Olga benario

Olga benario
rivoluzionaria e martire

martedì 5 febbraio 2008

discontinuità con il craxismo

L'eredità di Craxi
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Mi ha colpito la rivendicazione fatta da De Michelis dell'eredità craxiana. Ha detto di essere l'unico ancora attivo di un gruppo dirigente straordinario che si era radunato attorno a Bettino Craxi per la realizzazione di un progetto politico che, però, a mio parere
finì con l'identificarsi con una mera gestione del potere.

Del gruppo dirigente cui allude De Michelis la figura più eminente era certamente Martelli Claudio che al Congresso di Verona si vantò di avere provocato un profondo e vasto turn over nella base socialista. Cinquecento mila elettori operai artigiani maestri ed altri si erano allontanati dal Partito per fare posto ad altri "rampanti",ambiziosi, vogliosi di successo. Il socialismo attraverso il successo personale conseguito facendosi strada sgomitando. Il successo consistente nei guadagni, nelle posizioni di comando, nelle relazioni sociali.....

Dei Congressi socialisti ricordo due cose: l'affollamento di migliaia di postulanti appartenenti quasi tutti al ceto medio o medio alto, signore impellicciate, toilettes di lusso, auto di massima cilindrata, gioielli esibiti sfacciatamente anche di mattina e la materiale impossibilità ad accedervi. A Verona, pur essendo delegato, il primo giorno non riuscii a mettere piede all'interno del Congresso tanta era la calca di tantissime persone richiamate dalla ostentata proclamazione della Politica come Potere sfacciatamente esibita dal gruppo dirigente. Ricordo anche la pacchiana scenografia zeppa di simboli massonici (triangolo con occhio, tempio dorico etcc..)

Del discorso di Craxi a Verona ricordo il tono minaccioso, la pesantezza di messaggi inviati ai due massimi contendenti dai quali si sentiva stretto: DC e Comunisti. Il parlamento svillaneggiato come istituzione perditempo che si occupa degli invertebrati marini. Berlinguer offeso di persona. Presente al Congresso, fischiato dalla platea, Craxi anzicchè scusarsi, disse che se fosse stato presente si sarebbe unito ai fischi. Una platea di curva ultrà sottolineava i passaggi del discorso pestando l'impiantito di legno del Congresso dal quale veniva un sordo pauroso boato.......
De Michelis parlò a lungo della necessità di svellere le radici dalla tradizione socialista.
Tutto lo psicodramma subito dai comunisti dalla Bolognina a questa parte che ha condotto al Partito Democratico dal PCI, il gruppo dirigente craxiano lo realizzò con alcune operazioni comprese dal Congresso di Torino (sostituzione del simbolo) al Congresso di Verona (liquefazione del corpo del Partito, una Assemblea (definita da Formica di nani e ballerine), proclamazione della lotta del partito come conquista progressiva di uno spazio vitale abusivamente occupato da DC e PCI a danno dei socialisti.
Credo che non abbiamo niente da rimpiangere della esperienza craxiana. La grande tradizione socialista è precedente al craxismo e comprende: la politica delle riforme di struttura (non le controriforme liberiste del PD di oggi),nazionalizzazione industria elettrica,diritti delle persone, aborto, divorzio, scuole media unificata, diritti dei lavoratori, Statuto dei diritti dei lavoratori, abolizione delle case chiuse (legge Merlin 1958) diritti delle donne.
Quanto c'è stato di buono nella Repubblica Italiana si deve quasi del tutto ai socialisti.
Craxi ha aperto le porte a Berlusconi e ne ha forgiato la potenza iniziale con leggi ed appoggi concreti che ne hanno consentito l'occupazione di un potere nel campo della informazione quasi unico al mondo. Il berlusconismo è figlio del craxismo nel suo tralignamento nella destra fascistoide e razzista del nostro Paese.
Non è un caso che parte dei socialisti si sia rifugiata in Forza Italia e non si sia fatta scrupolo di stare nello stesso schieramento di Bossi e Fini.
La nostra identità di socialisti non viene da Craxi da da Anna Kuliscioff a Brodolini.
Craxi rappresenta la reazione alla grande frustrazione dei socialisti ridotti subalterni al PCI
dalla malaccorta politica di Francesco De Martino. E' stata una esplosione di rancore per soverchierie patite dappertutto per molti anni. Ma il risentimento e l'odio per i comunisti non sono basi utili a costruire una politica valida per l'Italia. Senza il settarismo comunista
da Togliatti in poi ( mieti l'erba nell'orto del vicino), il craxismo non sarebbe mai diventato
la cellula impazzita della politica italiana.
La mancata affermazione di una discontinuità con il craxismo mantiene il Partito Socialista di oggi in una zona equivoca in cui il progetto politico è inquinato dal liberismo e dall'asolidarismo.
Soltanto una Conferenza Nazionale per il Programma può ritessere una tela da qui alle nostre radici e ci può dare un lasciapassare nel socialismo planetario contemporaneo che abbisogna degli stessi valori di libertà,democrazia, diritti che furono dei nostri padri fondatori.
Pietro Ancona

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