Olga benario

Olga benario
rivoluzionaria e martire

domenica 21 ottobre 2012

Lumpen proletariat

si due decoli. Lumpen proletariat La distinzione tra proletariato e sottoproletariato introdotta dal Manifesto dei Comunisti è stata dannosa e causa di una visione sbagliata della società e della storia. Osservo che non è possibile distinguere nettamente il proletariato dal sottoproletariato perchè il confine tra i due gruppi è estremamente labile ed incerto. L'operaio se perde il lavoro rischia di sprofondare nella miseria di un tugurio dei bassifondi frequentati dalla "plebaglia". Il sottoproletario se assunto in fabbrica diventa con ciò stesso proletario. Ed allora? Perchè la distinzione? E' forse un dato antropologico, culturale o etnico appartenere all'uno o all'altro raggruppamento sociale? La definizione di sottoproletariato come "putrefazione passiva degli strati infimi della società" è da respingere perchè implica una visione della società con un basso ed un alto, una base ed un vertice. Se è vero che il popolo, il popolino, la plebaglia o come altro si vuole chiamare ha costituito la massa di repressione della rivoluzione napoletana del 1799 è anche vero che la presa della bastiglia fu opera sua. Anche la Comune di Parigi è stata opera in gran parte sua. La sua funzione nella storia non può essere classificata sempre e dovunque in modo negativo. Inoltre, nella accezione moderna del termine, se pensiamo ai due gruppi nello scenario di un processo sociale rivoluzionario è possibile che in gruppi di proletariato in determinate condizioni ci può essere una inversione di parti. I contadini ed i muratori meridionali sbarcati alla Fiat nel 1960 costituirono il corpo vivo di una grande rivoluzione sindacale mentre i "proletari" erano stati ampiamente vallettizzati ed alcuni di loro giunsero financo a diventare spie del padrone, del nemico di classe! Questo per dire che la rigidità della distinzione fatta da Marx ed Engels che erano distinti signori della classe alta appartenenti a famiglie di rango è stata sommamente deleteria ed ha nuociuto perchè è diventata un pregiudizio che ci siamo trascinati appresso per qua

lunedì 15 ottobre 2012

viaggio in Vietnam

Viaggio in Vietnam Nel 1983 io ed Alfiero Grandi fummo inviati dalla CGIL a rappresentarla al Congresso dei sindacati vietnamiti che si teneva ad Hanoi. Alfiero Grandi che poi sarebbe stato sottosegretario di Stato con il governo Prodi a quel tempo era dirigente della CGIL emiliana. Lo conoscevo da tempo e ne avevo stima. Era espressione di quella Emilia rossa che era uno dei grandi punti di forza della sinistra italiana. Il PCI in molte zone prendeva anche oltre il cinquanta per cento dei voti e le amministrazioni comuniste erano esemplari per la realizzazione di servizi sociali e la correttezza della gestione. Tutta l'Italia comunista e socialista era orgogliosa della forza che veniva dalla Emilia, dalla Toscana, dall'Umbria. Questa forza si irradiava nel territorio circostante. L'Italia centrale era in grandissima parte amministrata dalla sinistra. Raggiungemmo Hanoi con un lungo viaggio in aereo che partiva dalla Germania est. Ci spostavano verso oriente e questo ci portò a vedere con emozione l'alba in un'ora che per noi era ancora piena notte. Ad Hanoi fummo ricevuti con i riguardi dovuti ad una delegazione ufficiale estera fummo alloggiati in un albergo dove fui colpito da un involucro di grissini Fioravanti abbandonato su un divano. Diavolo di italiani! Si trovavano dall'altra parte del mondo e nell'emisfero politico comunista! Mi spiegarono che industriali italiani facevano cucire lenzuola ed altro dalle operaie vietnamite e che c'era quindi una certa frequentazione di italiani. Al Congresso dei sindacati vietnamati la cosa che mi colpi di più fu l'immenso silenzio che dominava la sala del Congresso. Le uniche voci che si sentivano erano quelle del Presidente e dell'oratore. Il Congresso cominciava alle otto del mattino. Ogni intervento durava non più di dieci minuti. Non si sentiva assolutamente niente. Alle dieci e mezzo si faceva una sospensione di mezzora e poi di riprendeva sempre in questo silenzio. Un silenzio irreale. Io e Alfiero fummo sistemati in posti di onore. Al Congresso parlò Alfiero usando il francese lingua che i vietnamiti conoscono bene avendo subito la colonizzazione francese prima di quella inglese. Fu naturalmente molto ed a lungo applaudito. L'ambasciatore italiano ad Hanoi fu gentilissimo. Ci mandò a prelevare con l'auto e si intrattenne con noi. Conosceva Alfiero e ne aveva un grande rispetto. Era originario di Bologna. Di questo viaggio ad Hanoi conservo il ricordo di Hanoi che a me è sembrata una Venezia tropicale attraversata come è dalle tante giravolte del fiume Rosso la bellezza delicata e sensuale delle ragazze che passavano con un bilanciere sulla spalla dal quale pendevano due grandi ceste e che camminavano sotto quel peso come se danzassero con grande leggerezza, la dorsale montagnosa simile ai nostri Appennini... Saigon mi fece una impressione terribile. Eravamo alloggiati in un albergo di stampo coloniale in evidente stato di degrado che dava su una piazza piena di centinaia e centinaia di giovani che sembravano allucinati e che a volte si mettevano a camminare tutti insieme come pazzi. Parte della città era su palafitte immerse in un mare nero di sporcizia. La città intera era ancora traumatizzata dalla terribile guerra subita. Il processo di riunificazione era lento ed il Vietnam non aveva i mezzi per fare di più di quanto stava facendo. Confesso che nei due o tre giorni che passammo a Saigon ora chiamata città Ho Ci Min avevamo quasi paura di uscire in piazza. Ma forse era solo un nostro timore infondato. i vietnamiti sono un popolo contadino ed i contadini sono eguali in tutte le latitudini del globo.Non è difficile familiarizzare con loro. Ci trattarono con gentilezza ed organizzarono un pranzo fatto di tante verdure e carni che cuocevano al centro della tavola alla francese, Questo magnifico piatto aveva anche delle uove di gallo cedrone e questo era un segno di particolare riguardo nei nostri confronti. Le foreste del Vietnam dove vive il gallo cedrone erano state avvelenate dall'Orange il terribile diserbante usato dagli americani per defogliare e che ancora oggi continua a seminare terrore sofferenza e morte per le deformità e le mutazioni che provoca nei nascituri. Gli USA sfogarono la loro terribile rabbia per l'umiliazione di perdere il confronto militare annegando letteralmente il Vietnam in un mare di veleni chimici capaci di uccidere anche a distanza di anni e comunque di alterare l'integrità del DNA della popolazione. La differenza tra i due Vietnam era enorme. Non so se oggi esista ancora ma mentre il nord vietnam pur nella estrema povertà dava l'impressione di una nazione solida con i mercati pieni sempre di tantissimi prodotti della terra, il Sud del Vietnam era ancora segnato profondamente dalla presenza delle truppe di occupazione americana e vi si respirava un cupo clima di dopoguerra nel quale le fonti di sostentamento erano tutte scomparse con il ritiro delle truppe. Siamo stati a rendere omaggio ad Hanoi al mausoleo di Ho Chi Min. Si tratta di una grande costruzione quadrata severa visitata da migliaia di persone. Prima di giungere ad Hanoi abbiamo fatto sosta a Karachi nel Pakistan. Durante la sosta fatta dentro l'aereo potevo vedere la grande rete che circondava l'aeroporto gestito da militari dai modi bruschi. Vedevo migliaia di mani aggrappate a quella rete. Migliaia di persone non facevano altro che guardare l'aeroporto dalla rete. Su tutte aleggiava una disperazione terribile la disperazione che solo lo stomaco vuoto e la fame possono dare. Non dimenticherò mai il sentimento di angoscia che mi assalì per tante persone vestite soltanto di un pezzo di cotone bianco e che al mondo non possedevano nulla assolutamente nulla. Lì ho capito davvero la rivoluzione di Ho Chi Min ed la necessità di comunismo del genere umano.

Hitler

Hitler non è stato un accidente della storia: è il prodotto del sistema capitalistico scaturito dalla rivoluzione inglese e poi da quella francese ed americana. Il capitalismo che passa alla fase della predazione sanguinaria. L'operazione dell'antisemitismo con la distruzione di gran parte del popolo ebreo fu una operazione di spoliazione violenta per finanziare il Reich e le sue guerre. Il suo obiettivo principale era la distruzione dello stato comunista dell'URSS e l'Occidente fu a lungo diviso se allearsi o non con Hitler e partecipare alla spedizione antisovietica. Si stanno creando oggi le condizioni per la nascita di un nuovo Hitler. Hitler non è una persona ma un modo di essere del capitalismo. La quantità di topi c he scappano dalle navi progressiste per congiungersi al nemico della classe operaia e condividerne le analisi e le ricette ed il potere è segno che non siamo molto lontani da una svolta violentemente predatoria del capitalismo odierna. Non pretendono forse o creditori del nord europa il Partenone di Atene? Non promette forse Napolitano la cessione di quote di sovranità? Ma questo non basterà a soddisfare il mostro!

lunedì 8 ottobre 2012

Luciano Lama

Luciano Lama fu eletto segretario della CGIL nel salone della Domus Mariae nel 1970, in sostituzione di Agostino Novella nel corso di una speciale riunione del Consiglio Generale della Confederazione. Tre anni dopo veniva confermato dall'ottavo congresso tenutosi a Bari. Ne conservo una bellissima foto quadrangolare. A Bari ero seduto tra i membri della Presidenza del Congresso ed ero proprio dietro il podio da dove lui leggeva la relazione. Cominciò a parlare scosso da una intensa emozione che lo agitava. Vedevo oscillare il pantalone della sua gamba sinistra evidentemente scossa da un fremito incontenibile del nervo sciatico. Soffrii con lui di questo impatto con la platea del Congresso. Eppure Luciano era grande oratore e non era certamente alla sua prima relazione pubblica. Ma era il Congresso in cui doveva venire confermato alla carica che gli era stata affidata dal Consiglio. Dopo una ventina di minuti si calmò del tutto e la relazione filò liscia come l'olio fino alla fine. Era un gigante che incuteva rispetto e tuttavia era anche di grande emotività. Una eguale intensissima emozione lo scosse in un altro Congresso tredici anni dopo.Il Congresso in cui si congedava dalla CGIL dopo 42 anni di militanza. Per un paio di giorni non fece altro che piangere. Si asciugava gli occhi con un grande fazzolettone. Come si può non voler bene ad una persona così? I siciliani abbiamo avuto il piacere di averlo assieme a parte della sua famiglia nel Natale dell'81 alla scuola sindacale di Santa Venerina. Venne con la madre e la moglie. Aveva anche due figlie che però non vennero. Scherzando diceva di essere circondato dalle donne! La madre era una bella signora emiliana romagnola, vestita di nero, dalla carnagione chiara ed una bella faccia antica di persona uscita dal una foto del novecento. Madre e moglie erano splendide persone semplici, di compagnia. La moglie di Luciano Lama, alta come lui, gli somigliava tanto da sembrarne la sorella! In CGIL non ebbe mai vita facile sebbene il suo prestigio fosse diventato enorme.Trentin, Garavini, Bertinotti, la Camera del Lavoro di Torino quella di Brescia lo contrariavano "da sinistra". Non era amato dal Nord. Ricordo un Congresso allucinante all'Eur dedicato alla questione del 41 punto di contingenza! Non domandatemi di che cosa si trattava perchè non lo ricordo! So soltanto che tutti i delegati meridionali al Congresso ci sentivamo estranei al dibattito ed amareggiati perchè sentivano che la nostra opinione non contava molto. Dentro la CGIL il pregiudizio antimeridionale contava molto per gli esponenti delle strutture del Nord e dei sindacati industriali. Ric ordo con amarezza che ogni volta che parlava un esponente del Sud molti sindacalisti del nord si alzavano in piedi e conversavano tra di loro voltando financo le spalle all'oratore. Facevano un brusio infernale in cui parlare dal podio diventava una sofferenza. Il segretario della Camera del Lavoro di Torino fece una protesta durissima in un Consiglio Generale nel quale io ed Epifanio La Porta eravamo stati eletti membri del Direttivo! Non riusciva a capire tanta considerazione. Gli ricordai che avevamo più iscritti del Piemonte e che pur non avendo l'industria la CGIL in Sicilia contava. Ebbene, Luciano Lama era il volto umano della CGIL. Era il compagno, il dirigente nel quale noi ci riconoscevamo. Noi siciliani sapevamo bene che ci voleva bene e da quel grande italiano che era voleva il progresso della nostra Isola. Lo sentivamo uno dei nostri. luciao Lama Pio la Torre al centro della immagine, sulla sinistra pietro ancona e luigi cocilovo segretario regionale cisl.Manifestazione per la Pace a Palermo ott.1981

lunedì 1 ottobre 2012

Olga Benario Prestes

Olga Benario ha vissuto una intensa vita di rivoluzione, amori e drammi tra Monaco, Berlino, Mosca e Rio de Janeiro. Nata nel 1908 a Monaco, Olga si iscrive a 15 anni alla Gioventù Comunista. Insieme a Otto Braun si trasferisce a Berlino, dove nel 1927 viene arrestata con l'accusa di alto tradimento. Mentra lei riacquista la liberà per vie legali, Otto Braun rischia invece 20 anni di carcere. Con una spettacolare azione armata (oggi direbbero terroristica) Olga riesce a far evadere Otto Braun dalla prigione di Moabit. Entrambi riparano poi nell'URSS, dove vengono accolti trionfalmente. L'Internazionale Comunista la manda in Brasile assieme a Louis Carlos Prestes per prendere contatto con il PCB che conta anche sull'appoggio di taluni settori dell'esercito. Nel 1936, dopo il fallimento di un tentativo di insurrezione, viene arrestata ed infine estradata in Germania malgrado fosse incinta. Verrà "giustiziata" nella camera a gas del lager di Bemburg nel 1942 in quanto ebrea comunista.