Olga benario

Olga benario
rivoluzionaria e martire

lunedì 16 maggio 2011

rodolfo Morandi

Rodolfo Morandi
Nato a Milano il 1° gennaio 1903, deceduto a Milano il 26 luglio 1955, avvocato, economista ed esponente socialista.

Dopo essersi laureato in Legge, orientò i suoi interessi allo studio di Giuseppe Mazzini e, poi, del marxismo. A questo s'ispirò nella realizzazione del suo libro più famoso (Storia della grande industria moderna in Italia, edito nel 1931 da Laterza). Mentre lavorava a quest'opera, Morandi maturò la sua coscienza antifascista, che lo portò ad aderire prima al movimento "Giustizia e Libertà" e poi al Partito socialista clandestino. Organizzato il "Centro interno" del PSI a Milano, Morandi non esitò a mettersi in contatto, con spirito unitario, col Partito Comunista d'Italia, che era già, in quegli anni, una grande forza organizzata dell'antifascismo. Il dirigente socialista svolse la sua attività politica, inframmezzata dalla professione forense, sino a che non si rese conto di essere stato individuato dalla polizia. Decise così di riparare in Francia. A Parigi Morandi entrò a far parte del "Centro estero" del PSI, diresse il giornale clandestino Fronte Rosso, collaborò a Politica socialista e ad altre pubblicazioni antifasciste. Rientrato in Italia, contribuì alla formazione del "Fronte unico antifascista" fino a che, nel 1937, fu arrestato con un gruppo di compagni. Deferito al Tribunale speciale e condannato a 10 anni di reclusione, Morandi ne scontò sei nelle carceri di Castelfranco Emilia e di Saluzzo. Riottenuta la libertà nei quarantacinque giorni del governo Badoglio, riprese l'attività politica come membro della Direzione del PSI. Dopo l'8 settembre 1943, il dirigente socialista fu costretto, per le malferme condizioni di salute, ad espatriare in Svizzera. Nella Confederazione elvetica continuò, però, a tenere i collegamenti politici e nel giugno del 1944 rientrò clandestinamente a Milano. Passò poi a Torino, come membro della Direzione del suo partito per l'Alta Italia e, in quanto tale, concorse (come dirigente del CLN regionale piemontese), all'organizzazione dei grandi scioperi preinsurrezionali. Rientrato a Milano nella fase conclusiva della lotta contro i nazifascisti, il 23 aprile 1945 Rodolfo Morandi fu nominato presidente del CLN dell'Alta Italia in luogo di Alfredo Pizzoni. Il 25 aprile, insieme a Sandro Pertini, firmò a nome del PSI il decreto col quale i partiti del CLN Alta Italia assumevano i poteri di governo. Nel difficile momento seguito alla Liberazione, Morandi fu eletto segretario del PSI, incarico che conservò dal dicembre 1945 all'aprile 1946. Membro della Consulta, poi eletto alla Costituente, entrò a far parte del 2° e del 3° Gabinetto De Gasperi come ministro all'Industria e Commercio. Dal 1948 fu senatore di diritto nel primo Parlamento repubblicano. Vice segretario generale del PSI dal gennaio 1951, con le elezioni del 1953 Morandi tornò al Senato, a due anni dalla sua prematura scomparsa per malattia. Oltre alla citata storia dell'industria italiana, Rodolfo Morandi (al quale sono intitolate piazze e strade a Milano e in altri luoghi d'Italia e un Istituto a Torino), ha lasciato molti saggi di politica ed economia.
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Bibliografia Rodolfo Morandi
La democrazia del socialismoEinaudi - 1975
Democrazia diretta e riforme di strutturaEinaudi - 1975
La politica unitariaEinaudi - 1975
Storia della grande industria in ItaliaEinaudi - 1972

lunedì 9 maggio 2011

le nostre radici, la nostra identità, il nostro pensiero forte

Francesco Lo Sardo








Francesco Lo Sardo



Francesco Lo Sardo: un martire della libertà

Francesco Paolo Lo Sardo nasce a Naso il 22 Maggio 1871. Fin dall’adolescenza mostra di avere molteplici interessi culturali. I genitori, di famiglia borghese, lo avviano agli studi sacerdotali nel seminario vescovile di Patti. Il giovane, essendo insofferente nei confronti dell’ambiente clericale, continua i suoi studi a Messina, prima al Liceo e poi alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università peloritana. Insieme a Giovanni Noè fonda un giornale di tendenza anarchico-socialista “ Il Riscatto” sulle cui pagine inizia a propugnare le sue idee progressiste.Rifuggendo gli agi della sua condizione familiare, Lo Sardo, affascinato dalla poesia sociale del poeta catanese Rapisardi, lotta contro la società baronale che opprimeva i contadini e i braccianti.In seguito all’avvento dei “ Fasci siciliani “ “ (1891-1894), ispirati da Giuseppe De Felice Giuffrida, Rosario Garibaldi Bosco, Nicolò Petrina e Nicola Barbato, egli, organizzando i lavoratori, fonda a Naso un fascio operaio. Per questo viene arrestato a ventitré anni e condannato alla vigilanza speciale nelle isole Tremiti. Dopo quattro mesi, a seguito della petizione di studenti e professori universitari e dell’attività dei parlamentari Imbriani e Colajanni, viene liberato. Nella politica siciliana diviene noto come un rivoluzionario. Riprende gli studi e si laurea in legge. La sua professione di avvocato sarà sempre al servizio dei lavoratori. Dall’anarchismo Lo Sardo passa al socialismo continuando la sua opera editoriale su “ Il Riscatto” e incitando alla lotta sociale in tutta Italia dovrà subire un altro breve arresto nel 1898 che accrescerà la sua fama di instancabile difensore delle classi più deboli. Il terremoto di Messina e di Reggio Calabria del 28 Dicembre 1908 provoca anche la tragica morte del figlio di Lo Sardo, Ciccino. Nonostante ciò l’attività giornalistica losardiana è instancabile nel denunciare gli scandali della ricostruzione e le speculazioni delle imprese edili settentrionali sotto lo sguardo benevolo della curia e della borghesia messinese. Dopo essersi battuto contro l’intervento dell’Italia nella prima guerra mondiale, in modo inatteso e coraggioso si arruola volontario nel Giugno del 1915. Combatte sul Col di Lana e viene gravemente ferito al petto. Nel 1916 ritorna a Messina dove dirige con passione la Camera del Lavoro.Nel 1919 i fascisti lo minacciano: è l’inizio di una persecuzione che culminerà con il carcere e la morte. Deluso dal programma socialista , Lo Sardo si iscrive al Partito comunista d’Italia” il vero partito socialista… che ha eliminato…gli uomini di poca fede, di dubbia fede, di nessuna fede” Nel 1924, in un clima di dilagante violenza fascista, Lo Sardo, con più di diecimila voti di lista, viene eletto deputato: è il primo onorevole comunista siciliano In questo ruolo sarà sempre pedinato dalla polizia. In prossimità dell’emanazione delle “leggi fascistissime”, in violazione dell’immunità parlamentare,l’8 Novembre 1926, viene arrestato.Nel 1928 è condannato dal Tribunale speciale del regime.Nel corso degli anni viene rinchiuso nelle carceri di diverse città: Messina, Catania, Roma, Sassari, Oneglia, Turi di Bari, luogo in cui incontra l’illustre prigioniero Antonio Gramsci, e Poggioreale di Napoli dove muore il 30 Maggio 1931.

Nota bibliografica

L’Humanité, Lo Sardo se meurt… 13 e 21 Giugno 1931.

E.Tuccari, Un dirigente comunista in provincia di Messina:Francesco Lo Sardo, in Il siciliano nuovo, Palermo, 22 Gennaio, 1951.

C.Marchesi, Il Riscatto, Messina, 31 Ottobre 1954.

ACS, CPS, ad nomen; inoltre L’eroica vita di Francesco Lo Sardo, Mesiina, 1956

G.Cerrito, Il circolo dei lavoratori e la sezione socialista di Naso ( 1889 – 1912 ), in MO,a.VI,1954, n.1.

S.F.Romano, Storia dei Fasci siciliani, Laterza, Bari, 1959.

G.Procacci, Movimenti sociali e partiti politici in Sicilia dal 1900 al 1904, in Annuario dell’Istituto storico per l’età moderna e contemporanea,1959.

A. Bisignani, Francesco Lo Sardo, un comunista, in Rinascita, 4 Giugno 1972.

A. Gobetti, Camilla Ravera,vita in carcere e al confino con lettere e documenti,Guanda, Parma,1969.

Federazioni del partito comunista italiano di Messina e dei Nebrodi ( a cura ), La vita, l’opera e il sacrificio di un comunista: Francesco Lo Sardo, Messina,1971.

T.Detti, Serrati e la trasformazione del partito comunista italiano, Editori Riuniti, Roma, 1972.

S. Pertini, Sei condanne due evasioni, a cura di V.Faggi con prefazione di G.Saragat, Mondatori, Milano 1973.

B.Taddei, Francesco Lo Sardo: una vita tutta socialista- Il gigante buono,in Panorama, Fiume, 1974.

Paolo Spriano, Storia del partito comunista italiano, voll.I,II,III, Einaudi, Torino, 1976.

G.C.Marino, Partiti e lotta di classe in Sicilia, De Donato, Bari,1976.

P.Secchia, Chi sono i comunisti- Partito e masse nella vita nazionale ( 1940-1970 ), a cura e con prefazione di Ambrogio Donini, Mazzotta, Milano, 1976.

M.Paulesu Quercioli ( a cura ) G.Fiori ( introduzione ), Gramsci vivo – Nelle testimonianze dei suoi contemporanei ( riferimenti a Lo Sardo nelle pagine 264,265, 277, 283, 285, 291,292, 297) Feltrinelli, Milano, 1977.

S. Saglimbeni, I memoriali di Francesco Lo Sardo, in Calendario del Popolo, Ottobre, 1980;

Francesco Lo Sardo, Epistolario dal Carcere, ( 15 lettere ), con introduzione di S.Saglimbeni, Edizioni del Paniere, Verona, 1980.

F. Lo Sardo Jr., Nessuno lo dimentichi – Vita, discorsi,memoriali,lettere,inediti di Francesco Lo Sardo, con nota introduttiva di S.Saglimbeni, Edizioni del Paniere, Verona, 1981( II edizione riveduta, 1983 ).

G.Alibrandi, Lotte popolari nel messinese- Storia del partito comunista attraverso documenti d’archivio e testimonianze ( 1919 – 1931 ), Messina, 1980

Camera del Lavoro di Messina “ F.Lo Sardo”, Francesco Lo Sardo ( 1871 – 1931 )- Dai tribunali alle galere fasciste per il riscatto dei lavoratori con prefazione di Giuseppe Miccichè e nota di Emanuele Tuccari, Messina, 1981.

D.Zandel, A cinquant’anni dalla scomparsa di Francesco Lo Sardo- Quel tragico calvario prima di morire…, in Paese Sera, 15.3 1981.

D.Facchini, A cinquant’anni dalla morte del primo deputato comunista siciliano – Ricordato Francesco Lo Sardo, Il Lavoratore, 10.11.1981.

T.Sangiglio, Un Gramsci siciliano, Il Piccolo, Trieste,30.11.1981.

L.Valiani, In carcere per fede, Corriere della Sera,Milano,11.3.1983.

U.Ronfani,Le nostre amnesie, Il Giorno, Milano,7.4.1983.

M.Freni, Rivoluzione “fallita”, Gazzetta del Sud, Messina, 20.9.1981.

E.Paganella, Il Gramsci siciliano – Una nobile figura della lotta antifascista…, L’Arena, Verona, 10.5.1984.

G.Buosi, Chi era Lo Sardo – Epistolario dal carcere – il coraggio della coerenza, Il Giorno, Milano, 13.5.1984.

F.Ferri,Francesco Lo Sardo, Epistolario dal carcere a cinquant’anni dalla morte, l’Unità, Roma,21.6.1984.

G.Galletto, Lettere dal carcere: due destini paralleli ( n.d.r su Gramsci e Lo Sardo )…l’Ora, Palermo, 15.1.1985.

G.Galletto, Francesco Lo Sardo – Epistolario dal carcere – L’Arena, Verona, 29.8.1985.

L.Valiani, Epistolario dal carcere – Dal carcere parla la libertà, Corriere della Sera, milano, 29.8.1985.

F.Renda, Storia della Sicilia ( Vol.II ), Sellerio editore, Palermo, 1985.

T.Parisi, Francesco Lo Sardo, Calendario del Popolo, Aprile, 1986.

G.Miccichè, Il partito comunista in Sicilia – Le origini ( 1919 – 1930 ), Teti editore, 1987.

C.Calanna,Francesco Lo Sardo, Il Riscatto, tesi di laurea, relatore prof. Santi Fedele, a cura del dottor Antonio Baglio, Università di Messina…

G.Tripiciano,Francesco Lo Sardo, Gli atti parlamentari, tesi di laurea, relatore prof.Santi Fedele, a cura del dottor Antonio Baglio, Università di Messina, anno accademico 2003-2004

Convegno di studi su Francesco Lo Sardo,l’uomo, il politico, il difensore dei lavoratori, a cura dell’Istituto di studi storici “ Gaetano Salvemini” di Messina- Naso 1° Maggio 2001

Seminario di studi su Francesco Lo Sardo e Concetto Marchesi,tra militanza politica e impegno culturale a cura dell’Istituto di studi storici “Gaetano Salvemini” di Messina – Naso, 15 Settembre 2002

A.Cavadi, Francesco Lo Sardo, Il compagno di carcere, La Repubblica, Palermo,8.6 2004.

A.Cavadi, Gente bella. Volti e storie da non dimenticare. Trapani, 2004.

Daniela. Brignone, Francesco Lo Sardo, biografia, tiratura limitata, edita dall’archivio Concetto Marchesi, fondato da Matteo Steri, Cardano al Campo ( Va ).

La nota biobibliografica è a cura di Massimo Pietropaolo.







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martedì 3 maggio 2011

Obama e l'imbarbarimento dell'Occidente

Obama e l'imbarbarimento dopo Bush
Da ieri i massmedia ci martellano senza tregua raccontandoci l'omicidio di Bin Laden spesso ingarbugliandosi e contraddicendosi per la necessità di ammettere alcuni falsi clamorosi come la foto del povero morto con gli occhi cavati che ha fatto il giro di tutte le prime pagine. Il quarto potere è da tempo al servizio del potere economico e politico e la libertà di stampa viene negata dalla pratica del velinaggio.
Colpisce molto il ruolo servile, acritico, inginocchiato davanti all'Occidente, della stampa. Giornali con testate autorevoli, alcune gloriose come il Washington Post, dal New York Times a Repubblica che hanno sparato titoloni, sono impegnate al massimo per la versione data dalla casa Bianca. Nel tentativo di montare il più possibile l'indignazione dei lettori verso i terroristi ed acquisire come dato tacito ed indiscutibile l'omicidio di Bin Laden hanno riesumato gli spot dell'11 settembre e mostrato ancora una volta con crudeltà il film di Sadam Hussein a cui un marines fruga tra i capelli ed in bocca. Una scena che mette grande disagio nelle persone che hanno una normale umanità alla quale ha fatto seguito la scena del cappio al collo, dell'impiccagione dello stesso Sadam e del vilipendio del suo cadavere. Qualcosa di peggio di Piazzale Loreto dove
la barbarie verso Mussolini e Claretta Petacci a testa in giù fu consumata nel fuoco delle passioni e delle sofferenze di una lunga guerra civile. Qui si è trattato di un prigioniero di guerra sconfitto dagli americani e la cui patria è stata ed è tuttora invasa da truppe ed basi militari USA.
Il direttore di Rai New 24 ha mostrato con un sorriso furbetto la scena in un aeroporto di Obama che con fare circospetto ma tale da attirare l'attenzione di tutti prende dalla tasca si mette in mano e poi si passa in un'altra mano un bigliettino che poi consegna ad uno dei generali che sono ad aspettarlo. Corradino Mineo ha fatto intendere che poteva trattarsi dello ordine di uccisione di Bin Laden, del via libera alla operazione. Obama a me è apparso mafioso tanto quanto Provenzano che usava i pizzini per trasmettere i suoi ordini. In ogni caso, il Capo della più potente nazione del pianeta alla guida dell'Occidente e del mondo anglosassone, agisce con le maniere spicce di un boss ritenendosi arbitro della vita altrui al disopra dello Stato di Diritto e di ogni legge e di ogni organismo legislativo o parlamentare. Ha compiuto un gesto di enorme brutalità contro il diritto e contro le istituzioni internazionali e del suo stesso paese.
Mi ha molto colpito la scena di Obama e della Clinton attorniati da una diecina di alti papaveri della amministrazione che sembrano assistere in diretta all'omicidio di Bin Laden. Mi ha ricordato che gli USA sono il paese della pena di morte che viene eseguita in modo crudelissimo davanti ai parenti del condannato. Giustizia è fatta! Hanno assistito in diretta ( a fingono di assistere) all'omicidio in diretta di Bin Laden. Vogliono sembrare i parenti più stretti degli USA colpiti dal cattivissimo con l'incendio delle Torri Gemelle!!
Sgomenta il fatto che Obama esibisca fatti e gesti che avvengono al di fuori delle regole delle legge e dei principi fondamentali di tutte le Carte dei Diritti a cominciare dalla Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo. Per gli USA l'obiettivo di morte che si prefiggono supera tutte le resistenze dell'etica e dei diritti. E' il soldato blu che taglia la gola al pellirossa che oppone resistenza e non vuole andare via dalla sua terra. E' la Giustizia a difesa di un ordine sociale e politico che non ammette contraddizioni e diversità.
Riflettevo che in fondo tutto quello che sappiamo di Bin Laden, a parte le sue apparizioni sospettate di essere funzionali alle politiche USA, ci sono state dette soltanto dagli americani. Lo stesso dicasi per i prigionieri di Guantanamo. Nessuno sa con esattezza di che cosa sono rei. Sappiamo che sono sospettati di terrorismo. Ma non abbiamo mai potuto sentire la loro difesa. Sono in galera senza quel minimo di diritti che i siracusani attribuivano ai prigionieri ateniesi chiusi nelle latomie.
Obama vuole abituare il mondo alla sua barbarie. Dovremmo essere amministrati tutti da Lui che stabilisce di volta in volta che cosa ci vuole per noi. Ha detto: "il mondo deve parlare una sola voce". Una dichiarazione di enorme e pericolosa megalomania perchè mai il mondo ha parlato una sola voce nella sua lunga storia. Non ai tempi dei Romani e dei Persiani o dei Cinesi. Sta andando molto oltre il bushismo e sarebbe ora che ammetta un contraddittorio sulla questione del terrorismo. Termine usato e stiracchiato per consentirgli di fare le cose anche le più sporche come il bombardamento con 130 missili Cruise della Libia che viene distrutta e riportata al tempo della dominazione coloniale.
In un solo caso Obama e gli USA potrebbero essere credibili: nel caso che le Torri Gemelle fossero state abbattute dai terroristi di Bin Laden. Ma sappiamo tutti e lo stesso Obama sa che l'abbattimento delle torri Gemelle è opera degli stessi USA e che mai e poi mai sarebbero potute cadere all'impatto degli aerei se non fossero stati minuziosamente minati prima.
Il martellamento dei massmedia sull'omicidio di Bin Laden sta crescendo di volume e di intensità. A che cosa mira? A che serve questa imposizione di un false flag sempre pià ridicolo e fragile ? La coppia Obama Clinton dove va a parare? Che cosa vogliono dal mondo che tengono in stato di agitazione continua?
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it