Olga benario

Olga benario
rivoluzionaria e martire

giovedì 8 novembre 2007

lettera ai promotori del Venti Ottobre

Cari compagni Sansonetti, Sullo e Polo,

avete avuto l'idea di convocare la manifestazione del xx ottobre quando io stesso e moltissimi compagni eravamo contrari (ci sbagliavamo) perchè la ritenevano un esercizio motorio, uno sfogatoio per coprire la cedevolissima presenza della sinistra del governo
e attraversare il tempo (sono già passati quasi due anni) per giungere senza rotture traumatiche alla fine della legislatura. In effetti, non solo è stupefacente la condotta di Ferrero e degli altri della sinistra di governo ma anche dei gruppi parlamentari se è vero che ieri su una questione di fondamentale importanza per la laicità dello Stato si è registrata l'astensione dei senatori che equivale ad un no. Insomma, mi pare di rivivere, seppur in un quadro di gran lunga peggiore, l'esperienza dei socialisti che con Riccardo Lombardi direttore dell'Avanti! contestavano i "ministerialisti", la destra che con il governo e le mutazioni genetiche del corpo del Partito si andava formando e che poi, dopo tanto tempo, è degenerata nel craxismo ed ancora dopo la diaspora nel berlusconismo.
In effetti, stento a credere ad errori di ingenuità di persone per la prima volta alle prese con responsabilità di governo. Avevo avuto modo di protestare con Ferrero per il suo comportamento verso il muro di Via Anelli e poi, cosa per me gravissima, il festeggiamento con Zanonato dell'avvenuta deportazione degli abitanti dalla stessa via.
Non sento alcuna protesta dentro il Governo dei pogrom sia pure incruenti che la polizia fa dei campi situati alle rive del Tevere e dell'Aniene. Penso che siano illegittimi e contro i diritti delle persone. Penso che non sia umano sdradicare i bambini dalle loro zone dove frequentano le scuole. Veltroni non si è fatto scrupolo di trattare la questione delle favelas romane come di una lebbra da guarire allontanandola con la violenza poliziesca dalla vista.
Io la penso come Parlato e Cremaschi. Meglio la crisi del governo anche a costo che ritorni Berlusconi. Io non credo comunque che tornerà Berlusconi se la sinistra ritroverà se stessa come il venti ottobre dove il gruppo dirigente appariva però devirilizzante della grandezza e della forza del popolo convenuto. Ritengo che se il prezzo della salvezza del governo è colonizzare la sinistra con la cultura di destra questo sia cosa da impedire a tutti i costi. I governi passano ma le profonde mutazioni culturali e del sentire comune restano. In ogni caso, penso che se ci fosse stata minore arrendevolezza dei nostri ministri non saremmo a questo punto difficilissimo. Prodi non si sarebbe spinto molto se non avesse saputo che al dunque ferrero cedeva. Con Dini è assai più cauto e comprensivo.
Si dovrebbe chiedere il rimpasto del governo e non approvare nè il decreto della vergogna nè gli accordi del welfare che preludono ad altre altre gravi spoliazioni dei diritti del lavoro come la saponificazione dei ccn. Si dovrebbe chiedere anche il Congresso straordinario della CGIL.
Mi domando perchè non si presenti un progetto pèr l'integrazione dei Rom e per aiutare concretamente i lavoratori a pagarsi un affitto o a farsi una casa e un organico progetto per gli schiavi stagionali delle nostre campagne. La sinistra non dove frenare l'azione del governo, deve prendere l'iniziativa di fare, di proporre, di spostare alla solidarietà ed alla spesa sociale una parte delle risorse.
Concludo rammaricandomi del fatto che nessun contatto esiste tra la sinistra ed i popoli delle favelas. Nel primo novecento, i socialisti propagandavano il socialismo con l'alfabetizzazione e la costituzione delle società di mutuo soccorso e le cooperative. Oggi si tratta sempre di stare in mezzo al popolo e non farsi descrivere le favelas da Concita de Gregorio e Giuseppe D'Avanzo.
Ma credo che non si farà niente se non quella che Cremaschi chiama "la politica della riduzione del danno." ed intanto il sottosegretario Luigi Manconi invita dall'Unità a criminalizzare i genitori rom dei bambini mendicanti, togliere loro la patria potesta ed istituzionalizzarli magari per pagare rette salate a istituti religiosi ed affidarli a persone che non di rado sono risultate pedofile e violente.
Pietro Ancona
già segretario della CGIL siciliana
già membro del CNEL

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