="http://www.socialisti.net/SOCIALISTI/bibliografia25.htm">socialisti.net/.</a>
<br />
</div>
<div class="atesto">
Con
il rientro in Italia nel 1944 di Palmiro <strong>Togliatti</strong> da Mosca, il PCI (il nuovo nome fu adottato dopo lo scioglimento
del <a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/movimentooperaio/internazionale_1919.html">Komintern</a>, nel '43) si conquistò subito un ruolo primario
nel processo politico: in un famoso discorso tenuto a Salerno
(marzo 1944) Togliatti propose, vincendo anche forti riserve interne,
di rinviare senz’altro a guerra finita il dibattito sulla
questione istituzionale (sì o no alla monarchia), poiché
era assolutamente vitale che tutti gli italiani fossero uniti
intorno all'obiettivo principale, la cacciata e la sconfitta dei
tedeschi (<strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/pci/documenti/svolta_salerno_2.html">svolta di Salerno</a></strong>). Malgrado la contrarietà
di azionisti e socialisti questa linea fu adottata da tutto il
CLN e non mancò di dare i suoi frutti.<br />
Togliatti non solo aveva ben presente le priorità assolute
di quel momento, ma aveva intuito i possibili scenari del dopoguerra,
in cui il PCI avrebbe dovuto certamente mantenere la propria natura
di partito rivoluzionario e di classe, ma assumendo altresì
il ruolo di grande forza nazionale, con robusti legami con tutto
il tessuto sociale e in grado di far fronte anche ai più
delicati compiti di governo. <br />
Era il <em><strong>partito nuovo</strong></em>, solido, flessibile,
determinato, moderno, fedele alla concezione leninista ma proiettato
nel futuro e, soprattutto, concentrato nell'analisi della situazione
italiana: un'elaborazione che andrà precisandosi sempre
meglio, anche in virtù del contributo teorico fondamentale
contenuto nelle pagine, densissime e uniche, scritte da Gramsci:
quei <a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/marxismo/Gramsci/gramsci.htm"><em><strong>Quaderni
del carcere</strong></em></a> che restano una delle grandi opere
del pensiero novecentesco.<br />
Nel
1947, nel clima della <strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/italia/storia/guerrafredda.htm">Guerra
fredda</a></strong>, le fortissime pressioni dell'amministrazione
americana portarono De Gasperi a rompere l'unità nazionale
e il PCI fu estromesso dal governo e confinato all'opposizione:
nelle elezioni politiche del <strong>18 aprile <a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/italia/storia/1948.htm">1948</a></strong> si ebbe la conferma del nuovo corso politico, con la clamorosa
e schiacciante vittoria della DC sul <strong>Fronte Popolare</strong> formato da comunisti e socialisti. Anni dopo Giorgio <a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/pci/documenti/amendola.htm">Amendola</a>,
uno dei principali dirigenti comunisti, riflettendo su questa
sconfitta mise in evidenza il grave errore commesso dal PCI: nei
comizi del Fronte le piazze erano sempre colme, l'entusiasmo era
enorme, e si ebbe una sopravvalutazione del consenso alla sinistra.
In realtà il paese non poteva non essere ancora fortemente
condizionato da vent'anni in cui cultura e informazione erano
totalmente gestite dal regime fascista: Togliatti, giustamente
preoccupato di creare nel paese un clima di coesione nazionale
nella delicata fase della <strong>ricostruzione</strong>, da Ministro
della Giustizia fu il principale promotore dei provvedimenti
di <strong>amnistia</strong> nei confronti degli ex fascisti,
ma rimase irrisolto il problema della cospicua presenza negli
apparati dello Stato di uomini legati al vecchio regime e ben
decisi a riciclarsi (e saranno tremendi i guasti provocati negli
anni '60 e '70 da questo connubio tra fascisti e <a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/italia/processodc.html">democristiani</a>; un fatto sul quale da oltre vent'anni si sta sorvolando).<br />
La <a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/italia/storia/nuovaitalia.htm">nuova
Italia</a>, dunque, nasceva dopo un lungo periodo di
dittatura e una sanguinosa guerra civile, con una <strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/italia/costituzione/costituzione_indice.htm">Costituzione</a></strong> avanzatissima, frutto della straordinaria lucidità e lungimiranza
dei membri dell'Assemblea Costituente (presieduta dal comunista
Umberto <strong>Terracini</strong>), ma la logica dei blocchi
definita a Yalta condizionò per oltre cinquant'anni la
vita politica italiana, appunto impedendo che al governo vi fosse
il fisiologico avvicendamento tra forze conservatrici e progressiste,
come avveniva normalmente in Germania, nel Regno Unito, in Scandinavia. <br />
Il <em><strong>fattore K</strong></em> (Komintern, Kommunist,
ecc.) come asse della politica italiana. In realtà la stragrande
maggioranza del PCI aveva accettato completamente le regole del
gioco democratico, ritenendo improponibili in una società
matura metodi insurrezionali e soluzioni analoghe (dittatura del
proletariato, monopartitismo) a quelle volute dai partiti comunisti
al potere. Anche sotto questo aspetto è significativo ciò
che avvenne, proprio nel '48, in seguito all'attentato in cui
Togliatti fu gravemente ferito: le sue prime parole furono "<em>mantenete
la calma</em>!", tuttavia in tutto il paese vi fu praticamente
un moto insurrezionale, e, ad esempio, a Genova ci vollero tutto
il prestigio e l'autorità di Giancarlo <a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/gruppidirigenti/gruppidirigenti_album/pages/pajetta_giancarlo_jpg.htm">Pajetta</a> per convincere
i partigiani, che avevano di fatto preso il controllo armato della
città, a rimettere il potere alle istituzioni.<br />
Nonostante l'elaborazione togliattiana della <strong>via italiana
al socialismo</strong> - una linea decisamente eccentrica rispetto
all'asfittica ortodossia imperante a Mosca - l'isolamento del
PCI fu accentuato dalla formazione di governi di <strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/italia/storia/centrosinistra.htm">centrosinistra</a></strong> (DC, PSI, PSDI, poi allargati al PRI e in seguito anche al PLI).
Fu in ogni caso una stagione di grandi trasformazioni e novità,
con l'Italia investita dal <a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/italia/storia/miracolo.htm">miracolo
economico</a>, ma anche percorsa da importanti cambiamenti
nel costume e nella vita civile.<br />
Spesso si è dipinto il PCI come una chiesa, con i suoi
adepti che fedelmente seguivano la dottrina imposta dall'alto
(celebre l'arguzia di Giovanni Guareschi - uno dei pochi intelligenti
umoristi di destra - che ironizzando sui cambiamenti di linea
immaginava i disciplinati militanti comunisti sconvolti da un
brusco richiamo dall'alto: "<em>Contrordine, compagni!</em>"):
che vi siano stati anche elementi di questo tipo è vero,
e ne scrisse accuratamente anche Gramsci a proposito dei <em><strong>tre
elementi</strong></em> che costituiscono un partito di massa (il
gruppo dirigente, una massa disciplinata ma non particolarmente
colta, i quadri intermedi: v. <em>Il partito politico</em> nella
breve raccolta di <a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/marxismo/gramsci/elementi/elementiindex.htm">scritti</a> gramsciani); ma la forza e la credibilità del PCI non risiedevano
solo nella straordinaria capacità di mobilitazione, che
vedeva l'apice nelle Feste de <a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/unita/unita_album/unitaindex.html"><em>l'Unità</em></a> e nel continuo lavoro per creare consenso intorno alle lotte popolari
(talvolta con una modernissima capacità comunicativa, espressa
soprattutto nei <a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/pci_manifesti/manifesti_pci_album/manifestiindex.html">manifesti</a>),
ma soprattutto nell'essere davvero quell'<em><strong>intellettuale
collettivo</strong></em> immaginato da Gramsci, cioè un
organismo di massa che, pur tra mille contraddizioni, cercava
senza sosta di migliorare se stesso e il proprio senso di aderenza
alla realtà, utilizzando il <a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/sezioni/marxismo_intr.htm">marxismo</a> come un metodo critico e non come formulario di ricette. <br />
Non a caso i migliori intellettuali dell'epoca aderirono al PCI
o gli furono vicini: scrittori, cineasti, editori, artisti, studiosi;
solo alcuni nomi: Calvino, Malaparte, Pavese, Sciascia, Antonioni,
De Sica, Pontecorvo, Visconti, Einaudi, Feltrinelli, Guttuso,
Sapegno. Non fu sempre un idillio, naturalmente, e in taluni casi
ci furono scintille: come nel caso dell'aspra polemica fra Elio
Vittorini e Togliatti sul ruolo degli intellettuali o in seguito
all'invasione sovietica dell'<a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/stalinismo/ungheria/ungheria.html">Ungheria</a>.<br />
<br />
Quanto il PCI fosse <strong>partito di lotta e di governo</strong> lo si può verificare sotto due profili: nelle <strong>regioni
rosse</strong>, in cui comunisti e socialisti hanno tradizionalmente
avuto la maggioranza e hanno amministrato egregiamente; e nell'instancabile
attività nelle fabbriche e nelle campagne (quello che allora
veniva definito il "<em>lavoro di massa</em>"), dove
i comunisti - sia detto senza alcuna retorica - erano sempre in
prima fila nella difesa dei diritti e nelle rivendicazioni; spesso
pagando di persona con discriminazioni e licenziamenti: esemplare
il caso della Fiat, dov'era stata allestito un apposito <strong>reparto
confino</strong> in cui si cercava di isolare gli operai della Fiom,
tutti accuratamente schedati. Per non parlare dei nutriti dossier
allestiti dai carabinieri e dai servizi, e delle decine di morti
provocati da un uso irresponsabile delle forze dell'ordine in
occasione di lotte sociali, attività in cui si distinse
il Ministro democristiano<strong> Scelba</strong>, <a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/canti/cantidilotta.html#diciottoaprile"><em>con la sua cele(b)re questura</em></a>...<br />
<br />
Con la morte di Stalin (1953) in URSS cominciò un ripensamento
di fondo su come il partito e lo stato erano stati gestiti, e
il nuovo segretario del PCUS, Nikita <strong>Krushëv</strong>,
nel celebre <em><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/stalinismo/rapporto_krushev.html">Rapporto segreto</a></em> letto al <strong>XX Congresso
</strong>(<a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/italia/storia/1956.htm">1956</a>)
attaccò aspramente il predecessore e il <strong>culto della
personalità</strong> costruito intorno a lui. Togliatti,
pur con la consueta prudenza, continuò nel tenace lavoro
di presa di distanza da Mosca, e in un'intervista alla rivista <em>Nuovi Argomenti</em> criticò il rapporto di Krushëv,
nel quale non veniva svolta un'analisi adeguata, organica, dello <a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/stalinismo/stalinismo.html"><strong>stalinismo</strong></a>:
questa riflessione trovò una formulazione più strutturata
in uno scritto steso da Togliatti proprio prima di morire, il
cosiddetto <em><strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/pci/documenti/togliatti/memoriale_yalta.html">Memoriale
di Yalta</a></strong></em>, che il nuovo Segretario del PCI, Luigi <a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/pci/documenti/longo.html">Longo</a>, decise subito di rendere pubblico, facendone
il punto di riferimento dell'autonomia del PCI.<br />
Occorre però ricordare che nel '56 vi fu anche la drammatica
rivolta degli ungheresi contro il regime filosovietico e che il
PCI si schierò decisamente a fianco dell'URSS. L'allora
direttore de <em><strong>l'Unità</strong></em>,
Pietro <a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/pci/documenti/ingrao/ingraoindice.htm">Ingrao</a>,
molti anni dopo confesserà di non perdonarsi quella
posizione,
e anzi di considerare l'atteggiamento assunto dal PCI
(che provocò l'uscita dal partito di molti militanti, soprattutto <a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/pci/documenti/calvino_1957.html">intellettuali</a>) il più
grave errore commesso dal partito nella sua lunga, e gloriosa
storia: liberarsi dal legame col regime totalitario sovietico
- ormai privo da tempo di qualsiasi connotato comunista e rivoluzionario
- e imprimere una decisiva svolta all'elaborazione teorica e alla
pratica poteva significare far assumere al comunismo italiano
una prospettiva ben diversa dalla misera fine decretata nel 1989-91.<br />
All'XI Congresso del PCI (1966) si manifestarono apertamente due
linee contrapposte: quella più moderata e che puntava addirittura
all'unificazione col PSI, e una di sinistra che rivendicava una
maggior severità nel giudizio sul centrosinistra. Gli esponenti
di punta di questo dibattito furono rispettivamente Giorgio <strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/pci/documenti/ingrao/ingrao_amendola.htm">Amendola</a></strong> e Pietro Ingrao, ma nessuno dei due riuscì a far prevalere
le proprie tesi: la linea del PCI fu dunque determinata - secondo
un classico meccanismo politico - dal "centro", cioè
da chi, nel <a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/gruppidirigenti/gruppidirigenti_album/gruppidirigentiindex.html">gruppo
dirigente</a> (in particolare Longo, Giancarlo <strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/gruppidirigenti/gruppidirigenti_album/pages/pajetta_giancarlo_jpg.htm">Pajetta</a></strong> ed Enrico <strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/pci/documenti/berlinguer/berlinguerindex.htm">Berlinguer</a></strong>),
riteneva che le posizioni più sbilanciate e radicali dovessero
essere riequilibrate da un orientamento "moderato" e
flessibile.
</div>
<div align="center">
<img border="1" height="110" src="http://www.sitocomunista.it/Immagini/Cultura/Adorno.jpg" title="Theodor W. Adorno" width="95" />
<img border="1" height="110" src="http://www.sitocomunista.it/Immagini/Cultura/Marcuse.jpg" title="Herbert Marcuse" width="95" />
<img border="1" height="110" src="http://www.sitocomunista.it/Immagini/Cultura/Barthes.jpg" title="Roland Barthes" width="80" />
<img border="1" height="110" src="http://www.sitocomunista.it/Immagini/Cultura/Chomsky.jpg" title="Noam Chomski" width="95" />
<img border="1" height="110" src="http://www.sitocomunista.it/Immagini/Cultura/Sartre.jpg" title="Jean Paul Sartre" width="95" />
<img border="1" height="110" src="http://www.sitocomunista.it/Immagini/cultura/reich_picc.jpg" title="Wilhelm Reich" width="95" />
</div>
<div class="atesto">
Nel
<a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/italia/storia/68.htm">1968</a>,
l'anno degli studenti, e nel 1969, l'anno <strong>dell'autunno
caldo </strong>(cioè la stagione dei rinnovi contrattuali
in cui riemerse, forte e decisa, la combattività operaia),
Longo intuì il nuovo potenziale di lotta e di cambiamento,
ma la deriva estremistica del movimento studentesco (e, viceversa,
un certo irrigidimento dei dirigenti intermedi del PCI) impedì
un vero dialogo, e, anzi, i gruppi della <strong>sinistra extraparlamentare</strong>
svolsero durissime azioni di critica nei confronti del PCI e della
CGIL. Non a caso le posizioni estremiste ebbero fortuna soprattutto
fra gli studenti: nelle fabbriche, dove pure vi erano state numerose
critiche a un certo attendismo delle vecchie Commissioni Interne
(gli organismi rappresentativi costituiti dai lavoratori), dirigenti
sindacali attenti e coraggiosi come Bruno <strong class="linkinternog"><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/gruppidirigenti/gruppidirigenti_album/pages/trentin_jpg.htm">Trentin</a></strong> capirono quanto fosse vitale cogliere i segnali di novità
e dare il massimo spazio alle istanze emergenti dalla "nuova"
classe operaia. E infatti la creazione dei nuovi strumenti di
rappresentanza dei lavoratori (<strong>Consigli di fabbrica</strong> eletti unitariamente reparto per reparto) consentì al sindacato
di mantenere ben saldi i legami di massa, trovando in ciò
l'elemento essenziale della propria forza e credibilità.<br />
Tutti questi elementi critici (che, ripetiamo, portarono anche
importanti elementi di vivacità nella cultura politica
e civile) nella loro forma più esasperata erano riconducibili
da un lato a un'analisi sommaria delle società capitalistiche
e dall'altra a una critica liquidatoria di quanto aveva fatto
la sinistra storica, accusata di aver abbandonato l'idea della
rivoluzione e di aver tradito il marxismo, o perlomeno di averlo
sottoposto a un'inaccettabile <em>revisione</em> moderata e tesa
al compromesso (<strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/marxismo/Lenin/marxismoerevisionismo.htm">revisionismo</a></strong>).
La rottura, consumatasi nei primi anni '60, fra URSS e <strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/marxismo/altri/cina/cina.html">Cina</a></strong>,
si era appunto determinata su questioni ideologiche, con i sovietici
accusati di revisionismo, anche se, in realtà, il nodo
del dissidio era riconducibile alla competizione fra i due paesi
rispetto a chi dovesse esercitare la <em>leadership</em> sugli
altri partiti comunisti e, soprattutto, sui <a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/lavoroeconomia/articoli/glossarioeconomia/glossarioeconomia3.htm">paesi
in via di sviluppo</a> che, in opposizione ai paesi ricchi, avevano
ovviamente bisogno di partner forti e affidabili.<br />
Gli esponenti di spicco del marxismo "critico", cioè
non legato all'ortodossia imposta da Mosca (ma anche da Pechino:
al burocratismo sovietico si opponeva un dogmatismo altrettanto
rigido, quasi che le parole d'ordine della <strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/Internazionale/asia/cina/rivoluzionecinese.htm">Rivoluzione
culturale</a></strong> cinese potessero essere esportate in società
completamente diverse), in vario modo diedero un impulso formidabile
a queste controversie. <br />
Il gruppo di studiosi conosciuto come <strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/marxismo/altri/scuolafrancoforte.html">Scuola
di Francoforte</a></strong> (<strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/marxismo/altri/adorno.html">Adorno</a></strong>,
<a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/marxismo/altri/horkheimer.html">Horkheimer</a>,
<strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/marxismo/altri/marcuse.html">Marcuse</a></strong>),
ma anche, in Francia, <strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/marxismo/altri/althusser.html">Althusser</a></strong>, <strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/marxismo/altri/barthes.html">Barthes</a></strong>, <strong><a class="linkinternog" href="http://www.filosofico.net/lacan.htm">Lacan</a></strong>, <strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/marxismo/altri/sartre.html">Sartre</a></strong>, e negli Stati
Uniti economisti come Paul <strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/marxismo/Altri/ricordodisweezy.htm">Sweezy</a></strong> e linguisti come Noam <strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/marxismo/altri/chomsky.htm">Chomsky</a></strong>,
sottoponevano a una critica spietata sia i meccanismi del capitalismo
sia la politica, ritenuta debole e inadeguata, dei partiti storici
della sinistra. In particolare veniva giudicata del tutto inefficace
la tendenza della sinistra a considerare quasi esclusivamente
i momenti "strutturali" dello scontro politico, cioè
quelli legati ai meccanismi dello sfruttamento e all'organizzazione
di classe della società, trascurando, invece, gli aspetti
"sovrastrutturali", soprattutto se riferiti ai dispositivi
- scuola, mass media - di formazione del consenso; ci fu chi addirittura
teorizzò il venir meno del ruolo rivoluzionario della classe
operaia, ormai coinvolta in modo subalterno nel sistema capitalistico
e comunque destinata ad essere "integrata". Studiosi come Wilhelm <strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/marxismo/altri/reich.html">Reich</a></strong> ed Eric <strong>Fromm</strong>
introdussero poi nel dibattito politico temi legati alla psicanalisi e,
più in generale, al rapporto fra politica e psicologia: il primo, in
particolare, col suo celebre <strong><em>La rivoluzione sessuale</em></strong>
propose una discutibile ma stimolante sintesi fra marxismo e freudismo,
contribuendo fortemente ad una presa di coscienza collettiva anche
rispetto a problemi di natura non strettamente politica ma di grande
rilevanza dal punto di vista della formazione culturale e ideologica, e
dei comportamenti sociali. <br />
Tali fermenti investirono prepotentemente anche il movimento operaio
italiano, che comunque già aveva cominciato a interrogarsi
su tali questioni, ad esempio nell'ambito di quella sinistra socialista
(che nel '64 aveva dato via al PSIUP) o comunista da cui avevano
preso le mosse importanti riviste come <em>Quaderni Rossi</em>, <em>Contropiano</em>, <em>Problemi del Socialismo, Quaderni Piacentini,
Monthly Review </em>(ed. italiana della <a class="linkesterno" href="http://www.monthlyreview.org/">rivista</a> di Baran e Sweezy, uscita dal 1968 al 1987). Naturalmente anche
il PCI fu scosso da queste aspre discussioni e nel dibattito interno
ci fu una durissima contrapposizione fra i gruppi dirigenti e
l'agguerrito nucleo di militanti che si rifacevano alle posizioni
di Rossana <strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/cultura/articoli/libri/ragazza.htm">Rossanda</a></strong>, Luigi <strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/pci/documenti/pintor.html">Pintor</a></strong> e Lucio <a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/pci/documenti/sartodiulm.html">Magri</a>, promotori della rivista <em><strong>il Manifesto</strong></em> (quotidiano dal 1971): con la loro radiazione dal partito (1969)
la frattura divenne insanabile e per vari anni ci fu una variegata
e vivacissima costellazione di gruppetti alla "sinistra"
del PCI.
</div>
<div align="center">
<img border="1" height="110" src="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/gruppidirigenti/amendola.jpg" title="Giorgio Amendola" width="95" />
<img border="1" height="110" src="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/gruppidirigenti/ingrao.jpg" title="Pietro Ingrao" width="85" />
<img border="1" height="110" src="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/gruppidirigenti/pajetta.jpg" title="Giancarlo Pajetta" width="77" />
<img border="1" height="110" src="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/longo/longo.jpg" title="Luigi Longo" width="76" />
<img border="1" height="110" src="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/gruppidirigenti/Rossanda%20Pintor%20Magri.JPG" title="Rossana Rossanda, Luigi Pintor, Lucio Magri" width="97" />
<img border="1" height="110" src="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/gruppidirigenti/natta.jpg" title="Alessandro Natta" width="79" />
</div>
<div class="atesto">
La grande forza di questo partito - fatta di idealità comuni,
organizzazione, energia, disciplina, spirito di sacrificio, concretezza
- talvolta gli fu quasi d'impaccio nel cogliere al volo le trasformazioni
della società. Come nel caso del <strong>divorzio</strong>:
malgrado le forti sollecitazioni di esponenti del mondo laico,
il PCI non volle impegnarsi convintamente in questa battaglia,
temendo che il paese fosse ancora troppo condizionato dalla cultura
democristiana e dalla Chiesa cattolica, e infatti furono un deputato
socialista e uno liberale, <strong>Fortuna</strong> e Baslini,
a presentare una legge in merito, che fu approvata; quando però
la DC e il MSI, guidati da <strong>Fanfani</strong> e <strong>Almirante</strong>,
tentarono di rimediare, lanciando con grande clamore il <strong>referendum</strong>
abrogativo (1974), il PCI mise in campo tutte le proprie risorse,
svolgendo un ruolo decisivo nel battere la destra. </div>
<div class="atesto">
Una vicenda analoga si svolse a proposito dell'<strong>aborto</strong>,
delicatissima questione che dal <span class="linkinternog"><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/sezioni/donne.htm">movimento femminista</a></span> venne posta al centro di una battaglia
più generale contro l'oppressione e l'oscurantismo: ma
anche in questo caso la forza comunista fu essenziale (assai più
delle brucianti invettive di <strong>Pannella</strong> e dei radicali),
e vi fu un clamoroso <em>no</em> al tentativo del clerico-fascismo
di cancellare la legge <strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/lavoroeconomia/legislazione/legge194.html">194</a></strong> per via referendaria
(1978).</div>
<div class="atesto">
Agli inizi del 1968 un'altra importante
vicenda scosse il movimento operaio internazionale: il tentativo di
Dubcek e del gruppo dirigente riformista del Partito Comunista di
imprimere una svolta antiautoritaria al regime di tipo sovietico che
soffocava la Cecoslovacchia. È la <a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/stalinismo/praga/praga_1968.html">Primavera di Praga</a>,
conclusasi tragicamente in seguito all'intervento militare dei paesi
del Patto di Varsavia nell'agosto. Rispetto a questo ennesimo atto
contrario a qualsiasi logica di progresso e di liberazione, il PCI non
esitò ad esprimere il proprio "<em>grave</em> <em>dissenso</em>." <br />
<br />
Sul piano elettorale il PCI registrò una crescita continua,
ma la pregiudiziale anticomunista degli altri partiti e i vincoli
internazionali dell'Italia all'interno della <strong>NATO</strong> (Organizzazione del trattato dell'Atlantico del Nord) impedirono
che quei voti fossero efficacemente utilizzati nel governo del
paese. D'altra parte per moltissimi anni la peculiarità
della politica italiana fu proprio il "congelamento"
del PCI, cioè la <em>conventio ad excludendum</em>, l'accordo
per escludere dal potere la principale forza di opposizione (che
era anche il più grande partito comunista dell'occidente):
e proprio per impedire ad ogni costo che il PCI andasse al governo,
i servizi segreti statunitensi e italiani ispirarono, o addirittura
in taluni casi gestirono direttamente, la <a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/italia/storia/annidipiombo.htm">strategia
della tensione</a>: un oscuro e complesso disegno - basato
sullo <a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/italia/stragidistato/stragidistato.htm">stragismo</a> e le provocazioni - volto a creare un clima di permanente disordine
politico e sociale, tale da giustificare una forte svolta autoritaria.
Una stagione fitta di <a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/italia/stragidistato/dizionariodeimisteri.htm">misteri</a>,
depistaggi, regie occulte, disinformazione, servizi segreti fuori
da ogni controllo, sussulti golpisti, con la classe dirigente
- democristiani e socialisti in testa - inerte o complice.<br />
Nel 1973, riflettendo sul processo che aveva portato al golpe
in Cile, Enrico <strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/pci/documenti/berlinguer/berlinguerindex.htm">Berlinguer</a></strong>,
Segretario del partito dal 1972 al 1984, prospettò una
svolta politica epocale che allontanasse questi rischi di degenerazione
del sistema democratico, e che doveva necessariamente fondarsi
sull'incontro fra le grandi forze politiche di ispirazione comunista,
socialista e cattolica: è la nota proposta di "<strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/pci/documenti/berlinguer/berlinguercile.htm">compromesso
storico</a></strong>" tra PCI, PSI e DC. <br />
Malgrado l’insuccesso di questa idea, Berlinguer proseguì
con determinazione nella messa a fuoco di una strategia in grado
di sbloccare una situazione politica pericolosamente stagnante:
sul piano internazionale la rottura con Mosca era di fatto consumata,
anche se non formalizzata, avendo il PCI da una parte rinunciato
alla prosecuzione di qualsiasi finanziamento (criticabile sul
piano politico, ma non illegale, dato che non vi era ancora la
legge che regolava l'erogazione di denaro ai partiti) e dall’altra
denunciato i <em>"tratti illiberali</em>" dei regimi
dell’est e proclamato la necessità di perseguire
una “<em>terza via</em>” rispetto al <a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/pci/documenti/berlinguer/spintapropulsiva.htm">socialismo
reale</a> dell'est e alle socialdemocrazie.<br />
I partiti comunisti europei erano entità abbastanza modeste,
con l’eccezione di Italia, Francia e Spagna, ed è
a queste due realtà che si rivolse Berlinguer: i contatti
con i segretari del PCF e del PCE, Georges Marchais e Santiago
Carrillo, sembrarono in un primo tempo dare ottimi risultati,
tanto che per diverso tempo si parlò di <strong>eurocomunismo</strong>,
inteso come movimento dei partiti comunisti riformatori; in seguito,
tuttavia, sia nel PCF che nel PCE prevalsero nuovamente le istanze
conservatrici. Berlinguer addirittura arrivò a dichiarare
che tutto sommato si sentiva più sicuro sotto l’ombrello
della NATO. <br />
Per quanto riguardava la realtà italiana il Segretario
del PCI fu il primo a denunciare l’esistenza di una “<strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/pci/documenti/berlinguer/questionemorale.htm">questione
morale</a></strong>” che esigeva una radicale trasformazione
dei rapporti, troppo spesso all’ombra della corruzione,
fra amministrazioni pubbliche, aziende, forze politiche. In verità
fu un appello che cadde nel vuoto, come pure non ebbe gran seguito
il richiamo a non restare imprigionati dall’esasperata logica
dei consumi e a ritrovare, di fronte ai gravi problemi economici,
un forte riferimento etico nell’<strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/pci/documenti/berlinguer/austerit%C3%A0.htm">austerità</a></strong>.
Questi sensibili elementi di apertura e di rinnovamento crearono
intorno ai comunisti un nuovo clima di consensi, e nelle elezioni
amministrative del 15 giugno <strong>1975</strong> il PCI aumentò
di oltre 6 punti, arrivando, col 33%, a un passo dal 35% della
DC: il risultato fece sì che le maggiori città italiane
(Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Torino, Venezia) avessero
delle giunte “rosse”. Il <em>sorpasso</em> elettorale
sarebbe però avvenuto solo alle elezioni europee del <strong>1984</strong>,
subito dopo la morte di Berlinguer, col PCI al <strong>33,4%</strong> e la DC al 33%.<br />
<br />
Ma furono anche <strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/italia/stragidistato/cronologia%20anni%20piombo.htm">gli
anni di piombo</a></strong>: alcune piccole frange della sinistra
extraparlamentare ritennero che la lotta politica così
com'era stata finora condotta, anche nelle forme più dure,
era del tutto inefficace e quindi l'unico modo di combattere il
capitalismo era la lotta armata. Un disegno che non poteva che
avere come uno dei bersagli principali proprio il PCI, nemmeno
più "<em>revisionista</em>" ma solamente "<em>traditore</em>".
Le principali vittime del terrorismo furono in verità uomini
dello Stato, imprenditori, giornalisti, ma quando in una fabbrica
di Genova il sindacalista comunista <a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/video/pci/guidorossa.html">Guido
Rossa</a> denunciò apertamente
alcune connivenze col terrorismo, le <strong>Brigate Rosse</strong> lo uccisero. E per tutto quel periodo - culminato nel momento
più difficile della storia repubblicana, il sequestro e
l'uccisione di Aldo <strong>Moro</strong>, 1978 - il PCI fu sicuramente
la forza politica più impegnata a contrastare il proliferare
della violenza e le trame eversive.<br />
<br />
Quanto il PCI fosse ben radicato nella società, in particolare
fra le masse lavoratrici, lo si vide anche in due sfortunate battaglie:
alla fine del ‘79 la <strong>Fiat </strong>licenziò
61 operai accusandoli di aver commesso atti di violenza dentro
la fabbrica e nell’autunno dell’80 annunciò
la <strong>cassa integrazione</strong> per 24.000 lavoratori,
metà dei quali dopo un anno sarebbero stati licenziati.
Il sindacato rispose con lo sciopero a oltranza e lo stesso Berlinguer
andò davanti ai cancelli di <strong>Mirafiori</strong> a portare la solidarietà del PCI. Che la Fiat puntasse
a una resa dei conti divenne esplicito quando la direzione aziendale
annunciò la sospensione dei licenziamenti e la riduzione
del periodo di cassa integrazione: dopo quasi un mese di sciopero
c’era stanchezza fra i lavoratori e soprattutto paura per
il futuro, e molti premevano per sospendere la lotta e cercare
qualche compromesso; il colpo decisivo arrivò con la marcia
dei <strong>40.000</strong>: a metà ottobre un imponente
corteo di capireparto, impiegati, dirigenti, insieme alle loro
famiglie, sfilò per le strade di Torino chiedendo di poter
tornare a lavorare e accusando i sindacati di portare alla rovina
l’economia. Non si era mai visto niente del genere, era
il segnale di una violenta spaccatura fra operai politicizzati
e lavoratori intermedi, e, soprattutto, di una generale perdita
di consenso da parte del sindacato: che infatti il giorno dopo
firmò un accordo che era un inevitabile atto di resa. <br />
Una delle conseguenze fu che quando qualche anno più tardi
(1985) si andò al <strong>referendum per l’abolizione
della <a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/lavoroeconomia/articoli/glossarioeconomia/glossarioeconomia4.htm">scala
mobile</a></strong> (in realtà si trattava di una consultazione
proposta proprio dal PCI per abrogare il disegno di legge
del governo Craxi che aveva di fatto eliminato la scala mobile):
la formidabile mobilitazione nelle fabbriche non riuscì a
coinvolgere positivamente il resto della società e
quasi il 55% degli italiani votò per la soppressione
di questo meccanismo.</div>
<div class="atesto">
In ogni caso tutta la politica italiana di quegli anni era come
bloccata tanto era condizionata dal fenomeno terroristico. E forse
è anche da questo non poter lavorare davvero per il cambiamento
che si è alimentata quella pratica deviata della politica
esplosa poi con <a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/italia/storia/primarepubblica.htm">Tangentopoli</a>.<br />
Un altro effetto collaterale della non alternanza fra chi aveva
sempre governato e chi no, coinvolse più direttamente il
PCI: il <strong>consociativismo</strong>, cioè il coinvolgimento
diretto delle forze dell'opposizione in decisioni a vari livelli:
e non sempre le scelte sono state le migliori.</div>
<div class="atesto">
Un
momento drammatico e decisivo fu la <strong>morte di Berlinguer</strong>,
nel giugno del 1984: i suoi funerali furono la più grande
manifestazione della storia italiana e videro l'immensa partecipazione
non solo del popolo comunista ma anche di cittadini i quali
vedevano scomparire uno dei pochi uomini politici che, per
serietà
e onestà, erano riusciti ad acquisire la fiducia della
gente. Qualcosa di simile era accaduto solo vent'anni prima,
ai funerali di Togliatti, con un milione di persone che piangevano
"<em>l'idea che non muore</em>". </div>
<div class="atesto">
Dal
punto di vista della sua fisionomia (anche fisica: nome, <a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/pci_simboli/simboli_pci_album/simboliindex.html">simbolo</a>)
e del suo progetto per il futuro, la svolta decisiva è
stata impressa al PCI fra l''89 e il '91 da Achille <strong>Occhetto</strong>
(divenuto Segretario dopo che il partito era stato guidato per
un certo tempo da Alessandro <strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/pci/documenti/tentativonatta.html">Natta</a></strong>), il quale
decise, anche in relazione al crollo dell'URSS e dei regimi satelliti,
di accelerare la trasformazione del PCI: un dibattito senza precedenti,
appassionato e drammatico, attraversò il partito (su queste
vicende e quelle immediatamente successive molto interessante
la ricostruzione che ne fanno Oliviero e Alessio Diliberto in <em>La fenice rossa</em>, Robin ed., 1998) coinvolgendo centinaia
di migliaia di militanti, quelli per il <em>sì</em>, cioè
favorevoli all'opzione apertamente socialdemocratica proposta
da Occhetto, e quelli per il <em>no</em>, convinti della necessità
di mantenere viva una forza comunista consapevole della propria <strong>storia</strong> (a sua volta il fronte del no era diviso fra chi stava già
preparando la scissione e chi invece decise di restare).</div>
<div class="atesto">
Al XX Congresso, 1991, il Partito Comunista Italiano si è
sciolto e ha promosso una nuova formazione, il <strong>Partito
Democratico della Sinistra </strong>(successivamente trasformatosi
ancora, assorbendo schegge socialiste e cattoliche, in <strong>Democratici
di sinistra</strong>, e poi ancora, miscelando ex comunisti - ma molto ex - e democristiani, in <strong>PD</strong>), mentre l'ala sinistra,
guidata da Garavini, <strong><a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/gruppidirigenti/gruppidirigenti_album/pages/cossutta_jpg.htm">Cossutta</a></strong> e Libertini, ha
dato vita al<strong> Partito della Rifondazione Comunista</strong>.
<br />
Ma occorre sottolineare che non tutti gli <a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/pci/documenti/segretari_iscritti.html">iscritti</a> al PCI (circa
1.200.000) si ritrovarono poi nel PDS (e men che meno nei DS)
o in Rifondazione: il primo risultato della brillante operazione
di Occhetto fu che 350-400.000 militanti abbandonarono in brevissimo
tempo la vita politica attiva, seguiti più avanti da molti
altri.<br />
<br />
Quando nel 1998 Fausto <strong>Bertinotti</strong>, segretario
di Rifondazione, decise di far cadere il governo Prodi, migliaia
di militanti comunisti si opposero a questa scelta avventuristica
e diedero vita al <strong>Partito
dei Comunisti Italiani</strong>.<br />
E il triste seguito
(litigi, scissioni, arcobaleno, federazione minuscola) è noto.</div>
<hr width="163" />
<div class="atesto">
Sul
retro delle <a class="linkinternog" href="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/pci_tessere/tessere_album/tessereindex.html">tessere</a>
del PCI venivano riportati alcuni punti fondamentali dello Statuto
del partito: qui riproduciamo quanto stampato sulle tessere del
1950 e del 1990, sottolineando che, ovviamente, nel corso degli
anni queste formulazioni sono molto cambiate, rispecchiando l'evoluzione
teorica e politica del PCI. Si noti, ad esempio, che nel 1950
veniva ancora usata l'espressione <em>marxismo - leninismo</em>,
poi abbandonata perché riferita all'irrigidimento ideologico
imposto da Stalin.<br />
<em><img align="left" border="0" height="100" src="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/pci_tessere/1950.jpg" width="75" /></em><span class="atesto"><em>Il
Partito Comunista Italiano è l'organizzazione politica
dei lavoratori italiani i quali lottano in modo conseguente per
la distruzione di ogni residuo del fascismo, per l'indipendenza
e la libertà del Paese, per l'edificazione di un regime
democratico e progressivo, per il rinnovamento socialista della
società.<br />
Ogni iscritto al Partito Comunista è tenuto:<br />
- a partecipare regolarmente alle riunioni e a svolgere attività
di Partito secondo le direttive dell'organizzazione a cui è
iscritto; <br />
- a migliorare di continuo la propria conoscenza della linea politica
del Partito e la propria capacità di lavorare per la sua
applicazione; <br />
-
ad approfondire la conoscenza del marxismo-leninismo;<br />
- ad osservare scrupolosamente la disciplina del partito; <br />
- ad avere rapporti di lealtà e fraternità con gli
altri membri del Partito;<br />
- ad avere una vita privata onesta, esemplare;<br />
- ad esercitare la critica e l'autocritica per il miglioramento
della sua attività e di quella del Partito; <br />
- a vigilare e difendere il Partito da ogni attacco;<br />
- a fare con la parola e con l'esempio opera continua di proselitismo.</em></span>
</div>
<div align="center">
<img align="left" border="0" height="100" src="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/pci_tessere/1990.jpg" width="75" /></div>
<div class="atesto">
<em>Il Partito Comunista è un partito di donne e di uomini che
lottano per la pace e la cooperazione fra i popoli, per l'affermazione
dei diritti di tutti gli individui e per il riscatto del lavoro
da ogni forma di opppressione e di sfruttamento... </em></div>
<div align="center">
<br />
</div>
</td>
<td align="center" bgcolor="#000000" width="85"><img align="middle" border="0" height="260" name="pcdi" src="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/pci_storia/1921_ordine%20nuovo.jpg" title="Ordine Nuovo" width="200" />
<a href="http://www.sitocomunista.it/pci/documenti/storiapci.htm#">
<img border="0" height="231" name="pdci" src="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/pci_storia/1921_livorno_med.jpg" title="1921 Congresso di Livorno" width="200" /></a>
<img align="middle" height="240" src="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/pci_storia/1921_pcisole_picc.jpg" title="Partito Comunista d'Italia" width="200" />
<img align="middle" height="294" src="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/pci_storia/1924_unita.jpg" title="l'Unità" width="200" />
<img align="middle" height="215" src="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/pci_storia/1927_gramsci_ustica.jpg" title="Gramsci a Ustica" width="200" />
<img align="middle" height="250" src="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/pci_storia/1936_garibaldini_spagna.jpg" title="1936, garibaldini in Spagna" width="200" />
<img align="middle" height="292" src="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/pci_storia/1945_25aprile.jpg" title="25 aprile 1945" width="200" />
<img align="middle" height="270" src="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/pci_storia/1945_partigianigaribaldini.jpg" title="partigiani garibaldini" width="200" />
<img align="middle" height="268" src="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/pci_storia/1947_carovita.jpg" title="1947" width="200" />
<img align="middle" height="330" src="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/pci_storia/1960_reggioemilia.jpg" title="1960 Reggio Emilia" width="200" />
<img align="middle" height="239" src="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/pci_storia/1964_funeralitogliatti_4.jpg" title="1964 funerali di Togliatti" width="200" />
<img align="middle" height="300" src="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/pci_manifesti/1967_Che.jpg" title="1967 morte di Che Guevara" width="200" />
<img align="middle" height="300" src="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/pci_storia/1971_vietnam_bn.jpg" title="1971 per il Vietnam" width="200" />
<img align="middle" border="1" height="240" src="http://www.sitocomunista.it/Immagini/italia/1970_divorzio_bn.jpg" title="1974 Referendum sul divorzio - il bellissimo NO sulla cupola del Brunelleschi è frutto di un'ingegnosa proiezione" width="200" />
<img align="middle" border="1" height="280" src="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/pci_storia/1975_elezioni_3.jpg" title="1975 - grande avanzata elettorale del PCI: le principali città italiane avranno giunte di sinistra" width="200" />
<img align="middle" height="342" src="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/pci_storia/1980_berlinguer_fiat.jpg" title="1980 Berlinguer davanti ai cancelli della Fiat" width="200" />
<img border="1" height="260" src="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/pci_storia/1984_morte_berlinguer_3.jpg" title="1984 la morte di Berlinguer" width="200" />
<img border="1" height="260" src="http://www.sitocomunista.it/Immagini/pci/pci_storia/1984_berlinguer_pertini.jpg" title="Pertini: l'ultimo saluto a Berlinguer" width="200" /></td>
</tr>
</tbody></table>
pietrohttp://www.blogger.com/profile/10775337361602743182noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9147264970697142063.post-77154556999533359262013-12-17T23:25:00.000-08:002013-12-17T23:25:11.506-08:00Joice Lussuhttp://cartesensibili.wordpress.com/2012/05/08/tempiquieti-v-ravagli-joyce-lussu-sibilla-del-900-a-cento-anni-dalla-nascita/<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-zpx8zDHdjS0/UrFNzicP3NI/AAAAAAAAEQU/Qxpycriefvs/s1600/joyce-lussu-e-i-guerrieri.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="192" src="http://4.bp.blogspot.com/-zpx8zDHdjS0/UrFNzicP3NI/AAAAAAAAEQU/Qxpycriefvs/s320/joyce-lussu-e-i-guerrieri.jpg" width="320" /></a></div>
<br />pietrohttp://www.blogger.com/profile/10775337361602743182noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9147264970697142063.post-28683404452999692552013-12-12T21:48:00.000-08:002013-12-12T21:48:11.792-08:00Prigionie e Processi<br />" Prigionie e Processi" di Francesco De Luca <br /><br /><br />Luigi Granata, dirigente socialista siciliano di grande levatura culturale, deputato ed assessore del governo regionale, nel 1974 organizzò ad Agrigento in cui era segretario della federazione socialista Un Convegno sui Fasci Siciliani. Il professore Giuseppe Giarrizzo uno dei più grandi storici italiani socialista si occupò della organizzazione e della parte scientifica del convegno.<br /> In quella occasione si stamparono alcuni libri dedicati ai fasci e tra questi un libro di Francesco De Luca, agrigentino, che fu Presidente del fascio di Agrigento, avvocato insigne finito in galera dopo la repressione crispina. <br /> Il libro di De Luca si intitola "priogionia e processi" e racconta la sua drammatica esperienza di carcerato per motivi politici. <br /> Giuseppina Ficarra come fece a suo tempo con "Agitazione in Sicilia" di Rossi che racconta la rivolta si propone di scannarizzare il testo e di portarlo in internet. Io l'aiuterò per la riproduzione delle pagine.<br /> Facciamo questo perchè la memoria della Sicilia resti viva e serve alle nuove generazioni agli studiosi a quanti vorrebbero un futuro migliore per la nostra isola.<br /> Lo facciamo in memoria di Luigi Granata al quale abbiamo voluto e continuiamo a voler bene. pietrohttp://www.blogger.com/profile/10775337361602743182noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9147264970697142063.post-26912508133173623222013-11-25T12:08:00.005-08:002013-11-25T12:12:59.504-08:00Rodolfo Morandi <h5 class="uiStreamMessage userContentWrapper" data-ft="{"type":1,"tn":"K"}">
<span class="messageBody" data-ft="{"type":3,"tn":"K"}"><div>
<br />
<br />
<br />
<br />
<span class="userContent">Un
bel ricordo di Rodolfo Morandi (che io ho conosciuto a Perugia al
Congresso dei giovani socialisti che presiedevo nel luglio del 55)<br /> <br /> L'Unità - Fondata da Antonio Gramsci nel 1924<br /> <br /> <br /> Rodolfo Morandi Il sogno di un altro Socialismo<br /> di Pasquale Cascella<br /> <br />
«La democrazia sarà di quanti combattono, per opposte finalità, le
teoriche delle caste d'"unti del Signore", dei conservatori e dei
reazionari». Non è una riflessione di oggi, legata al dibattito politico
sulla pretesa di Silvio Berlusconi di imporre il suo volere. È datata
1923. Ed è firmata da Rodolfo Morandi, di cui oggi ricorre il centesimo
anniversario dalla nascita. Vita breve, quella del «socialista
rivoluzionario e classista», spezzata tragicamente nel 1955,
probabilmente a causa dei postumi di un maldestro intervento chirurgico
all'intestino subìto nel carcere di Castelfranco Emilia dove era stato
segregato dal fascismo. Ma vita intensa. Dalla giovanile formazione
mazziniana alla partecipazione attiva alla lotta antifascista nelle file
di Giustizia e libertà, poi approdata al «Centro socialista interno» su
posizioni «frontiste» che gli valsero la condanna del Tribunale
speciale fascista a dieci anni di galera. Ne uscì alla vigilia della
lotta insurrezionale al Nord, che guidò a capo del Comitato di
liberazione dell'Alta Italia. E a questa spinta democratica uniformò il
suo agire politico, da ministro nel governo di unità nazionale prima e
da dirigente del Partito socialista poi. Fino alla morte, della cui
imminenza era talmente cosciente da vergare il proprio testamento
politico con accenti ispirati dall'ansia di un impegno unitario già
allora contrastato: «Al di sopra del partito ho sempre posto la causa
dei lavoratori, la causa del popolo, nella convinzione che il partito
non avesse diritto di chiedermi di più». È stato uomo del suo tempo,
Morandi. Ma i principii maturati nel crogiuolo di quegli anni duri, con
quella che Giorgio Amendola definì «una scelta di vita», acquisiscono un
valore universale, incancellabile nel tempo, la cui memoria vale come
antidoto alle ricadute della storia. Aveva solo 22 anni, il mazziniano
di buona famiglia milanese che aveva già dichiarato il suo «ideale
democratico ch'è la nostra stessa moralità» da «attuare nella vita
d'ogni giorno, nelle forme sempre nuove che il momento storico ci
presenta», quando fu sconvolto dall'assassinio di Giacomo Matteotti. E,
in quel momento, l'impulso fu alla ribellione, all'insofferenza per
l'impotenza dell'Aventino, vissuta come attesa che piovesse dall'alto
«quella grazia per la quale non manovrano solo i costituzionalisti, ma
aspirano, ahimè, anche i rivoluzionari». Questa interpretazione etica ha
segnato l'originalità della militanza socialista di Morandi. Da cui ha
preso avvio il filone socialista classista e al tempo stesso libertario,
che - ha scritto lo storico Aldo Agosti, autore di una copiosa
biografia - si poneva «come alternativa sia al comunismo
terzinternazionalista, sia al riformismo socialdemocratico, sia
all'egemonia nella sinistra italiana della tradizione comunista
gramsciano-togliattiana». Ma le vicende della vita non hanno consentito
che tanto equilibrio - mai equilibrismo - riuscisse a trovare una
conseguente espressione politica, al di là di qualche interesse
contingente, ora a motivare le spinte scissioniste, come quella del
Psiup, ora certe riconversioni a sinistra, come quelle che hanno segnato
il travagliato percorso governativo del Psi. L'aspirazione unitaria di
Morandi si è misurata laicamente (non fosse che per la formazione
culturale giovanile e per l'estraneità alle lacerazioni anche personali
seguite alla scissione di Livorno del ‘21) con i continui contrasti
all'interno della sinistra, senza dare mai per acquisita né la
separazione in famiglia né la ricomposizione verticistica. La spinta
unitaria era finalizzata alle revisioni necessarie a superare le ragioni
profonde dei dissensi, quindi alla prospettiva di un partito nuovo, di
massa, che associasse il mondo del lavoro al potere per dare alla
libertà, da riconquistare e riconquistata, sostanza reale. L'espressione
più alta di questa ambizione si misurava con l'esperienza
rivoluzionaria di Lenin, senza però assumere la rivoluzione russa, e il
socialismo che andava a realizzarsi sotto la guida politica di Stalin,
come modello. Per Morandi, della rottura storica intervenuta in Russia, i
socialisti avrebbero dovuto «professarne gli insegnamenti, che assai
più valevano delle formule logore della dottrina». A cominciare dalla
«somma complessità che presenta il passaggio ad un'economia collettiva e
della gradualità che è necessario osservare nell'effettuarlo». Che si
traduceva, nella concreta realtà italiana, nella indicazione di
«un'organizzazione sotto forme autonome dell'economia collettiva» e
della «più ampia e spregiudicata libertà politica». Un approccio
diventato concreto con la liberazione dal fascismo: alla testa del
Cnlai, Morandi lancia i consigli di gestione a cui affida il compito di
porre le basi della «nuova democrazia». Era, appunto, il modo di
riconoscere il ruolo dei lavoratori nel processo produttivo ed estendere
la democrazia a queste strutture del potere. Per le quali Morandi si
batté anche dal ministero dell'Industria, nel governo di Alcide De
Gasperi che accompagnò la Costituente, contro le tante resistenze che
quella politica di piano incontrava nel ricostituendo blocco tra agrari e
capitalisti. Con un limite, dettato evidentemente dalla preoccupazione
che si trasformasse in «blocco reazionario», sostenuto dagli alleati
occidentali sotto la cui influenza l'Italia stava per finire in ragione
del patto di Yalta. In effetti, la rottura della collaborazione con la
sinistra operata da De Gasperi costrinse la sinistra a cercare altre vie
per affermare il proprio progetto strategico, in un clima
internazionale che si avviava alla guerra fredda. Niente affatto
convinto della ritrovata vocazione democratica della nuova classe
dirigente, Morandi fu tra i socialisti che più sostennero la scelta
frontista di Pietro Nenni nel ‘48, non perché sicuro che il «fronte»
avrebbe vinto, ma come necessario argine alle minacce di involuzione. È
in questa fase che Morandi fa riferimento al leninismo
(«Ideologicamente, senza riserva alcuna, noi assumiamo il lenilismo come
interpretazione e sviluppo del marxismo e ribadiamo il superamento
della socialdemocrazia nella sua duplice espressione di riformismo e
massimalismo») per superare le tradizionali correnti, in cui continuava
ad essere divisa la sinistra e arrivare a congiungere la lotta di classe
e l'unità di classe in quello che definisce il «partito della classe».
Francesco De Martino, il socialista che con più convinzione ne ha
raccolto la vocazione unitaria, in occasione del XXV anniversario della
morte di Morandi, spiega quella critica alla socialdemocrazia con il
fatto che questa avesse abiurato il marxismo. Fatto è che Morandi fa un
esplicito riferimento al socialismo europeo quando, al congresso del Psi
di Torino nel 1955, si comincia a discutere di una possibile apertura a
sinistra della Dc, concepito però come recupero dell'incontro di
governo tra le grandi forze antifasciste. Si rivolge, infatti, a quanti
nel suo partito teorizzano la libertà d'azione, sottolineando che se
così «si dovesse intendere la capacità di configurarsi come forza idonea
a interpretare sentimenti ed esigenze radicate nelle tradizioni del
socialismo europeo, allora si può sicuramente asserire, come
l'esperienza ha dimostrato, che non è l'unità d'azione sul terreno della
lotta di classe che a quella può fare ostacolo». Purtroppo, la morte
non ha consentito a Morandi di misurarsi, nel vivo dei nuovi processi
politici, con la risposta che egli stesso aveva dato a Nenni sul
possibile superamento dell'unità d'azione a sinistra: «Non certamente
nel senso - avvertiva - che possa mai risolversi l'intima e
indissolubile comunanza di aspirazione e di ideali che è tra i
socialisti e i comunisti. Ma nel senso che la manovra congiunta dei due
partiti potrebbe anche divenire superflua in una situazione che non
fosse irrigidita ed esasperata a tal punto da pregiudiziali ideologiche,
non essendo il patto per sé stesso (ed è ciò che importa comprendere) a
determinare la condotta di classe, la naturale condotta unitaria del
partito». Ci sono voluti cinquanta e più anni perché tornasse ad
affermarsi l'idea di raccogliere l'eredità di tutto il socialismo
italiano in un «nuovo partito». Che, a giudizio di De Martino, Morandi
non immaginava certo come la «risultante dalla somma o giustapposizione
del partito socialista al partito comunista». Come, allora? È lo stesso
Morandi a tracciarne l'identità, in un discorso ai giovani socialisti
del 1950, come in una sorta di mandato per l'affermazione degli ideali
socialisti: «Solo un partito che abbia eliminato il seme della divisione
al suo interno, un partito capace di stroncare qualsiasi tentativo di
riprodurre nel suo seno situazioni degenerative, un partito che abbia
sbaragliato i personalismi, le clientele e le cricche e sradicato il mal
costume del gioco su due scacchiere dei dirigenti, solo un partito che
abbia recuperato capacità di attrazione, un partito che non si consumi
in sé stesso ma sia in grado di protendersi verso l'esterno, un partito
che si accresca di forze e si rinvigorisca vieppiù nelle sue strutture,
un partito che elevi incessantemente il grado della sua combattività,
può a un tale obbiettivo dirigersi». Non è un messaggio che parla ancora
oggi?<br /> 30 July 2002 pubblicato nell'edizione Nazionale (pagina 29) nella sezione "Cultura"</span></div>
<div>
</div>
<div>
</div>
<div>
</div>
<div>
<span class="userContent">
</span><br />
<div class="container_12" style="z-index: 1000;">
<br />
<br />
<div id="masthead-top" style="z-index: 990;">
<ul id="nav-top">
<li><a href="http://www.anpi.it/anpi-it">Redazione Web</a></li>
</ul>
<div id="search" style="z-index: 980;">
<form action="/cerca/" id="searchform" method="get" role="search">
<fieldset>
</fieldset>
</form>
</div>
<div id="title-anpi" style="z-index: 970;">
<img alt="Rodolfo morandi.jpg" height="323" src="http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/5/5d/Rodolfo_morandi.jpg" width="225" /></div>
</div>
<div id="masthead-anpi" style="z-index: 960;">
<ul id="nav-menu">
<li class="current-section "><ul>
<li class="cat-item"><b><a href="http://www.anpi.it/donne-e-uomini-della-resistenza">Donne e Uomini della Resistenza</a></b></li>
</ul>
</li>
</ul>
</div>
<div id="content" style="z-index: 950;">
<div class="grid_8" id="main-left" style="z-index: 940;">
<div id="article-header" style="z-index: 930;">
<div id="headline" style="z-index: 920;">
<h1>
Rodolfo Morandi</h1>
</div>
</div>
<div id="article" style="z-index: 900;">
<div id="article-body" style="z-index: 890;">
<div class="article-excerpt" style="z-index: 880;">
<b>Nato a Milano il 1° gennaio 1903, deceduto a Milano il 26 luglio 1955, avvocato, economista ed esponente socialista.</b></div>
Dopo essersi laureato in Legge, orientò i suoi interessi allo studio
di Giuseppe Mazzini e, poi, del marxismo. A questo s'ispirò nella
realizzazione del suo libro più famoso (<i>Storia della grande industria moderna in Italia</i>,
edito nel 1931 da Laterza). Mentre lavorava a quest'opera, Morandi
maturò la sua coscienza antifascista, che lo portò ad aderire prima al
movimento "Giustizia e Libertà" e poi al Partito socialista clandestino.
Organizzato il "Centro interno" del PSI a Milano, Morandi non esitò a
mettersi in contatto, con spirito unitario, col Partito Comunista
d'Italia, che era già, in quegli anni, una grande forza organizzata
dell'antifascismo. Il dirigente socialista svolse la sua attività
politica, inframmezzata dalla professione forense, sino a che non si
rese conto di essere stato individuato dalla polizia. Decise così di
riparare in Francia. A Parigi Morandi entrò a far parte del "Centro
estero" del PSI, diresse il giornale clandestino <i>Fronte Rosso</i>, collaborò a <i>Politica socialista</i>
e ad altre pubblicazioni antifasciste. Rientrato in Italia, contribuì
alla formazione del "Fronte unico antifascista" fino a che, nel 1937, fu
arrestato con un gruppo di compagni. Deferito al Tribunale speciale e
condannato a 10 anni di reclusione, Morandi ne scontò sei nelle carceri
di Castelfranco Emilia e di Saluzzo. Riottenuta la libertà nei
quarantacinque giorni del governo Badoglio, riprese l'attività politica
come membro della Direzione del PSI. Dopo l'8 settembre 1943, il
dirigente socialista fu costretto, per le malferme condizioni di salute,
ad espatriare in Svizzera. Nella Confederazione elvetica continuò,
però, a tenere i collegamenti politici e nel giugno del 1944 rientrò
clandestinamente a Milano. Passò poi a Torino, come membro della
Direzione del suo partito per l'Alta Italia e, in quanto tale, concorse
(come dirigente del CLN regionale piemontese), all'organizzazione dei
grandi scioperi preinsurrezionali. Rientrato a Milano nella fase
conclusiva della lotta contro i nazifascisti, il 23 aprile 1945 Rodolfo
Morandi fu nominato presidente del CLN dell'Alta Italia in luogo di <a href="http://www.anpi.it/donne-e-uomini/alfredo-pizzoni">Alfredo Pizzoni</a>. Il 25 aprile, insieme a <a href="http://www.anpi.it/donne-e-uomini/alessandro-pertini">Sandro Pertini</a>,
firmò a nome del PSI il decreto col quale i partiti del CLN Alta Italia
assumevano i poteri di governo. Nel difficile momento seguito alla
Liberazione, Morandi fu eletto segretario del PSI, incarico che conservò
dal dicembre 1945 all'aprile 1946. Membro della Consulta, poi eletto
alla Costituente, entrò a far parte del 2° e del 3° Gabinetto De Gasperi
come ministro all'Industria e Commercio. Dal 1948 fu senatore di
diritto nel primo Parlamento repubblicano. Vice segretario generale del
PSI dal gennaio 1951, con le elezioni del 1953 Morandi tornò al Senato, a
due anni dalla sua prematura scomparsa per malattia. Oltre alla citata
storia dell'industria italiana, Rodolfo Morandi (al quale sono
intitolate piazze e strade a Milano e in altri luoghi d'Italia e un
Istituto a Torino), ha lasciato molti saggi di politica ed economia.</div>
<div class="short_url">
link permanente a questa pagina: <a href="http://www.anpi.it/b2425/">http://anpi.it/b2425/</a></div>
</div>
</div>
<br />
<div class="grid_4" id="current-issue" style="z-index: 830;">
<div class="grid_4" id="subscribe" style="z-index: 780;">
<div class="footer-content clearfix" style="z-index: 770;">
<div style="z-index: 760;">
<div class="caption">
<i></i></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</span></h5>
pietrohttp://www.blogger.com/profile/10775337361602743182noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9147264970697142063.post-6008581598270801112012-12-28T00:57:00.002-08:002012-12-28T00:57:30.421-08:00Lutto per Epifanio La Porta
Lutto per Epifanio La Porta.
E' morto ieri sera a Palermo Epifanio La Porta che fu segretario generale della CGIL siciliana da me sostituito nel 1979. Fu combattente integerrimo della causa dei lavoratori da dirigente della CGIL e da deputato regionale e poi senatore.
All'origine era un lavoratore agrumaio. Lavorava nei magazzini di arance del siracusano e le sue qualità lo portarono prima a diventare rappresentante della categoria e poi a dirigere la Camera del Lavoro. Conobbe il carcere. A quel tempo per un dirigente della cgil era facile finire in galera. Anche Pio La Torre vi fu chiuso per quasi due anni.
Difese assieme a me i minatori siciliani quando il PCI di Occhetto aveva deciso con la DC ed il PSI la chiusura delle miniere. Riuscimmo a concordare con PierSanti Mattarella un programma di prepensionamenti e di investimenti che porta il nome di legge 90.
Fu persona di rara generosità. Amante della Sicilia comprò per la CGIL una magnifica proprietà a Santa Venerina in cui per anni prosperò la scuola della CGIL.
Volle assieme a Luciano Lama che io, socialista, diventassi segretario generale della CGIL carica da sempre riservata alla componente comunista maggioritaria nel sindacato siciliano.
Era autodidatta come tanti dirigenti della sua generazione ma di rara intelligenza. Gli ho voluto bene e gli sono sempre riconoscente per avermi permesso di accedere ad una carica che poi ha segnato la mia vita.
pietrohttp://www.blogger.com/profile/10775337361602743182noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9147264970697142063.post-45698496669001812542012-10-21T13:26:00.000-07:002012-10-21T13:26:35.194-07:00Lumpen proletariatsi due decoli. Lumpen proletariat
La distinzione tra proletariato e sottoproletariato introdotta dal Manifesto dei Comunisti è stata dannosa e causa di una visione sbagliata della società e della storia. Osservo che non è possibile distinguere nettamente il proletariato dal sottoproletariato perchè il confine tra i due gruppi è estremamente labile ed incerto. L'operaio se perde il lavoro rischia di sprofondare nella miseria di un tugurio dei bassifondi frequentati dalla "plebaglia". Il sottoproletario se assunto in fabbrica diventa con ciò stesso proletario. Ed allora? Perchè la distinzione? E' forse un dato antropologico, culturale o etnico appartenere all'uno o all'altro raggruppamento sociale? La definizione di sottoproletariato come "putrefazione passiva degli strati infimi della società" è da respingere perchè implica una visione della società con un basso ed un alto, una base ed un vertice. Se è vero che il popolo, il popolino, la plebaglia o come altro si vuole chiamare ha costituito la massa di repressione della rivoluzione napoletana del 1799 è anche vero che la presa della bastiglia fu opera sua. Anche la Comune di Parigi è stata opera in gran parte sua. La sua funzione nella storia non può essere classificata sempre e dovunque in modo negativo.
Inoltre, nella accezione moderna del termine, se pensiamo ai due gruppi nello scenario di un processo sociale rivoluzionario è possibile che in gruppi di proletariato in determinate condizioni ci può essere una inversione di parti. I contadini ed i muratori meridionali sbarcati alla Fiat nel 1960 costituirono il corpo vivo di una grande rivoluzione sindacale mentre i "proletari" erano stati ampiamente vallettizzati ed alcuni di loro giunsero financo a diventare spie del padrone, del nemico di classe! Questo per dire che la rigidità della distinzione fatta da Marx ed Engels che erano distinti signori della classe alta appartenenti a famiglie di rango è stata sommamente deleteria ed ha nuociuto perchè è diventata un pregiudizio che ci siamo trascinati appresso per qua<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-YBvWDRIpgsQ/UIRaVHZiP9I/AAAAAAAADkY/-Q253X8qgIQ/s1600/fabbrica.jpg" imageanchor="1" style="margin-left:1em; margin-right:1em"><img border="0" height="400" width="325" src="http://1.bp.blogspot.com/-YBvWDRIpgsQ/UIRaVHZiP9I/AAAAAAAADkY/-Q253X8qgIQ/s400/fabbrica.jpg" /></a></div>
pietrohttp://www.blogger.com/profile/10775337361602743182noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9147264970697142063.post-2078648118036399622012-10-15T06:07:00.001-07:002012-10-15T06:12:04.036-07:00viaggio in Vietnam
Viaggio in Vietnam
Nel 1983 io ed Alfiero Grandi fummo inviati dalla CGIL a rappresentarla al Congresso dei sindacati vietnamiti che si teneva ad Hanoi. Alfiero Grandi che poi sarebbe stato sottosegretario di Stato con il governo Prodi a quel tempo era dirigente della CGIL emiliana. Lo conoscevo da tempo e ne avevo stima. Era espressione di quella Emilia rossa che era uno dei grandi punti di forza della sinistra italiana. Il PCI in molte zone prendeva anche oltre il cinquanta per cento dei voti e le amministrazioni comuniste erano esemplari per la realizzazione di servizi sociali e la correttezza della gestione. Tutta l'Italia comunista e socialista era orgogliosa della forza che veniva dalla Emilia, dalla Toscana, dall'Umbria. Questa forza si irradiava nel territorio circostante. L'Italia centrale era in grandissima parte amministrata dalla sinistra.
Raggiungemmo Hanoi con un lungo viaggio in aereo che partiva dalla Germania est. Ci spostavano verso oriente e questo ci portò a vedere con emozione l'alba in un'ora che per noi era ancora piena notte.
Ad Hanoi fummo ricevuti con i riguardi dovuti ad una delegazione ufficiale estera fummo alloggiati in un albergo dove fui colpito da un involucro di grissini Fioravanti abbandonato su un divano. Diavolo di italiani! Si trovavano dall'altra parte del mondo e nell'emisfero politico comunista! Mi spiegarono che industriali italiani facevano cucire lenzuola ed altro dalle operaie vietnamite e che c'era quindi una certa frequentazione di italiani.
Al Congresso dei sindacati vietnamati la cosa che mi colpi di più fu l'immenso silenzio che dominava la sala del Congresso. Le uniche voci che si sentivano erano quelle del Presidente e dell'oratore. Il Congresso cominciava alle otto del mattino. Ogni intervento durava non più di dieci minuti. Non si sentiva assolutamente niente. Alle dieci e mezzo si faceva una sospensione di mezzora e poi di riprendeva sempre in questo silenzio. Un silenzio irreale. Io e Alfiero fummo sistemati in posti di onore. Al Congresso parlò Alfiero usando il francese lingua che i vietnamiti conoscono bene avendo subito la colonizzazione francese prima di quella inglese. Fu naturalmente molto ed a lungo applaudito.
L'ambasciatore italiano ad Hanoi fu gentilissimo. Ci mandò a prelevare con l'auto e si intrattenne con noi. Conosceva Alfiero e ne aveva un grande rispetto. Era originario di Bologna.
Di questo viaggio ad Hanoi conservo il ricordo di Hanoi che a me è sembrata una Venezia tropicale attraversata come è dalle tante giravolte del fiume Rosso la bellezza delicata e sensuale delle ragazze che passavano con un bilanciere sulla spalla dal quale pendevano due grandi ceste e che camminavano sotto quel peso come se danzassero con grande leggerezza, la dorsale montagnosa simile ai nostri Appennini...
Saigon mi fece una impressione terribile. Eravamo alloggiati in un albergo di stampo coloniale in evidente stato di degrado che dava su una piazza piena di centinaia e centinaia di giovani che sembravano allucinati e che a volte si mettevano a camminare tutti insieme come pazzi. Parte della città era su palafitte immerse in un mare nero di sporcizia. La città intera era ancora traumatizzata dalla terribile guerra subita. Il processo di riunificazione era lento ed il Vietnam non aveva i mezzi per fare di più di quanto stava facendo. Confesso che nei due o tre giorni che passammo a Saigon ora chiamata città Ho Ci Min avevamo quasi paura di uscire in piazza. Ma forse era solo un nostro timore infondato.
i vietnamiti sono un popolo contadino ed i contadini sono eguali in tutte le latitudini del globo.Non è difficile familiarizzare con loro. Ci trattarono con gentilezza ed organizzarono un pranzo fatto di tante verdure e carni che cuocevano al centro della tavola alla francese, Questo magnifico piatto aveva anche delle uove di gallo cedrone e questo era un segno di particolare riguardo nei nostri confronti. Le foreste del Vietnam dove vive il gallo cedrone erano state avvelenate dall'Orange il terribile diserbante usato dagli americani per defogliare e che ancora oggi continua a seminare terrore sofferenza e morte per le deformità e le mutazioni che provoca nei nascituri. Gli USA sfogarono la loro terribile rabbia per l'umiliazione di perdere il confronto militare annegando letteralmente il Vietnam in un mare di veleni chimici capaci di uccidere anche a distanza di anni e comunque di alterare l'integrità del DNA
della popolazione.
La differenza tra i due Vietnam era enorme. Non so se oggi esista ancora ma mentre il nord vietnam pur nella estrema povertà dava l'impressione di una nazione solida con i mercati pieni sempre di tantissimi prodotti della terra, il Sud del Vietnam era ancora segnato profondamente dalla presenza delle truppe di occupazione americana e vi si respirava un cupo clima di dopoguerra nel quale le fonti di sostentamento erano tutte scomparse con il ritiro delle truppe.
Siamo stati a rendere omaggio ad Hanoi al mausoleo di Ho Chi Min. Si tratta di una grande costruzione quadrata severa visitata da migliaia di persone.
Prima di giungere ad Hanoi abbiamo fatto sosta a Karachi nel Pakistan. Durante la sosta fatta dentro l'aereo potevo vedere la grande rete che circondava l'aeroporto gestito da militari dai modi bruschi. Vedevo migliaia di mani aggrappate a quella rete. Migliaia di persone non facevano altro che guardare l'aeroporto dalla rete. Su tutte aleggiava una disperazione terribile la disperazione che solo lo stomaco vuoto e la fame possono dare. Non dimenticherò mai il sentimento di angoscia che mi assalì per tante persone vestite soltanto di un pezzo di cotone bianco e che al mondo non possedevano nulla assolutamente nulla. Lì ho capito davvero la rivoluzione di Ho Chi Min ed la necessità di comunismo del genere umano.
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-HhuM0-4vmfQ/UHwKnrQxM4I/AAAAAAAADjM/-1-VBKSS90I/s1600/vietnam_war.JPG" imageanchor="1" style="margin-left:1em; margin-right:1em"><img border="0" height="213" width="400" src="http://2.bp.blogspot.com/-HhuM0-4vmfQ/UHwKnrQxM4I/AAAAAAAADjM/-1-VBKSS90I/s400/vietnam_war.JPG" /></a></div>
pietrohttp://www.blogger.com/profile/10775337361602743182noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9147264970697142063.post-47161315705536279222012-10-15T01:40:00.002-07:002012-10-15T01:40:23.740-07:00Hitler Hitler non è stato un accidente della storia: è il prodotto del sistema capitalistico scaturito dalla rivoluzione inglese e poi da quella francese ed americana. Il capitalismo che passa alla fase della predazione sanguinaria. L'operazione dell'antisemitismo con la distruzione di gran parte del popolo ebreo fu una operazione di spoliazione violenta per finanziare il Reich e le sue guerre. Il suo obiettivo principale era la distruzione dello stato comunista dell'URSS e l'Occidente fu a lungo diviso se allearsi o non con Hitler e partecipare alla spedizione antisovietica.
Si stanno creando oggi le condizioni per la nascita di un nuovo Hitler. Hitler non è una persona ma un modo di essere del capitalismo. La quantità di topi c he scappano dalle navi progressiste per congiungersi al nemico della classe operaia e condividerne le analisi e le ricette ed il potere è segno che non siamo molto lontani da una svolta violentemente predatoria del capitalismo odierna. Non pretendono forse o creditori del nord europa il Partenone di Atene? Non promette forse Napolitano la cessione di quote di sovranità? Ma questo non basterà a soddisfare il mostro!pietrohttp://www.blogger.com/profile/10775337361602743182noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9147264970697142063.post-67860726855026060532012-10-08T11:15:00.002-07:002012-10-08T11:15:30.781-07:00Luciano Lama
Luciano Lama
fu eletto segretario della CGIL nel salone della Domus Mariae nel 1970, in sostituzione di Agostino Novella nel corso di una speciale riunione del Consiglio Generale della Confederazione. Tre anni dopo veniva confermato dall'ottavo congresso tenutosi a Bari. Ne conservo una bellissima foto quadrangolare. A Bari ero seduto tra i membri della Presidenza del Congresso ed ero proprio dietro il podio da dove lui leggeva la relazione. Cominciò a parlare scosso da una intensa emozione che lo agitava. Vedevo oscillare il pantalone della sua gamba sinistra evidentemente scossa da un fremito incontenibile del nervo sciatico. Soffrii con lui di questo impatto con la platea del Congresso. Eppure Luciano era grande oratore e non era certamente alla sua prima relazione pubblica. Ma era il Congresso in cui doveva venire confermato alla carica che gli era stata affidata dal Consiglio. Dopo una ventina di minuti si calmò del tutto e la relazione filò liscia come l'olio fino alla fine. Era un gigante che incuteva rispetto e tuttavia era anche di grande emotività. Una eguale intensissima emozione lo scosse in un altro Congresso tredici anni dopo.Il Congresso in cui si congedava dalla CGIL dopo 42 anni di militanza. Per un paio di giorni non fece altro che piangere. Si asciugava gli occhi con un grande fazzolettone. Come si può non voler bene ad una persona così?
I siciliani abbiamo avuto il piacere di averlo assieme a parte della sua famiglia nel Natale dell'81 alla scuola sindacale di Santa Venerina. Venne con la madre e la moglie. Aveva anche due figlie che però non vennero. Scherzando diceva di essere circondato dalle donne! La madre era una bella signora emiliana romagnola, vestita di nero, dalla carnagione chiara ed una bella faccia antica di persona uscita dal una foto del novecento. Madre e moglie erano splendide persone semplici, di compagnia. La moglie di Luciano Lama, alta come lui, gli somigliava tanto da sembrarne la sorella!
In CGIL non ebbe mai vita facile sebbene il suo prestigio fosse diventato enorme.Trentin, Garavini, Bertinotti, la Camera del Lavoro di Torino quella di Brescia lo contrariavano "da sinistra". Non era amato dal Nord. Ricordo un Congresso allucinante all'Eur dedicato alla questione del 41 punto di contingenza! Non domandatemi di che cosa si trattava perchè non lo ricordo! So soltanto che tutti i delegati meridionali al Congresso ci sentivamo estranei al dibattito ed amareggiati perchè sentivano che la nostra opinione non contava molto.
Dentro la CGIL il pregiudizio antimeridionale contava molto per gli esponenti delle strutture del Nord e dei sindacati industriali. Ric ordo con amarezza che ogni volta che parlava un esponente del Sud molti sindacalisti del nord si alzavano in piedi e conversavano tra di loro voltando financo le spalle all'oratore. Facevano un brusio infernale in cui parlare dal podio diventava una sofferenza.
Il segretario della Camera del Lavoro di Torino fece una protesta durissima in un Consiglio Generale nel quale io ed Epifanio La Porta eravamo stati eletti membri del Direttivo! Non riusciva a capire tanta considerazione. Gli ricordai che avevamo più iscritti del Piemonte e che pur non avendo l'industria la CGIL in Sicilia contava.
Ebbene, Luciano Lama era il volto umano della CGIL. Era il compagno, il dirigente nel quale noi ci riconoscevamo. Noi siciliani sapevamo bene che ci voleva bene e da quel grande italiano che era voleva il progresso della nostra Isola. Lo sentivamo uno dei nostri.
luciao Lama Pio la Torre al centro della immagine, sulla sinistra pietro ancona e luigi cocilovo segretario regionale cisl.Manifestazione per la Pace a Palermo ott.1981
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/--xAfOCs3yEc/UHMX9XsXq9I/AAAAAAAADiI/bKUAcLCaC3o/s1600/3-Manifestazione-sindacale-per-la-pace-con-La-Torre-e-Lama-29-Novembre-1981-Piazza-Politeama-Pal1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left:1em; margin-right:1em"><img border="0" height="286" width="400" src="http://2.bp.blogspot.com/--xAfOCs3yEc/UHMX9XsXq9I/AAAAAAAADiI/bKUAcLCaC3o/s400/3-Manifestazione-sindacale-per-la-pace-con-La-Torre-e-Lama-29-Novembre-1981-Piazza-Politeama-Pal1.jpg" /></a></div>
pietrohttp://www.blogger.com/profile/10775337361602743182noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9147264970697142063.post-71888339616563154392012-10-01T10:50:00.000-07:002012-10-01T10:50:39.128-07:00Olga Benario PrestesOlga Benario ha vissuto una intensa vita di rivoluzione, amori e drammi tra Monaco, Berlino, Mosca e Rio de Janeiro. Nata nel 1908 a Monaco, Olga si iscrive a 15 anni alla Gioventù Comunista. Insieme a Otto Braun si trasferisce a Berlino, dove nel 1927 viene arrestata con l'accusa di alto tradimento. Mentra lei riacquista la liberà per vie legali, Otto Braun rischia invece 20 anni di carcere. Con una spettacolare azione armata (oggi direbbero terroristica) Olga riesce a far evadere Otto Braun dalla prigione di Moabit. Entrambi riparano poi nell'URSS, dove vengono accolti trionfalmente. L'Internazionale Comunista la manda in Brasile assieme a Louis Carlos Prestes per prendere contatto con il PCB che conta anche sull'appoggio di taluni settori dell'esercito. Nel 1936, dopo il fallimento di un tentativo di insurrezione, viene arrestata ed infine estradata in Germania malgrado fosse incinta. Verrà "giustiziata" nella camera a gas del lager di Bemburg nel 1942 in quanto ebrea comunista. <blockquote><blockquote></blockquote></blockquote>pietrohttp://www.blogger.com/profile/10775337361602743182noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9147264970697142063.post-54404055316023772872012-09-29T02:53:00.003-07:002012-09-29T02:53:57.069-07:00Mozart ed Alì
Mozart ed Alì
Oltre un miliardo di esseri umani vivono nelle bidonvilles. Altri cinque miliardi vivono in condizioni di grande disagio. L'altro miliardo ha in corso processi di impoverimento di una parte consistente. Soltanto meno di un milione di persone nel mondo ne posseggono il 90 per cento della ricchezza. Questa situazione tragica è destinata ad aggravarsi con l'incremento della popolazione che è previsto in nove miliardi nel 2050 e non è detto che non possa essere molto di più tenuto conto che solo dal 1975 ad oggi la popolazione è raddoppiata.
Se si dovesse trarre un bilancio della presenza dell'umanità nel pianeta terra dovremmo dire che ci troviamo di fronte ad un fallimento. La specie umana ha fallito. Ha rovinato la natura in cui vive, soppresso migliaia di forme diverse di vita nel mondo animale, inquinato gli oceani ed i fiumi, e sopratutto predato se stessa. I predatori occidentali si avventano sulle popolazioni che hanno la disgrazia di possedere il petrolio il gas o altre materie prime per derubarle e distruggerle o sottometterle e comunque avvelenarne i figli con le bombe all'uranio.
L'umanità ha creato opere immortali come quelle di Mozart di Beethoven. Ma che vale questa musica quanto tanti bambini affamati sono costretti a cercare nella spazzatura delle discariche in po di cibo?
Bidonville di Moggatam Egittopietrohttp://www.blogger.com/profile/10775337361602743182noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9147264970697142063.post-12157753027048068332012-09-18T06:52:00.001-07:002012-09-18T06:52:55.952-07:00avevano ragione le BRAvevano ragione le B.R:<br />
Hanno sbagliato la sinistra, la CGIL ed il mio amico Luciano Lama ad assumere un atteggiamento repressivo e cancellatorio verso le Brigate Rosse. Se è vero che i metodi del terrorismo erano sbagliati ed inaccettabili, l'analisi che aveva fatto della situazione italiana che stava sfuggendo al campo della democrazia per diventare un luogo dominato come tutto l'Occidente delle Multinazionali e delle <br />
Forze Armate era giusta. Sbagliata perdente ed alla fine traditora della classe operaia e del socialismo è stata l'analisi del PCI e della CGIL. Infatti i risultati li abbiamo sotto gli occhi: siamo governati da una squadra insediata al potere da WallStreet e dal militarismo USA-Israeliano. Monti, De Paola e Terzi hanno in mano l'Italia per conto loro. L'Italia ha perso sovranità ed è lardellata da 110 basi militari. Sta inoltre perdendo tutto l'apparato industriale. La classe operaia è ridotta al suicidio ed alla elemosina. Arrampicata sulle torri come gli Stiliti Cristiani rivendica l'intervento delle Multinazionali e del loro carico di veleni pur di avere un tozzo di pane!pietrohttp://www.blogger.com/profile/10775337361602743182noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9147264970697142063.post-26493096233814422442012-09-14T07:40:00.002-07:002012-09-14T07:40:59.565-07:00agrigento perduta due volte<br />
<br />
<br />
<br />
Agrigento da me perduta due volte!<br />
<br />
Manco da Agrigento dal 1964 anno in cui moltissimi frequentatori di questo sito non erano ancora nati. Nelle settimane scorse ho avuto la possibilità - grazie a FB - di avere intensi contatti con molti miei concittadini e ne sono stato felice. Mi sono sentito quasi rinnovato e tanti momenti degli anni che vi ho trascorso sono tornati alla mia mente. Ne ho fatto ricordi che mi ha fatto piacere scrivere e comunicare. Fino a quando i ricordi erano innocui bozzetti di questo o quel personaggio, questa o quella macchietta che Agrigento ha avuto come tutte le città, l'accoglienza è stata buona, positiva, quasi commossa. Sono stato invitato a continuare a scrivere a ricordare altro e così ho fatto per qualche tempo. Quando dai ricordi sono passato ai miei giudizi sulla Agrigento di ieri e di oggi, sulla forza reazionaria che la blocca e che le impedisce di crescere, ho notato un raffreddamento dei miei concittadini e qualche presa di distanza. Ho sostenuto che Agrigento che cade a pezzi piuttosto che spendere per rimuovere le macerie che la stanno sommergendo dovrebbe farsi un nuovo piano regolatore basato sul focus della Valle dei Templi.Ad Agrigento qualcuno ha riservato il destino di potersi espandere verso Aragona. Io sono convinto che così come in tutte le città d'arte i monumenti ed i templi ne costituiscono il centro anche i templi potrebbero esserlo. Si potrebbe cominciare con lo spostare il Municipio, la Prefettura, la Questura accanto al tempio della Concordia ed agli altri templi. Naturalmente si dovrebbe costruire senza cemento in arenaria e pietra. Questa idea è sembrata folle a quanti si sono pronunziati. Discutendo di questo ho scoperto che la Valle dei Templi è pertinenza dell'Ente Parco e che gli agrigentini per accedervi debbono pagare il biglietto. Ho detto che considero l'Ente Parco e lo Ato vere e proprie disgrazie che affliggono la città e la sfruttano piuttosto che aiutarla. Guardate il costo dell'acqua e della immondezza che ha immiserito e reso disperati gli strati più poveri della popolazione. Insomma ho toccato tasti "sbagliati" e come si dice politicamente non corretti. Non si mettono in discussione Ente Parco ed Ato che sono opera della classe politica. Mi rendo conto della radicalità della mia proposta (sciogliere l'Ato, sciogliere l'Ente Parco) ma la reazione è stata quasi incollerita. Qualcuno si è ricordato che sono "comunista" e che starei bene nella Russia di Stalin e nella Cina di Mao. Certo anche se detta con finalità offensiva non considero offensivo essere definito seguace di Stalin o di Mao anche se non lo sono pur considerandoli immensi personaggi della storia della liberazione umana. Ho avuto anche il torto di attaccare il ruolo della Curia Vescovile che io considero la catena che tyiene incollata Agrigento al suo passato e perciò alla sua miseria. <br />
Per farla breve questo mio revival con la mia città è stato un disastro. A tanti giudiziosi benpensanti sono apparso certamente come un pazzo da catena per le mie idee imbarazzanti sulla città nella quale da la parte povera e la parte borghese si incontrano soltanto come l'una subalterna e soggetta all'altra. Sono stato gentilmente avvertito che ero fuori tema!!! <br />
L'unica speranza che Agrigento ha avuto di mettere insieme borghesia e popolo povero è stato il Fascio dei Lavoratori fondato da Francesco De Luca nel 1892. Ma, come sappiamo De Luca è finito in prigione ed i poveri tutti all'estero. Ci fu dopo la repressione crispina dei fasci la grande emigrazione oltreoceano degli agrigentini e dei siciliani. Emigrazione dalla quale nessuno è tornato tranne qualche anziana coppia di vecchi per rivedere la terra natia e sfuggire finalmente alla terribile macchina di sfruttamento che gli States sono stati e continuano ad essere per gli emigranti. Ricordo che all'inizio del secolo scorso negli USA furono linciati ed impiccati oltre mille italiani. Per puro odio razziale come quello dei giovani bergamaschi che cospargono di benzina di notte un immigrato e gli danno fuoco.<br />
In conclusione mi dispiace molto che non sono risultato conforme ai requisiti per riuscire gradito ai miei miei concittadini. Ma io sono diventato vecchio senza diventare mai giudizioso. La mia corda pazza non si è mai spezzata. Me ne scuso con quanti la ritengono scandalosa ma è troppo tardi per me riciclarmi in un virtuoso benpensante. Non sono mai riuscito ad esserlo!<br />
<br />
pietrohttp://www.blogger.com/profile/10775337361602743182noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9147264970697142063.post-84818846841415374112012-09-13T17:39:00.000-07:002012-09-13T17:39:29.211-07:00notizie dal carcere ricevo dal mio amico fabrizio rossi da Roma<br />
<br />
<br />
Ricevo, e comunico la traduzione, di una lettera proveniente da un carcere <br />
degli Usa.<br />
Chissà che qui qualcuno non voglia trasferirla ad esempio ad Amnesty <br />
International, di regola un po' strabica.<br />
<br />
Saluti.<br />
Fabrizio Rossi<br />
--------------<br />
<br />
Cari amici,<br />
<br />
a Cuba, la nostra amata patria, si sono appena iscritti più di 2 milioni di <br />
studenti, fra politecnici, tecnici e università.<br />
<br />
Nell'anno passato, nelle cosiddette Scienze Mediche, cioè medicina, <br />
stomatologia, psicologia, infermeria e tecnologia pertinente, si sono <br />
formati 32.171 professionisti: e fra loro 5.694 medici di 59 Paesi del <br />
mondo, un po' più dei 5.315 nuovi medici cubani.<br />
Ogni anno dai 47 centri docenti di formazione artistica escono circa 1.200 <br />
studenti.<br />
Sono solo pochi dati dell'educazione cubana, che è del tutto gratuita.<br />
<br />
Il tasso di mortalità infantile negli ultimi cinque anni s'è mantenuto nel <br />
nostro Paese al di sotto del 5% su mille nati vivi. Nel 2011 fu del 4,9%, il <br />
più basso di tutto il nostro continente (negli Stati Uniti del 6,06%).<br />
<br />
La speranza di vita è quella dei Paesi sviluppati: oggi 77, 98 anni. Questo <br />
è un indicatore, secondo quanto dice un esperto, "che riflette le condizioni <br />
di vita, di salute, di educazione ed altri aspetti socioeconomici di un <br />
Paese o regione".<br />
E questi sono solo due indicatori della sanità cubana, che è del tutto <br />
gratuita.<br />
<br />
Nel 2011 sono stati a Cuba 2 milioni e 700 mila turisti, cifra record. (...) <br />
Un 84% ripeterebbe il viaggio. Un funzionario dell'ONU per la Prevenzione <br />
del crimine ha dichiarato recentemente che Cuba è il Paese più sicuro della <br />
regione, spiegando che non presenta la grave situazione di violenza che <br />
caratterizza il continente e ha grandi risultati nella riduzione della <br />
criminalità. Inoltre, ha elogiato le conquiste nello sport, cultura, sanità <br />
ed il fatto di aver sradicato l'esclusione totale.<br />
<br />
Il rappresentante dell'UNICEF a Cuba ha dichiarato che il livello d'applicazione <br />
della Convenzione sui diritti del bambino è eccellente.<br />
Il nostro Paese solidale ha relazioni diplomatiche con 190 Paesi. Con molti <br />
mantiene una stretta relazione di fratellanza e cooperazione, offrendo non <br />
quello che ci avanza - e veramente non c'è niente che ci avanza - ma quel <br />
che abbiamo.<br />
Più di 5 milioni di persone in diversi Paesi sono state alfabetizzate grazie <br />
al metodo cubano "Yo, sí puedo".<br />
<br />
Un Rapporto al Congresso USA del luglio di quest'anno, che in gran parte è <br />
calunniatore, riconosce che Cuba non è produttore nè consumatore di droga, e <br />
che il governo cubano ha preso importanti misure per evitare che si sviluppi <br />
il problema della droga, sempre offrendo cooperazione e disponibilità a <br />
sottoscrivere accordi con il nostro vicino del nord per combattere questo <br />
flagello.<br />
<br />
Militari di alto grado, ve lo ricorderete, hanno dichiarato nel nostro <br />
processo che Cuba non è una minaccia militare per gli USA.<br />
<br />
Al compimento di 14 anni di ingiusta reclusione, esamino questi dati che <br />
nessuno può controbattere, guardo al mondo di oggi che si dibatte dentro una <br />
complessa situazione economica e di guerre di rapina che possono portare <br />
alla distruzione della nostra specie, e pensando al nostro popolo tanto <br />
abnegato, fraterno, nobile quanto eroico, mi domando:<br />
<br />
Perchè gli Stati Uniti ci strangolano con il blocco?<br />
Perchè proteggono e appoggiano il terrorismo contro Cuba?<br />
Perchè alimentano un gruppo di mercenari che si fanno chiamare "dissidenza"?<br />
Perchè mistificano costantemente la nostra realtà?<br />
<br />
La mia prima risposta che credo riassuma tutto è: Perchè si vuole uccidere l'esempio.<br />
<br />
Perchè siamo stati arrestati, sottoposti a punizioni, processati a Miami, <br />
condannati alle più sproporzionate pene, dispersi in cinque prigioni?<br />
<br />
Per difendere l'esempio del vile flagello del terrorismo o forse per meglio <br />
dire, per punire questo esempio che è il nostro popolo...<br />
"Un principio giusto, anche dal fondo di una caverna, può più di un <br />
esercito..."<br />
"...all'uomo degno non costa morire aspettando nell'oscurità al servizio <br />
della patria..."<br />
"... Patria è umanità..."<br />
così l'Apostolo della nostra piena indipendenza, José Martí.<br />
<br />
Grazie per il vostro costante appoggio, per l'indistruttibile solidarietà.<br />
Cinque abbracci.<br />
¡Venceremos!<br />
<br />
Antonio Guerrero Rodríguez<br />
9 settembre 2012<br />
Prigione Federale di Marianna (U.S.A.)<br />
------------------------- <br />
pietrohttp://www.blogger.com/profile/10775337361602743182noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9147264970697142063.post-34078188666749601472012-09-11T11:58:00.001-07:002012-09-11T11:58:46.321-07:0011 settembre e tanto altroIl camorrologo attacca l'Iran <br />
<br />
Saviano rilancia la guerra ideologica contro l'Islam dalla filiera massmediatica occidentale impegnata a preparare il clima di odio contro l'Iran alla vigilia dell'aggressione del popoloso stato medioorientale. Saviano è al servizio di Israele e partecipa ai preparativi di guerra. <br />
Non voglio giustificare la Fatwa contro lo scrittore inglese di origine iraniana ma la forza della religione aveva liberato l'Iran dal sanguinario Scia sbirro dei petrolieri occidentali succeduto all'assassinio del grande Mossadek. Ripigliare ora una questione che era caduta nel dimenticatoio anche da parte degli iraniani è una vera provocazione alla quale il nostro camorrologo ci mette la faccia<br />
http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2012/09/11/news/cos_la_vita_viene_cancellata_da_una_fatwa_saviano_racconta_il_nuovo_libro_di_rushdie-42316648/?ref=HREC1-2<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
Giano Bifronte alla Casa Bianca<br />
<br />
<br />
Il tempio di Giano Bifronte è sempre aperto alla Casa Bianca. Manco finisce una guerra e ne comincia un'altra. L'America ha il più alto numero di veterani di guerra esistente al mondo. Pare che siano circa venticinque milioni. Molti sono malati, altri pazzi, molti si sono ridotti a fare gli homeless ed altri sono scappati in Messico dove il costo della vita è inferiore a quello degli States. La macchina bellica USA deve girare ininterrottamente. Costa 600 miliardi di dollari l'anno che vengono spremuti a parte della popolazione americana tenuta senza alcun diritto alla casa alla sanità alla pensione alla scuola e parte al mondo intero. Quando gli USA sono in difficoltà stampano titoli fasulli spazzatura e li vendono come buoni alle banche europee che, se non li prendono, sono cavoli loro,. Insomma fanno come i mafiosi quando impongono ai bar l'uso del loro caffè ed ai costruttori l'uso del loro calcestruzzo.<br />
<br />
<br />
<br />
Da Rigola alla Camusso<br />
<br />
Riflettevo sul potere che hanno le organizzazioni nazionali dei partiti e dei sindacati. Un potere capace di paralizzare una nazione rendendola inerte come ipnotizzata di fronte al ghigno feroce di Monti e della Fornero che si dichiarano salvatori della Patria mentre conficcono enormi chiodi ai lavoratori. Ieri la Camusso minacciava lo sciopero generale. Lo aveva minacciato financo di 48 ore quando iniziò la questione dell'articolo 18. Sono stato tanto ingenuo da rallegrarmene credendo alla sincerità della CGIL. Sappiamo bene come è finita. L'art.18 non c'è più e non c'è stata opposizione della CGIL. Se ci fosse stata il PD avrebbe avuto serie difficoltà a farsi cavalcare da Ichino e consegnare a Monti la cosa più importante del diritto del lavoro italiano. Pensavo che probabilmente la CGIL ha sempre avuto diverse anime che coabitano nella stessa casa. Il suo primo segretario Rigola, un poligrafico cieco che la diresse per quasi un ventennio, tenne una linea di collaborazionismo subalterno con i governi tali da costringere Di Vittorio ad andarsene e fondare l'USI. Rigola ed il suo successore D'Aragona che poi fu deputato e ministro socialdemocratico nel dopoguerra consegnarono la CGIL nelle mani di Mussolini e gli fecero da consulenti per il Patto di Palazzo Vidoni, patto riecheggiato in recenti accordi con il governo e con la Fiat. Nello stesso tempo la CGIL ha dato vita a grandi lotte guidate dalle Camere del Lavoro ed alla esperienza autogestionaria dei consigli di fabbrica nel biennio rosso. <br />
Ricordo che la matrice "riformista" è stata sempre presente dentro i gruppi dirigenti della CGIL. Riformismo inteso nel senso di Fernando Santi che significava gradualità nella azione ma fermezza ed intransigenza negli obiettivi oppure come collaborazione, come sponda all'azione del padronato come è avvenuto con gli accordi di concertazione del 1992 e l'abolizione della scala mobile. Ricordo una drammatica riunione del gruppo dirigente meridionale della CGIL con la segreteria nazionale svoltasi al Maschio Angioino di Napoli nel 68 sulle gabbie salariali. Trentin e Scheda ed altri dirigenti della CGIL erano per mantenerle e facevano muro alle pressioni dei dirigenti del Sud per la loro abolizione. Il movimento fu più forte delle loro resistenze e le gabbie finirono con l'essere levate. Prevedevano 13 livelli salariali in tredici livelli territoriali. Una cosa indecente che penalizzava naturalmente le zone meridionali. <br />
Oggi la CGIL attraverso il periodo più nero della sua storia. E' nelle mani di persone che hanno deciso di assecondare la rimodulazione liberista della società italiana, lo scardinamento di un sistema di diritti ritenuto obsoleto e comune antieconomico. Una cosa indecente. Il gruppo dirigente attuale della CGIL ha portato sull'orlo della pazzia centinaia di migliaia di docenti della scuola e stordito milioni di giovani con la legge Biagi. Si guarda bene dal difendere i professori e dal chiedere l'abrogazione della legge Biagi o almeno l'istituzione del SMG che in qualche modo renderebbe meno umiliante il calvario del precariato. Che cosa altra posso dire? Faccio il pistolotto ottimistico sul fatto che le cose cambieranno e la CGIL ridiventerà quella dei consigli di Gramsci? Non ci credo. Credo che le cose peggioreranno e che ne avremo per molto di penare. <br />
<br />
Quanto PIL valgono i diritti ed i salari?<br />
<br />
Bisogna che i pennivendoli italiani che tirano la volata ai liberisti facciano conti all'incontrario di come li fa la Confindustria e la destra. Cominciamo con il dire che i bassi salari valgono 2 punti di Pil cioè 36 miliardi di euro, che l'art.18 vale almeno altri 2 punti di PIL dal momento che sostituisce l'operaio ricco di you know con l'operaio 'operaio usa e getta; la distruzione della scuola pubblica e della sanità vale 10 punti di PIL perchè non ci sarà nessuna Bocconi e nessun liceo di gesuiti capaci di soppiantare la grandezza della scuola pubblica italiana ed il sapere che ha accumulato nel tempo. <br />
Tutto quello che si fa contro i Diritti alla lunga incide negativamente sul PIL perchè una società equa matura consapevole e sapiente che non viva nella angoscia della precarietà è certamente più forte anche economicamente si una società fragile in cui galleggiano e gozzovigliano solo gli squali. Infatti la società tedesca oggi vale molto di più di quella italiana ed anche la società francese vale di più. L'Italia vale sempre di meno perchè è i suoi abitanti sono diventati oggetto di predazione come i suoi beni. <br />
Una società in cui i lavoratori sono sereni sicuri del loro domani serviti da uno Stato sociale vale molto ma molto di più di una società di infelici dispiziati costretti ad arrampicarsi sulle torri come stiliti o ridotti a piangere in TV per il mutuo che non potranno pagare ed i figli che non potranno sfamare.<br />
<br />
<br />
<br />
Ingroia<br />
<br />
<br />
Mi piace la serenità, la forza, la nettezza con la quale Antonio Ingroia respinge l'attacco che a tanti sembra maramaldesco che gli viene dall'interno della magistratura che vorrebbe imbavagliarlo e costringerlo a fare soltanto il gendarme dello Stato privandosi del diritto di critica che è il lievito della libertà e della democrazia.<br />
Credo che questi attacchi vorrebbero produrre la deligittimazione del magistrato e del suo operato e mettere una pietra tombale sulla trattativa Stato-Mafia e sul contenuto delle telefonate Quirinale-Mancino.<br />
Già si voleva attribuire ad Ingroia la responsabilità morale dell'infarto di Lori D'Ambrosio. Ora gli si intima di chiudersi nel silenzio e di non occuparsi più di politica. <br />
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09/10/lanm-a-ingroia-basta-affermazioni-politiche-su-napolitano-doveva-dissociarsi/348287/<br />
<br />
Il disastro Monti<br />
<br />
Il salvatore dell'Italia in effetti lavora alla rovina dell'Italia non so se consapevolmente o no. Propendo a pensare consapevolmente dal momento che la sua identità è data dall'appartenenza ad una leadershiip euroatlantica piuttosto che nazionale italiana. <br />
La riduzione del PIL del 2,6 per cento aumenta lo squilibrio tra questo ed il debito interno. Il debito ingigantisce in rapporto alla caduta del PIL. Tutte le misure assunte, tutti i compiti in casa sono deleteri perchè indeboliscono la compagine economica del Paese e la spingono verso la depressione e l'impoverimento.<br />
Non ci vuole alcuna laurea in economia per capire che un Paese più povero faticherà molto ma molto di più ad uscire dalla crisi.<br />
Il Paese ha bisogno di recuperare la sua base industriale. Questo può essere fatto come nel 1930 con l'IRI dai grandi economisti che salvarono e resero prospera l'Italia e ne fecero una delle prime potenze industriali del mondo fino a quando non sono arrivati i liberisti a svendere tutto ai loro amici angloamericani o a disarmare e privatizzare.<br />
Bisogna nazionalizzare tutte le industrie che hanno problemi a cominciare dall'Alcoa e dall'Ilva.<br />
Altro provvedimento da assumere subito è l'aumento dei salari ed il ripristino dei diritti dei lavoratori. C'è un calo dei consumi del 3,5 per cento che è disastroso al quale si può rimediare con con le elemosine che chiede la Camusso al suo amico Monti della detassazione della tredicesima ma con un aumento generalizzato dei salari di almeno il dieci per cento.<br />
Dobbiamo sapere che non si avrà nessuna crescita con un monte salariale inferiore di quasi il trenta per cento a quello di dieci anni fa.<br />
Bisogna avere il coraggio di rompere con gli usurai che ci stringono il collo e con le politiche che porteranno l'Italia in fondo alle graduatorie dei paesi sottosviluppati del mondo. <br />
Insomma per vivere se vogliamo vivere dobbiamo fare l'esatto opposto di quello che ci propongono Monti i Banchieri e gente come Fassina. Dobbiamo andare contro corrente. Dobbiamo sottrarci al progetto di distruzione del ceto medio europeo al quale purtroppo si sta prestando anche la socialdemocrazia di Holland e quella tedesca. <br />
<br />
<br />
<br />
11 settembre 2001<br />
<br />
Oggi 11 settembre ricordiamo i caduti delle Torri Gemelle vittime di una imboscata del governo americano ed immolate sull'altare della statua di Giano Bifronte che è sempre aperto alla casa Bianca. Ricordiamo il martirio del popolo libico e la morte spaventosa inflitta a Gheddafi il cui cadavere è stato esposto e crivellato di colpo dopo essere stato torturato e seviziato dai killers della Nato; ricordiamo il martirio di Sadam Hussein, impiccato perchè uccidendo lui si è ucciso l'Iraq che non sarà mai più una nazione; ricordiamo lo smembramento della Jugoslavia fondata dal grande Tito decisa al Castello di Rambouillet dalla signora Maddalena Albright e dai suoi compari europei; ricordiamo la morte in carcere di Milosevic e l'assassinio di Ceisescu e della moglie; ricordiamo la morte di Lumumba ed il destino ancora sconosciuto del Presidente della Costa d'Avorio abbattuto da una guerra civile fomentata e diretta dai francesi. Speriamo che a questa lista non vengano aggiunti Assad ed Ahmadinejad.<br />
Ricordiamo il grande Salvatore Allende caduto combattendo per la libertà del suo popolo. <br />
<br />
11 settembre al Pentagono<br />
<br />
<br />
Gli americani ritengono che disponendo del controllo dei massmedia possono raccontare e fare passare per vere le balle più invereconde. Ma davvero ritengono di farci credere che un areo grande cinquanta volte questo buco fatto nelle mura del Pentagono vi sia passato dentro? Il cammello che passa per la cruna dell'ago? E poi: che fine ha fatto l'areo, che fine hanno fatto i passaggeri? Possibile che ci debbano imbrogliare con la faccia tosta di chi dice ti imbroglio ma tu fai finta di crederci tanto sono io che comando e che do le carte.<br />
<br />
<br />
11 settembre a Santiago del Cile<br />
<br />
Il Presidente Allende conscio di essere distante dalla morte soltanto pochi minuti imbraccia il mitra e combatte per la difesa della repubblica socialista del Cile. Lo fa per lanciare un messaggio a tutto il mondo ed alle generazioni future. Un messaggio che dice quanto può essere crudele ed invasivo l'imperialismo e come la classe operaia debba sempre e comunque difendere la società che ha modellato secondo i principi della giustizia sociale e del bene comune socialista.<br />
<br />
Due colpi di Stato<br />
<br />
Oggi è l'anniversario di due colpi di Stato. Il primo è del 1973 fu organizzato dalla Cia in Cile ordinato da Kissinger che temeva la diffusione del socialismo nell'America Latina ed era furioso per la nazionalizzazione dell'industria del rame. Il grande Presidente Salvatore Allende morì combattendo e da martire con il mitra in mano mentre i carri armati di Pinochet abbatteva<br />
no a colpi di cannone la Casa Rosada. Il secondo colpo di Stato è stato ordito sempre dalla Cia con la supervisione di Bush e la consulenza tecnica di Israele ed è la collisione di tre aerei contro le Torri Gemelli ed il Pentagono. L'autoattentato è avvenuto prima delle 9 del mattino ed i grattacieli erano popolati soltanto dagli addetti alle pulizie. Circa tremila poveri disgraziati molti dei quali sans papiers di cui agli USA non importava niente come non ha importato niente la morte dei tanti vigili del fuoco caduti eroicamente mentre tentavano di app <br />
restare aiuto. L'incendio delle Torri Gemelli è stato portato nelle case di tutto il mondo dal possente sistema massmediatico occidentale. La sequenza degli aerei che impattano la parte alta dei grattacieli e stata fatta vedere e rivedere milioni di volte. Naturalmente i grattacieli erano stati minjuziosamente minati dal momento che se non lo fossero stati avrebbero impiegato settimane a bruciare e non pochi minuti prima di accartocciarsi su se stessi. Il colpo di Stato contro la pace mondiale dell'11 settembre americano ha finora provocato centinaia e centinaia di migliaia di morti ed ha rilanciato la guerra USA nel Medio Oriente. Fino a quando gli USA avranno la potenza militare attuale senza un reale deterrente che li faccia stare al loro posto l'umanità è perduta. Dobbiamo aspettarci una guerra dopo l'altra perchè insaziabile e la voglia di dominio dell'imperialismo.pietrohttp://www.blogger.com/profile/10775337361602743182noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9147264970697142063.post-18588785500020998892012-09-07T14:45:00.002-07:002012-09-07T14:45:35.721-07:00 A da veni baffon!Pietro Ancona<br />
<br />
" A da veni baffon!"<br />
C'è una sorta di reazione di sgomento superstizioso quando si cita positivamente Stalin. E' la stessa reazione che si riscontra quando si cita negativamente Padre Pio di Pietralcina che, seppur santificato a furore del popolo dei suoi numerosi fan, fu assai discusso dalla Chiesa ed in qualche modo subito di mala voglia. Una identica reazione se si loda Stalin e se si critica Padre Pio. La stessa superstizione.<br />
C'è una responsabilità storica del gruppo dirigente comunista non più bolscevico del XX Congresso. Immaginatevi al posto di Togliatti, Gramsci,Terracini, Scoccimarro Secchia persone come Bersani, D'Alema, Veltroni, Camusso, Napolitano. Insomma la corrente migliorista del PCUS ha preso il sopravvento e i dirigenti della potente Unione Sovietica non accettavano più come Stalin di ricevere un modesto compenso mentre oramai amministravano ricchezze e risorse immense. Per quanti privilegi potesse avere la Nomenclatura essi erano ben misera cosa in confronto a quelli ai quali agognavano le cricche radunate attorno a Kruscev e poi trenta anni dopo attorno a Gorbacev. La direzione di un immenso Stato ne aveva fatto dei borghesi senza averne però i vantaggi che hanno i dirigenti delle "democrazie" occidentali. Lo stalinismo era il massimo di idealità e di spiritualità nella gestione dello stato comunista. Una gestione di persone che guadagnavano al massimo tre o quattro volte quanto un operaio. Il kruscevismo è stato un colpo di stato borghese dentro il comunismo fatto dal suo stesso ceto dirigente! Stalin aveva capito che questo era possibile che accadesse ma probabilmente era oramai troppo anziano per potere mettere in salvo il potere bolscevico da nuovi borghesi.<br />
Guardate la fine miserevole fatta da Gorbacev ridotto a vendersi come un prodotto pubblicitario, come la prova della impossibilità del comunismo. Gorbacev che nel constatare quanti danni ha prodotto all'URSS non ha ancora avuto l'onestà di farsi una pubblica autocritica e dire: "ho sbagliato".<br />
Migliaia di neoricchi russi che gozzovigliano negli alberghi più lussuosi dello Occidente, personaggi che possiedono venti anni dopo la caduta del comunismo patrimoni di miliardi e miliardi di rubli mentre la società russa subisce una sorta di regressione antropologica con una terribile diminuzione di natalità e migliaia e migliaia di poveri non hanno casa e d'inverno muoiono per strada, centinaia di migliaia di bambini abbandonati in Bielorussia, Ucraina, Georgia sono la terribile prova di quanto fosse avvelenato il pomo della libertà offerto da Gorbacev e dal sicario degli USA Eltsin al popolo russo. Solo un ritorno all'etica bolscevica del comunismo edificato da Lenin e da Stalin può ridare speranza non solo ai russi ma all'umanità per la quale Stalin era un faro, un punto di speranza. "A da veni baffon" tornerà a spingere un movimento per recuperare gli ideali del comunismo, la sua etica umanitaria superiore a quella di qualsiasi religione.<br />
Desidero chiudere ricordando le parole di Pietro Nenni e di Rodolfo Morandi nel ricordo che fecero sull'Avanti! del marzo 1953 di Giuseppe Stalin: "L'umanità ha perduto un grande condottiero di pace e di libertà!"pietrohttp://www.blogger.com/profile/10775337361602743182noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9147264970697142063.post-24026665903274928852012-09-04T06:38:00.002-07:002012-09-04T06:38:01.815-07:00la campagna elettorale di EnnaLa campagna elettorale di Enna<br />
<br />
Le elezioni politiche dell'87 si svolsero il 14 giugno. Arrivai ad Enna quasi un mese prima e trovai la città avvolta in una densa quasi impenetrabile nebbia. Faceva freddo ed io ero venuto da Palermo in abiti quasi estivi.Portavo una canottiera sotto la camicia ed avevo urgente bisogno di una maglia di lana. La maglia di lana quasi a giugno! Comprai tre maglie di lana!<br />
Presi alloggio in un albergo della città alta. Telefonai alla federazione comunista per comunicare il mio arrivo. Non si fece vivo nessuno. Passai molte ore da solo in albergo in un silenzio glaciale poi pranzai da solo e nel pomeriggio mi recai in Federazione. Il Segretario era un giovane tarantino un "quadro" inviato dalla Direzione in Sicilia per dare una mano. Fu gentile ma non mi comunicò alcun programma, niente che io potessi fare. I successivi due giorni li passai in albergo da solo. Una situazione allucinante, incredibile! Colaianni non aveva idea di quale inferno fosse il Partito ad Enna! Il candidato alla Camera era un giovane dirigente di una organizzazione di contadini il quale era letteralmente il padrone del Partito. Aveva fatto sapere al segretario tarantino che se lui non fosse stato eletto poteva farsi le valigie e tornare al suo paese! Ancora dopo qualche giorno cominciai a fare qualcosa a spostarmi in provincia. La CGIL regionale mi mandò Francesco Catalano mio amico un compagno di famiglia ennese stimatissimo dai suoi concittadini il quale si mise al mio fianco e mi aiutò nella campagna elettorale. Molti compagni socialisti si schierarono dalla mia parte ma era difficile che venissi eletto: il candidato alla camera del pci aveva accordi con il candidato al senato della dc. Tutta l'Enna politica era al corrente di questa tresca. Accordi di ferro che funzionarono a dovere. Spesso i due facsmimili dc pci circolavano insieme. Insomma ad Enna era già stato fondato con quasi venti anni di anticipo il PD dai due notabili locali! Feci una c ampagna elettorale che fu un successo. Mi ricordo di aver fatto un comizio a Leonforte con Anna Finocchiaro che allora era una avvenente magistrata catanese , un comizio affollato da migliaia di persone. Per me è stata una esperienza umana importante.I minatori, i lavoratori mi sostennero. Presi un sacco di voti ma molti compagni venivano a riferirmi dello intrigo che si sviluppava alle mie spalle. Ne informai Colajanni a Palermo ma, come capii dopo, inutilmente. Non avevo capito che il PCI non era più il partito disciplinato dal centralismo democratico che io immaginavo. Enna era per i fatti suoi ed il regionale del Partito non vi aveva alcun potere.Il PCI era già diventato un'altra cosa. Era un partito dilaniato da gruppi di potere e pieno di conflitti al suo interno. Ebbi 25 mila voti pari alla percentuale del 25 per cento e mi mancarono qualche centinaio di voti per essere eletto. Fu eletto soltanto il candidato della DC mentre colui che gli aveva dato almeno un migliaio di voti comunisti per il senato non era stato eletto. Lo sarebbe stato dopo alle elezioni regionali e da allora lo sarebbe stato sempre fino ai giorni nostri. Tornai a Palermo deluso e stordito. Non c'è niente che possa disorientare e mettere a terra quanto una sconfitta elettorale. La solitudine che può colpire in una sconfitta è devastante e capace di atterrare. <br />
pietrohttp://www.blogger.com/profile/10775337361602743182noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9147264970697142063.post-20596076919700919912012-09-03T11:58:00.001-07:002012-09-03T11:58:23.520-07:00scampoli settembrini<br />
Brutti, sporchi e cattivi, molto cattivi!<br />
Leggo e leggiucchio sul film di Ciprì. iI poveri siano sporchi brutti e cattivi come abbiamo visto in un film memorabile con Nino Manfredi. Niente di nuovo sulla rappresentazione al limite della repellenza di una fauna umana grottesca ed in preda a pulsioni incontrollabili di consumismo. E' possibile che la famiglia descritta da Ciprì esista ma sono certo che ce ne sono duecento nello stesso quartiere diverse che sbarcano il lunario ed hanno uno schema morale solido e valori importanti anche se la mancanza di qualche dente rende bruttina la loro vista. Ma si sa. Non tutti possono permettersi un dentista. Il degrado, la deriva verso la distruzione che Ciprì ha voluto rappresentare coincidono con l'analisi postpasoliniana della plebe sottoproletariato che sostituisce la classe operaia e vive una vita indegna di essere vissuta.<br />
http://www.gazzettadelsud.it/news/spettacoli/10917/Venezia--Cipri--primo-italiano-in-concorso.html<br />
<br />
<br />
M a che dobbiamo fare?<br />
sono sicuro che il film di Ciprì con Servillo presentato alla mostra di venezia non sia una volgare speculazione razzista su Palermo, sulla Sicilia, sui siciliani poveri dei quartieri degradati. . Si parla di un padre che usa i soldi avuti per il risarcimento della figlia morta in un incidente per comprarsi una enorme auto e su questo si ricama sul connubio tra il sottoproletariato degenere il consumismo etc...etc..... Spero di non sbagliarmi ma dal momento che Cipri è palermitano spero che non siamo alle solite che i peggiori detratori di se stessi siamo proprio noi siciliani. Comunque non mi pare giusto esprimermi definitivamente se non vedo il film. Ma credo che ci prenderemo un dispiacere.<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
Genocidio politico<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
Penso a quanto era bello, intelligente, sensibile,umano il popolo comunista del PCI di Togliatti. di Longo di Natta e degli altri grandi segretari del PCI.<br />
<br />
<br />
Un popolo di milioni e milioni di persone che leggeva, era elevato culturalmente ed era capace di fare dei festival dell'Unità festival della Cultura e della Politica. Una cultura politica quella comunista che penetrava profondamente nella società italiana migliorandola. Una cultura "egemonica" che non era violenta convinceva trascinava era legata ai sentimenti più grandi di giustizia sociale di libertà di progresso di vera democrazia. Penso alle centinaia di migliaia di copie dell'Unità che si vendevano ma anche dell'Avanti che nel marzo del 1953 nel paginone centrale listato a lutto salutava la morte di Giuseppe Stalin come la caduta di un padre dell'umanità.<br />
<br />
<br />
Ora il popolo del PD e quel poco che è rimasto del PSI non hanno più valori. Accettano il peggiore e più miserabile machiavellismo della politica italiana, subiscono la perdita dell'art.18 e le pensioni a 70 anni e soltanto per una manciata di spiccioli. Accettano in nome del liberismo e delle imprese tutti gli interessi del capitalismo italiano che è uno dei più avidi e meschini del mondo.<br />
<br />
Come ha potuto il magnifico e grande popolo comunista diventare il popolo del PD che applaude Renzi e Letta ed accetta di allearsi con Casini<br />
<br />
<br />
<br />
Gli americani ci mettono il dito nel sedere<br />
<br />
I tedeschi hanno capito che dietro l'attacco all'Euro alla Grecia all'Italia alla Spagna ci sono gli americani che temevano per il suprematismo del Dollaro come moneta di scambio internazionale. Inoltre sanno che gli americani non sopportano le prosperità ed il benessere del popolo tedesco che vorrebbero ridurre a stecchetto. Gli USA non sopportano la locomotiva tedesca nell'economia mondiale. Vorrebbero essere i soli padroni dell'economia ed invidiano il bene e la prosperità altrui. I "mercati" non sono altro che gli USA. Oggi la Merkel li attacca. La Merkel è una liberista che assume una posizione coraggiosa nella sua parte politica. I socialisti brillano per il loro silenzio ed il loro subalternismo.<br />
<br />
<br />
Per anni mi sono stupito ogni volta che in un film americano sentivo la radio o la tv parlare del Tempo e del Listino delle Borse. Pensavo: ma è mai possibile che questo sia il centro del mondo degli americani? Le previsioni del tempo e come andrà la Borsa?<br />
Non sapevo, me tapino, che l'Italia sarebbe diventata tale e quale all'America. Previsioni meteorologiche e andamento delle borse sono diventati centrali nella nostra vita. Ci vengono imposte e siamo obbligati a sentire dappertutto. Ci manca soltanto di raggiungere la quantità di miliardi di pillole tranquillanti che vengono smerciate negli USA. Ma noi siamo a buon punto! Basta guardare la faccia di Monti la mattina e si è subito in zona ansiogena...<br />
<br />
<br />
Slotz<br />
Vedevo ieri sera in TV un servizio su Varsavia sulla Polonia e sono rimasto meravigliato di quanto stiano bene i polacchi e di come cresce con allegria la loro economia. <br />
Poi ci ho pensato ed ho capito l'arcano, la causa di tanta gioiosa crescita economica e sociale. Non hanno l'Euro! Sono fuori dalla trappola mortale della euro-zona! Stampano i loro slotz quanto ne hanno bisogno!! Non hanno Monti che rompe la loro anima e li minaccia un giorno si ed uno no di farli morire di tasse e di fame! Non hanno la merkel che assegna loro i compiti! Non hanno Draghi con la sua faccia di Jago che come una idrovora trasferisce i loro redditi alle banche dei pescecani!<br />
<br />
La Bibbia<br />
<br />
alla base della sanguinaria continua aggressione degli USA ai popoli del mondo e di israele ai palestinesi ed ai suoi confinanti sta non soltanto gli interessi dello imperialismo colonialistico ma il convincimento della superiorità ed unicità del Popolo di Dio rispetto tutti gli esseri umani. Al confronto il libro di Hitler Mein Kamps è cosa di secondaria importanza. Gli americani e gli israeliani sono convinti dalla loro religione che "debbono" distruggere i loro nemici ed impossessarsi dei loro beni. Il mondo non sarà mai libero dalla loro minaccia fino a quando non prenderanno le distanze dalla Bibbia. Basta leggere qualche passo del Deutoronomio per rendersi conto del perchè di tanta disumanità e di tanto sangue. <br />
<br />
Deuteronomia 2 24 "24 Suvvia, levate l'accampamento e passate la valle dell'Arnon; ecco io metto in tuo potere Sicon, l'Amorreo, re di Chesbon, e il suo paese; comincia a prenderne possesso e muovigli guerra. 25 Oggi comincerò a incutere paura e terrore di te ai popoli che sono sotto tutto il cielo, così che, all'udire la tua fama, tremeranno e saranno presi da spavento dinanzi a te.<br />
<br />
Il prode Renzi<br />
<br />
Leggo che Renzi gode di grande popolarità dentro il PD. Certo i gruppi dirigenti del PD hanno lavorato in profondità se sono riusciti a cambiarne il DNA e fare di un partito che viene dai comunisti e dalla sinistra dc qualcosa capace di riconoscerci in uno che sull'art.18 diceva "Chi se ne frega"! Non è che gli altri siano migliori di lui. Sono tutti in gara a chi è più corogna dell'altro verso i lavoratori.<br />
<br />
La Camusso mendica<br />
<br />
Rivendicazioni inconsistenti ed umilianti della Camusso al Governo. La detassazione delle tredicesime diventa una una tantum di una mancetta che non darà alcun sollievo alle famiglie dei lavoratori. La signora Camusso si guarda bene dal chiedere garanzie permanenti per i lavoratori come il Salario Minimo Garantito che impedirebbe salari schiavistici e come l'indicizzazione delle retribuzioni e delle pensioni. Minaccia lo sciopero generale per niente come ha fatto per niente tutti gli scioperi generali. Dovrebbe rimettere in discussione la legge Fornero e la legge sulle pensioni. Inoltre si dovrebbe spendere sulla scuola dove Profumo sta facendo diventare pazzi gli insegnanti.pietrohttp://www.blogger.com/profile/10775337361602743182noreply@blogger.com0