Olga benario

Olga benario
rivoluzionaria e martire

martedì 16 febbraio 2010

Gerda Taro una fotografa rivoluzionaria

"Gerda Taro: una fotografa rivoluzionaria nella guerra civile spagnola"
Gerda Taro, rimasta nell'ombra del più noto fidanzato Robert Capa e relegata al ruolo -accessorio- di 'sua compagna' è, dalla metà degli anni '90 del secolo passato, oggetto di un nuovo e forte interesse storico: più che meritato per il suo ruolo di grande figura di giovanissima donna assolutamente contro-corrente, rivoluzionaria militante sino al sacrificio massimo e protagonista della Storia della fotografia e della Resistenza al fascismo.

Gerda Taro il cui vero nome era Gerta Pohorylle, nasce da una famiglia di ebrei polacchi. Nonostante le sue origini borghesi, giovanissima entra a far parte di movimenti socialisti e lavoratori. Per questi motivi e per la sua origine ebraica l’avvento del nazismo in Germania le crea molti problemi.
Finisce in carcere in quanto attiva nel Partito Comunista tedesco e subito dopo decide di scappare con un amico a Parigi.

A Parigi conosce André Friedman, un ebreo anch'esso comunista, ungherese, che sbarca il lunario facendo il fotografo. André e Gerda si fidanzano e André le insegna ciò che sa sulla fotografia. Insieme, un po’ per sfida, un po’ per opportunità, inventano il personaggio “Robert Capa”, un fantomatico ma celebre fotografo statunitense giunto a Parigi per lavorare in Europa. Grazie a questo curioso espediente la coppia moltiplica le proprie commesse e guadagna parecchi soldi.

Nel 1936 entrambi decidono di seguire sul campo gli sviluppi della guerra civile spagnola, guerra che inciderà parecchio sulla vita dei due. Giunti in Spagna divennero immediatamente importanti testimoni della guerra, realizzando molti reportage pubblicati in periodici come "Regards" o "Vu."
Nota fra le milizie antifasciste per la sua freschezza, coraggio ed eccezionale bellezza, rischiò sempre la vita per realizzare i propri servizi fotografici.

Gerda Taro e Robert Capa, erano insieme il giorno degli scatti che portarono a The Falling Soldier: quel giorno Gerda usava una Rolleiflex a negativo quadrato, Capa la Leica 35mm.
Fra le immagini dell’esposizione di Gerda Taro, una ritrae i miliziani che salgono sulla collina, sulla sinistra si vede quello che verrà ucciso pochi istanti (e pochi scatti) dopo: vedere questa foto mi ha messo i brividi, emozione che da quel momento, vi assicuro, non mi ha più abbandonato fino all’uscita, in una di queste fredde e piovose mattine d’aprile.


Le foto di Gerda, concepite per narrare la guerra, dalla parte giusta, dalla parte dei repubblicani, hanno tutta la grande forza di chi scatta stando vicino fisicamente ed emotivamente ai propri soggetti.
Gerda Taro morì in Spagna nel 1937 mentre fotografava la battaglia di Brunete, travolta da un carro armato che sbandando finì contro l’auto di un giornalista: lei era in piedi sul predellino laterale e non ebbe scampo. Aveva 27 anni.

Il suo corpo fu traslato a Parigi e accompagnato da 200mila persone fu tumulato al Père Lachaise con tutti gli onori dovuti ad un'eroina repubblicana. Allo scultore Alberto Giacometti venne chiesto di realizzare il tumulo funebre. Pablo Neruda e Louis Aragon lessero un elogio 'in memoriam'.


Il suo compagno Capa non si riprese mai più dalla morte della dolce e vivacissima Gerda, PRIMA DONNA REPORTER A MORIRE SUL LAVORO NELLA STORIA. Da allora anch'egli cercherà sempre la morte sul 'lavoro', incontrandola poi nel 1954 nella guerra di Indocina.
Un anno dopo la morte di Gerda, nel 1938, Robert Capa pubblicherà in sua memoria "Death in the Making", riunendo molte foto scattate insieme.


La sua tomba a Parigi, giace dimenticata nella zona di Pere Lachaise dedicata ai rivoluzionari ed alla Resistenza, vicino al noto 'Mur des Federès'.
Nel 1942 il regime collaborazionista fascista francese colluso con gli occupanti nazisti, 'censurò' l'epitaffio inciso sulla tomba di Gerda, epitaffio mai più restaurato. In oggi la tomba, date le modifiche accorse nel 1953, è accessibile da un viottolo posteriore, quindi posta "alla rovescio" rispetto a quando fu costruita.
La tomba di Gerda Taro --fu l'unica ad essere violata dalla mano nazi-fascista--, forse data la popolarità che ancora la giovane rivoluzionaria, caduta nella guerra contro il fascismo, esercitava sulla crescente Resistenza francese.

Lu Agnello

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