Olga benario

Olga benario
rivoluzionaria e martire

lunedì 5 novembre 2007

pregiudizi contro gli zingari e persecuzioni

Da sempre vittime del pregiudizio
di Silvana Calvo



--------------------------------------------------------------------------------


Da secoli gli zingari subiscono l'ostilità dei popoli che abitano le zone nelle quali essi si muovono. Questo sentimento è espresso mediante pregiudizi che si trasformano nel corso dell'evoluzione storica, ma conservano sempre inalterata la loro connotazione aggressiva e di rifiuto.

Nei tempi più remoti i pregiudizi erano prevalentemente di natura mistica e religiosa (agli zingari era attribuita una discendenza malefica, da Caino o Ismaele, e venivano incolpati di crimini contro la religione). Più tardi con il formarsi della coscienza razionalistica moderna i pregiudizi hanno assunto un aspetto "scientifico" (attingendo da Lombroso, arrivando fino alle teorie della razza di stampo nazista).

Oggi la coscienza critica riconosce come assurde e prive di valore queste vecchie concezione. È tuttavia troppo semplicistico pensare che esse siano ora state definitivamente spazzate via. Esse sono ormai relegate nelle sottoculture superstiziose e para-religiose, ma sopravvivono e continuano ad esercitare la loro influenza nefasta nell'inconscio collettivo generando angosce e paure irrazionali.

A livello razionale i vecchi pregiudizi sono stati abbandonati, ma non si è voluto rinunciare alla presunzione di sentirsi superiori. Per questo oggi si dice che gli zingari sono portatori di una cultura diversa, inferiore, o comunque incompatibile con la nostra. E così sono nati nuovi pregiudizi. Quali? Quelli che si sentono continuamente: gli zingari rubano, gli zingari sporcano, gli zingari imbrogliano, gli zingari sfruttano i bambini, gli zingari scocciano perché chiedono la carità, gli zingari rubano i bambini. Queste affermazioni vengono fatte perentoriamente come dogmi santi ed immutabili, senza curarsi di verificare, senza cercare di capire.

Il pregiudizio è, per sua essenza, irrazionale, e come tale è impermeabile ad ogni critica, ad ogni confronto con la realtà, e resiste ad ogni dimostrazione della sua infondatezza. Nonostante questo proviamo ad analizzare uno per uno questi pregiudizi e vediamo a cosa ci porta.




Monumento all'intolleranza
grossi massi sono stati posati a S.Antonino (tra Bellinzona e Locarno) per impedire agli zingari l'accesso ad un terreno


Gli zingari rubano. Gli zingari imbrogliano
Qualcuno sì, altri no. Solo gli zingari rubano o imbrogliano? Dal ladro di galline fino al truffatore dell'alta finanza, anche i gagé (i non zingari) sono ampiamente rappresentati a tutti i livelli della scala gerarchica del furto e dell'imbroglio. Per quanto riguarda gli zingari bisogna tenere presente che lo sviluppo industriale ha portato ad una diminuzione delle possibilità di guadagno mediante le attività tradizionali. Il furto è spesso uno dei pochi mezzi rimasti per procurarsi il necessario per la sussistenza e la sua importanza tende a crescere in proporzione all'aumento dell'emarginazione. Sembrerebbe un paradosso, ma nella primavera del 1994, nel corso della trasmissione "Sassi grossi", alla televisione della Svizzera italiana, l'on. Alex Pedrazzini ha ammesso che nel periodo di sosta degli zingari nel Ticino i furti non sono aumentati, anzi sono diminuiti. Questa è un'ulteriore dimostrazione di quanto una generalizzazione e semplificazione possa essere fuorviante e profondamente ingiusta.

Gli zingari sporcano
Relegati in numero sempre maggiore, in spazi sempre più ristretti, è difficile, se non impossibile, mantenere la pulizia, e si può cadere vittime del degrado. A questo proposito basti ricordare quanto è successo un anno fa a Gudo (fra Bellinzona e Locarno), dove 600 (seicento) nomadi sono stati stipati dentro un campetto, ridotto a pantano a causa della pioggia, e dotato di 4 (quattro) gabinetti. Eppure gli zingari hanno un profondo senso della pulizia che li porta, per esempio, a lavare gli indumenti separatamente dalla biancheria da letto o da tavola, per evitare contaminazioni. Qui si potrebbe fare una riflessione: noi nei nostri appartamenti con tutte le nostre attrezzature igieniche, magari i doppi e i tripli servizi, con le nostre industrie, con le nostre macchine, non sporchiamo niente? Abbiamo sporcato fiumi, laghi e mari, anche l'aria. Abbiamo messo in pericolo la nostra salute e quella dei nostri figli. Ci vorranno miliardi per ripulire tutto quanto abbiamo inquinato. Ma ci sentiamo puliti, noi.

Gli zingari chiedono la carità
Nella società degli zingari, dove vi è un grande spirito d'appartenenza al gruppo, tutti sono tenuti a collaborare per procurarsi il necessario per la sussistenza. Uno dei mezzi per guadagnare qualcosa è l'accattonaggio. E l'accattonaggio lo possono praticare con successo soltanto le donne ed i bambini, perché solo loro sono in grado di suscitare qual tanto di pietà e, perché no, di senso di colpa, da indurre il passante a cavare di tasca qualche soldo. Qui sta uno dei nodi dell'incomprensione reciproca. Gli zingari non considerano l'accattonaggio un disonore, ma un mezzo pratico per incassare dei soldi. Per la nostra cultura ha invece una connotazione umiliante per questo molti hanno la tendenza a considerare chi chiede la carità un essere degradato privo di onore e dignità.

Gli zingari sfruttano i bambini
Qui il discorso si fa complesso ed è necessario approfondire. Purtroppo è innegabile che tantissimi bambini zingari sono sfruttati, e spesso anche in modo molto violento ed inumano. Nelle grandi città esistono dei piccoli eserciti di bambini zingari costretti a rubare, fare accattonaggio o vendere fiori nei ristoranti, ubbidendo agli ordini di sfruttatori criminali (che non necessariamente sono solo zingari) che li costringono a molte ore di duro lavoro al giorno (o alla notte) sottraendo loro tutti i proventi, e non facendosi scrupolo di massacrarli di botte quando non stanno alle regole o non riescono a "guadagnare" abbastanza. Va però affermato con forza e chiarezza che questo sistema non ha nulla a che vedere con le tradizioni culturali del popolo nomade. Nella cultura zingara è normale l'accattonaggio, talvolta anche il piccolo furto, però queste attività costituiscono un espediente praticato, per necessità di sopravvivenza, esclusivamente a vantaggio della propria famiglia. Il racket dello sfruttamento è invece una cosa assolutamente estranea al modo di concepire il mondo da parte degli zingari. Queste degenerazioni si realizzano nei mega-accampamenti nelle periferie delle grandi città. Questi immensi agglomerati di roulottes non hanno nulla a che vedere con il vero accampamento zingaro, in essi l'emarginazione ed il degrado portano al dissolvimento della tradizionale struttura sociale nomade, per cui il capo carovana, gli anziani, i capi-famiglia perdono ogni prestigio ed autorità, mentre individui senza scrupoli spopolano e comandano.

Quando si chiedono aree di sosta per nomadi, lo si fa proprio per permettere agli zingari di rimanere veri zingari e di vivere nel rispetto dei loro usi e costumi, esercitando le loro attività tradizionali. Solo così si possono aiutare quelle centinaia di bambini rom che sono le vittime innocenti di una situazione di grave degrado. In caso contrario, persistendo nella politica di rifiuto e di emarginazione, non si fa che portare acqua al mulino di ogni sorta di delinquenti che possono arricchirsi attingendo da quell'esercito di disperati la manovalanza per le loro attività di sfruttamento.

Gli zingari rubano i bambini
Nella tradizione zingara il furto o rapimento di bambini non è concepibile. Del resto, gli zingari hanno generalmente già tantissimi figli, per cui ci si può logicamente chiedere quale utilità dovrebbe fornire loro il procurarsi un soprannumero di ragazzini. Le storie di furti di bambini da parte degli zingari hanno invece gran rilievo nei miti e nelle fantasie dei popoli sedentari. Probabilmente si tratta di una proiezione. Sono, infatti, numerosissimi, in tutti i tempi, e in molti paesi, gli episodi nei quali bambini zingari sono stati rapiti alle loro famiglie e alle loro tribù. Proprio qui, in Svizzera, tra gli anni 1920 &endash;1970 la sottrazione dei figli dei nomadi era una cosa del tutto normale ed ovvia, che è stata praticata con molto impegno dalle autorità in collaborazione con la Pro-Juventute. Quindi, almeno in questo paese, la decenza dovrebbe indurre chiunque ad astenersi dall'esprimere e divulgare il bieco luogo comune che gli zingari rubano i bambini.



È vero che la lotta contro i pregiudizi è difficile perché sono implicati sentimenti irrazionali, profondamente radicati nella cultura e nell'immaginario collettivo. E, proprio perché difficile, questa lotta merita di essere portata avanti con impegno, intelligenza e costanza, perché è indispensabile per creare un clima di convivenza e di civiltà. Non va dimenticato che l'imbarbarimento non nuoce solo alle vittime, ma si ritorce anche contro tutta la società.



<< La storia degli Zingari


--------------------------------------------------------------------------------
MCRX è ospite di

Nessun commento: