Olga benario

Olga benario
rivoluzionaria e martire

sabato 25 agosto 2012

feliciano Rossitto


Feliciano Rossitto

Feliciano Rossitto era deputato comunista all'Ars quando Fernando Santi, il grande prestigioso segretario aggiunto della CGIL che guidava con saggezza l assieme ad Agostino Novella venne a proporcelo al Comitato Regionale della CGIL in sostituzione di Pio La Torre che tornava al PCI per un incarico nazionale che lo avrebbe trattenuto a Roma fino al suo fatale ritorno in Sicilia all'inizio degli anni ottanta. Era un comunista elitario con una visione illuministica della politica.Riteneva che la realtà si sarebbe potuto cambiare non solo con le lotte ed il movimento della società ma attraverso accordi tra illuminati dirigenti della politica e del potere industriale. Era amico di Rosario Nicoletti e di Nicola Capria segretari della DC e del PSI. Capria per un certo periodo di tempo vice presidente della regione. Si trovò a gestire la lotta per l'abolizione delle zone salariali e questa la fece con la CGIL nelle piazze. Fu fondatore assieme a me ed altri 15 compagni del Direttivo della CGIL nazionale del Sindacato Scuola che fino allora era una componente chiamata "quarta mozione" del sindacato nazionale scuola. PCI e PSI erano contrari a farne un sindacato della CGIL. Tristano Codignola grande intellettuale del PSI era decisamente contrario. Riuscimmo a fare approvare dal Direttivo della CGIL (contraria la segreteria nazionale Sc heda Trentin ed altri) una risoluzione che impegnava per la fondazione di un sindacato scuola che in effetti fu poi fondato e diede grandissime soddisfazioni ai compagni professori e non della scuola al movimento sindacale ed alla sinistra italiana.
Io e Feliciano Rossitto abbiamo dovuto combattere un'altra pesante battaglia dentro la CGIL per l'abolizione delle gabbie salariali. La questione delle gabbie era scoppiata nel Sud a Catania ed in Sardegna con scioperi molto forti. La CGIl riunì tutte le strutture meridionali al Maschio Angioino di Napoli dove per due giorni dibattemmo il tema. La CGIL Nazionale era contraria. Contrariissimi Rinaldo Scheda e Bruno Trentin uomini eminentissimi. Riuscimmo a metterli in minoranza ed avviare un movimento che si concluse con l'abolizione delle gabbie salariali. Certo eravamo favoriti dalla spinta ascensionale delle masse che sembrava irresistibile e anche dal PSI al governo che appoggiava apertamente questo genere di rivendicazioni catalogate sotto il titolo "modernizzazione democratica dell'Italia".
Feliciano fu anche protagonista della vicenda scaturita dai fatti di Avola. La polizia sparò ed uccise due braccianti ma l'emozione che scatenò nel paese quel terribile episodio portò alla riforma del collocamento e fece del caporalato un vero e proprio reato (Ora il caporalato è gestito dalle agenzie interinali e quello della intermediazione mafiosa della mano d'opera straniera non viene neppure rilevato!!)
Fu anche importante propagonista della ricostruzione del Belice dopo il terribile terremoto. Affluirono in Sicilia anche per merito suo aiuti da tutta Italia e specialmente dall'Emilia Rossa.
Amministrava la CGIL con la parsimonia tipica dei ragusani. Avevo bisogno di una auto e mi vendette la vecchia seicento della CGIL per 250 mila lire. Una cifra notevole per me che ne guadagnavo meno di un terzo al mese! La seicento era priva della spalliera del sedile di guida e Giuseppina per qualche tempo la guidò reggendosi con il volante da Palermo a Mezzojuso dove insegnava e dove si recava tutti i giorni a spese sue!

lunedì 20 agosto 2012

azzo toni

Azzo Toni

Nel 1953 la Direzione del PSI commissariò la Federazione di Agrigento. . Persona di spicco del partito agrigentino era l'On.le Giosuè Fiorentino di Palma di Montechiaro che era stato sottosegretario di Stato nel governo De Gasperi. Fiorentino era stato accusato da Michele Pantaleone di accettare voti dalla mafia. Cosa che successivamente fu smentita dallo stesso Pantaleone che chiese scusa ma che tuttavia aveva allarmato la Direzione. Salvatore Lauricella e Filippo Lentini non erano ancora importanti come sarebbero diventati dopo.
Azzo Toni era un vigoroso settantenne elegantemente vestito e pettinato con una scrima che tagliava in due i capelli argentei. Era un fiero antifascista licenziato dalle Ferrovie dello Stato per ordine di Mussolini. Era stato membro del CLN di Genova e trattò in quanto tale la resa dei tedeschi (ho trovato per caso in internet un raro documento con la sua foto e quella degli altri membri del CLN). Completamente estraneo alla realtà agrigentina aveva tuttavia portato nel Partito una ventata di buona cultura. Aveva una memoria prodigiosa. Ricordava tutti gli spartiacque (sic) d'Italia che si facevano imparare nelle scuole medie di un tempo e recitava lunghi brani del Cirano di Bergerac ( cos'è un bacio? Un apostrofo etcc...). Fu Commissario per quasi tre anni. Il Partito agrigentino fu ingrato e duro con lui. Non fu tra i delegati al Congresso di Venezia. La Federazione di Agrigento delegò cinque autonomisti tre nenniani e due lombardiani. Nessuno della sinistra alla quale apparteneva Azzo Toni e che tuttavia a Venezia avrebbe preso la maggioranza del Comitato Centrale mettendo Pietro Nenni in minoranza e quasi spingendolo alle dimissioni. TRa i due lombardiani uno ero io. Ero stato eletto dopo una durissima competizione sopratutto per merito della sezione giovanile di Favara capeggiata dal mio grande amico Calogero Lombardo che minacciò la Sezione di non votare Lauricella se non avessero votato anche per me. Avevo venti anni ed ero uno dei pià giovani delegati al Congresso di Venezia. Come ho già detto Azzo Toni fu del tutto ignorato.
Ho un ricordo straordinario del Congresso dominato da una fascinosa relazione di Pietro Nenni. Parlò per circa tre ore che volarono. Pietro Nenni era molto diligente e le sue relazioni erano tutte scritte. Avendo problemi di vista erano scritte a caratteri molti grossi. Altro oratore eccezionale era Riccardo Lombardi ingegnere originario di Regalbuto, antifascista, Prefetto di Milano, autore del progetto di nazionalizzazione dell'industria elettrica che avrebbe realizzato il primo governo di centro-sinistra. Lombardi parlava senza appunti ma la concatenazione logica delle sue argomentazioni era ferrea scintillante e trascinatrice. Il Congresso di Venezia aggiornava la linea del Partito dopo i fatti di Ungheria. Ci fu il primo strappo con i comunisti e si gettarono le basi dell'incontro con la DC. Nenni vinse politicamente il Congresso ma perse il controllo del Partito. La maggioranza del CC era vecchiettiana. Lauricella che era segretario della federazione non fu eletto nel CC e tornò a casa assai contrariato.
Venezia mi deprimeva. Erano giornate invernali con l'acqua della laguna scura. La città mi sembrava irreale, una specie di teatro disabitato di tanto in tanto invaso dai turisti. Era carissima. Sono eretico se dico che Venezia non mi è piaciuta?