Olga benario

Olga benario
rivoluzionaria e martire

domenica 30 marzo 2008

Sul socialismo italiano

La lettera del giorno Domenica 30 Marzo 2008IL FUTURO DEI SOCIALISTI IL DILEMMA DEL VOTO UTILE
In merito alla sua risposta a un lettore che stigmatizzava il silenzio del Corriere sul rinnovato Partito socialista, mi permetta alcune riflessioni. In primo luogo non condivido l'affermazione che in Italia non manchi "programma politico simile a quello delle maggiori socialdemocrazie europee" e che lei, evidentemente, identifica nel programma del Partito democratico. Le cosiddette socialdemocrazie europee accampano nelle politiche pubbliche una visione laica del ruolo di governo che, seppure rispettosa delle identità e delle comunità religiose, non abdica a pressioni. È in grado dunque di affermare che sui diritti civili e sulla libertà di ricerca scientifica Veltroni e il Pd sono simili al Psoe di Zapatero o ai laburisti di Blair e Brown? Oppure che il Pd (ma anche il Pdl) potrà portare avanti la battaglia ai monopoli (aziende del servizio pubblico locale), ai duopoli (sistema televisivo) e agli oligopoli (banche, assicurazioni) del sistema italiano? Francamente credo di no e la ragione sta nel fatto che, nascendo da due subculture politiche e territoriali ben conosciute, appoggiandosi a un sistema di interessi economici consolidati, il Pd non potrà operare più di tanto. Lo si è visto con le "lenzuolate" liberalizzatrici che hanno colpito volentieri barbieri e tassisti ma solo marginalmente banche e assicurazioni, sistema editoriale e professioni. In secondo luogo sono sorpreso dalla sua adesione di fatto alla teoria del voto utile. Credo che il voto debba essere innanzitutto libero di fronte a chi non è riuscito per 15 anni a trovare una dignitosa strada per rifondare le Istituzioni e che, per essere realmente utile, debba premiare chi intende portare avanti una battaglia riformatrice vera, impostata su idee chiare che si rifanno all'azione e al pensiero culturale e politico europeo e non alle consuete anomalie.Pieraldo Ciucchi, Presidente gruppo Ps, Consiglio regionale Toscana, segretario regionale Ps,
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Caro Ciucchi, Lei ha ragione quando osserva che il Pd è meno laico di quanto non siano le maggiori socialdemocrazie europee. Ma ogni Paese ha una storia propria di cui non può facilmente sbarazzarsi. L'Italia, in particolare, è stata governata per quasi cinquant'anni da un partito- la Democrazia Cristiana -che fu molto meno moderato e conservatore di quanto non piacesse alle sinistre rappresentarlo. Vi era nel suo seno una sinistra cattolica che s'ispirava alla politica sociale della Chiesa ed era stata attratta negli anni Trenta dall'economia corporativa del regime fascista. Questa corrente della Dc fu spesso molto più anticapitalista, dirigista e interventista di quanto non fossero i socialdemocratici di Giuseppe Saragat e i socialisti di Bettino Craxi. È bene ricordare che l'Italia, fra le maggiori democrazie europee, fu la sola in cui esistessero due Confindustrie: quella degli imprenditori privati a viale dell'Astronomia e quella delle aziende pubbliche al ministero delle Partecipazioni statali. Quando la Dc entrò in crisi, all'inizio degli anni Novanta, la sinistra cattolica si dimostrò più resistente e tenace di altre correnti del partito. Divenne sempre più evidente, negli anni successivi, che un partito di sinistra riformista, in Italia, non avrebbe mai potuto aspirare alla maggioranza e diventare forza di governo se non fosse riuscito a rappresentare contemporaneamente la sinistra laica e quella d'ispirazione cristiana. Senza un accordo fra queste due forze, la sinistra sarebbe stata divisa tra partiti più o meno piccoli, tutti ricchi di gloriose tradizioni, ma destinati a svolgere un ruolo complessivamente modesto nella vita del Paese. Se questa è la nostra storia politica, i socialisti, a mio avviso, farebbero bene a prenderne atto. È meglio conservare una illusoria e irrilevante indipendenza o far valere le proprie ragioni in un partito che ha qualche ragionevole possibilità, prima o dopo, di governare il Paese? Sulla questione del "voto utile" temo quindi che le nostre posizioni, caro Ciucchi, siano molto diverse. Non credo che i cittadini di una grande democrazia debbano andare alle urne per esprimere posizioni di principio o rivendicare la nobiltà di antiche tradizioni politiche o formulare progetti che non verranno realizzati. Devono scegliere pragmaticamente fra il "peggio ", rappresentato dal partito che non riscuote la loro fiducia, e il "meno peggio", rappresentato dal partito che offre qualche garanzia di proteggere al meglio i loro interessi. I programmi possono dare un'idea generale delle intenzioni dei partiti, ma non sono e non possono essere vincolanti. Non appena costituiti i governi europei, di sinistra o di destra, si muovono tra scogli e paletti (dalle direttive di Bruxelles ai contraccolpi delle crisi economiche e finanziarie) che nessuno di essi è in condizione di rimuovere. Come abbiamo constatato nel caso del governo Prodi, quanto più i programmi sono dettagliati tanto maggiori saranno le delusioni degli elettori.

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Caro Professore,

nella risposta alla lettera del socialista Ciucchi lei accredito il Partito Democratico come il corrispondente italiano dei partiti della socialidemocrazia europea. Non è vero. Il PD di Veltroni è il prodotto dell'incontro storico di due fallimenti: la democrazia cristiana ed il Partito Comunista. Non ha niente in comune con la socialdemocrazia europea e non soltanto per le questioni della laicità. L'Italia è sempre una anomalia. ieri con il PCI enorme al posto della socialdemocrazia oggi con il PD ha ha connotazioni liberiste simili al partito di Berlusconi. Di socialista in Italia è rimasto soltanto il Partito Socialista. Avrà poco e forse scomparirà dal Parlamento. Ma i postcomunisti ed i postdemocristiani non potranno mai prenderne il posto. Pietro Ancona


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Caro Ciucchi,

ho letto ed apprezzato la bella e convincente lettera che hai scritto al Corriere e che io ho riprodotto nel mio blog Socialismo.

Mi dispiace soltanto che non hai richiamato lo Statuto dei Diritti dei Lavoratori voluto da Brodolini e che i Vultrusconi vorrebbero abolire.

Veltroni è mallevadore di quel tale Ichino che vorrebbe subito abolire l'art.18.

Ancora complimenti ed auguri da un vecchio socialista non "inutile"

Pietro Anconawww.spazioamico.ithttp://pietro-ancona.blogspot.com/ http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/

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